Ipocondria grave e recidivante

Grazie in anticipo per le risposte.
Ho 36 anni, e sto affrontando un periodo di forte stress: fine di una lunga storia con interruzione della convivenza, mobbing, stress da lavoro correlato.
Vengo da un'infanzia difficile: mia madre ha sfogato su di me le sue frustazioni, dovute per lo più al rapporto con mio padre, con forti violenze fisiche e psicologiche.
Da bambino stavo quasi sempre da solo; anche l'adolescenza è stata abbastanza problematica, con bullismo subito, assenza di amici con cui uscire, senso di inadeguatezza (accentuato e schernito dal mio contesto familiare).
Le cose sono andate meglio dai 17 ai 21 anni, che ricordo come un periodo abbastanza sereno, con uscite, amici e donne.
Successivamente è la volta delle delusioni amorose (io che parto subito in quinta, e loro che si spaventano e scappano, un classico).
Verso i 25 anni ho cominciato a soffrire di ipocondria: paura dei tumori, con ecografie, autopalpazioni in qualsiasi momento o luogo, infinite ricerche online. Poi HIV, per cui credo di essere stato in ansia per almeno 2 anni pieni pieni, con tante visite alla guardia medica e rintraccio delle (purtroppo o per fortuna) poche ragazze che ho avuto per vedere come stavano.
Dopo essermi deciso a fare il test, sono stato meglio, ma ho comunque terrore del sangue, delle punture accidentali, dei rapporti non protetti anche con soggetti non a rischio (donatrice AVIS con tesserino alla mano, a cui ho rifiutato di sottopormi a fellatio).
Purtroppo, questa cosa mi sta logorando. Al momento voglio solo scongiurare l'ennesima ansia con degli esami dovuti a rischi ragionevolmente improbabili o del tutto inesistenti, per poi addirittura chiudere completamente coi rapporti sessuali ed in generale con donne, e meno che meno vorrei passare agli uomini.
Ho subito grandi e reiterate delusioni amorose, e se poi vivo storie solo sessuali, ogni volta corro a fare analisi, a fare anamnesi a mia partner, con ricostruzione stile di vita, suo e dei partners, dei viaggi in zone a rischio, etc...
È superfluo aggiungere quanto sia squallido e frustrante questa situazione, ma purtroppo ci sono ricaduto, e mi sento inadeguato, solo ed incapace di avere una vita normale.
La domanda è...in che cosa consiste la terapia psicologica per un ipocondriaco nelle mie condizioni? Riuscirei davvero a guarire completamente? Il fatto che qualcosa l'abbia già chiarita da solo (ovvero il nesso di questa situazione coi mie problemi d'infanzia), ma che tuttavia ci sono dentro più di prima, non renderebbe anche la terapia inefficace? Quanto all'utilizzo dei farmaci? Io non posso permettermi di prenderli, per lavoro, ne tantomeno voglio per una questione mia di principio. Sono proprio necessari?

Grazie
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sui farmaci lo psicologo non può pronunciarsi perché non è medico e quindi, nel caso in cui fosse necessaria una terapia farmacologica, sarà il medico psichiatra a prescriverla (o al limite il medico di base).

Per quanto riguarda la Sua domanda:
"Il fatto che qualcosa l'abbia già chiarita da solo (ovvero il nesso di questa situazione coi mie problemi d'infanzia), ma che tuttavia ci sono dentro più di prima, non renderebbe anche la terapia inefficace? "

In realtà il fatto di capire eventuali (laddove presenti) nessi tra una problematica psicologica presente oggi e il passato NON vuol dire stare bene. Essere consapevoli (entro certi limiti) può essere utile, ma non è sufficiente.

Nel Suo caso, ad esempio, si potrebbe partire proprio dalle Sue difficoltà relazionali e dall'eccessiva preoccupazione, e vedere con l'aiuto di uno psicoterapeuta quali strategie più funzionali potrebbe mettere in pratica per stare bene.

Non dubito che le Sue scelte effettuate sin qui hanno avuto proprio l'obiettivo di stare meglio, ma purtroppo spesso i pz. attuano condotte che peggiorano la situazione.

Per concludere, il mio consiglio è quello di sentire direttamente uno psicoterapeuta per risolvere definitivamente il problema e non solo esaminarlo o analizzarlo nelle sue sfaccettature e nessi causali (peraltro poco frequenti in terapia).

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
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