Ernia lombare, ipontensione liquorale

Buongiorno,
Ho un'ernia lombare per cui mi sono sottoposta a terapia di ozonoterapia pensando fosse meno rischiosa di un'operazione.
Dopo la terza infiltrazione (due di cortisone, una di ozono) ho riportato febbricola tra 37 e 37.7 tutti i giorni tutto il giorno al medico che praticava le infiltrazioni, che mi ha detto che non poteva essere collegata.
Alla quinta infiltrazione il medico ha forato la dura madre. Durante l'infiltrazione ho avvertito molto dolore, tanto che ho urlato. La sera sono comparsi i seguenti sintomi: cefalea, sensazione alle orecchie come in apnea o sull'aereo, acufeni, fotofobia, vertigine in posizione eretta o seduta. Non riuscendo a reperire il medico mi reco al pronto soccorso dove vengo ricoverata con diagnosi di ipotensione liquorale e prognosi di 10 gg. Viene fatta una RM che non evidenzia sacche di liquor. La terapia consigliata è stata: riposo, bere tanta acqua e caffeina. La fase acuta è passata non in 10 gg ma in tre settimane, poi però i sintomi affievoliti persistono ancora oggi: sono passati più di due mesi. Ho provato a tornare al lavoro ma ho scoperto che la cefalea si accentua con la concentrazione. Il dolore è a fitte alla fronte e al trigemino oppure su fronte e nuca come se il cranio venisse compresso. Ho avuto vertigine e conati di vomito dopo aver compiuto sforzi di concentrazione. Ho anche avuto vero e proprio dolore, a fitte, alle orecchie e sentito forte rumore.
Ho eseguito vari esami (RX torace, ECO addome, PET globale), tutti negativi e sono stata visitata da un otorino che non ha rilevato nessuna anomalia nell'orecchio. Le analisi del sangue riportano VES e proteina C reattiva alte, ma non tantissimo (VES 23 invece di 15)
Il medico di medicina interna che mi segue ha formulato un'ipotesi: che il mio cervello ritenendo le infiltrazioni invasive abbia risposto con la febbricola e i sintomi neurologici. In questo caso dovrei rimettermi con il tempo e il riposo.
Tuttavia dopo un iniziale graduale miglioramento c'è stato nelle ultime due settimane un peggioramento per tornare a come stavo dopo tre settimane dall'infiltrazione che ha causato ipotensione liquorale. La situazione è molto frustrante ovviamente ma purtroppo non si potrebbe intervenire.
Ora ho pensato (e probabilmente sbaglio, non ho ancora consultato un medico per l'ernia dopo le infiltrazioni) dato che la RM ha evidenziato che dopo l'ozonoterapia l'ernia si era spostata, avendo ora un impatto durale che prima delle infiltrazioni non c'era, non potrebbe essere questo impatto durale la causa della cefalea? Certo questo non spiegherebbe la febbricola. Se ci fosse una piccola infezione, una sacca di pus, i valori delle analisi del sangue sarebbero diversi?
Infine: per un evento chirurgico sull'ernia devo aspettare di stare bene? O invece dovrei rivolgermi a un medico per la rimozione dell'ernia, potrebbe risolvere il problema?
Ringrazio cortesemente chi vorrà rispondere ai miei dubbi.
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Non credo che la protrusione/ernia sia responsabile della sintomatologia principale di cui Lei si è lamentata.
E' presumibile che l'ipotensione liquorale sia stata la responsabile dell'inconveniente.
Non ho capito perchè l'infiltrazione di ozono (di cui non ho particolare fiducia per la patologia in parola) sia stata eseguita vicino alla dura madre.
Essendo la dura di origine mesenchimale dovrebbe "saldarsi" abbastanza rapidamente e i disturbi, così, regredire. Dal punto di vista soggettivo, ho osservato un maggior prorogarsi della sintomatologia, tipo i disturbi soggettivi del traumatizzato cranico pur in assenza di oggettività. E' possibile che Lei avverta "una situazione spiacevole" quando è tesa, stressata, durante particolari giornate (ad es. umide...), durante i cambi di stagione...Ma questa soggettività è destinata a sparire col tempo sia attenuandosi di intensità sia diradandosi nelle sue presentazioni.

Se, viceversa, vi è un fatta infettivo sottostante, la riparazione durale non è garantita nei termini prima esposti.
Se vi è febbricola, segni neurologici positivi...., è da ritenere che sia in ancora in atto l'infezione/infiammazione, per cui riterrei utile, oltre al riposo distesa (stando distesa la pressione liquorale diminuisce sul presunto "forellino" e maggiore è il tempo di non fistola, quindi si favorisce la cicatrizzazione),
anche la somministrazione di antibiotici.

Finchè la situazione è questa, non toccherei la compressione lombare. Su questo si ridiscuterà successivamente.
Se ha piacere, dia pure ulteriori notizie.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno,
La ringrazio per il consulto. Sto sdraiata più spesso possibile e continuo a bere tanta acqua. E' dura questa situazione di invalidità, è un peso per il mio lavoro soprattutto... Mi consolo pensando che c'è di peggio ma è comunque una bella sfortuna.
Purtroppo temo che i medici non sappiano proprio che pesci prendere, sanno che probabilmente c'è un'infezione o più probabilmente un'infiammazione data la febbre bassa ma dalla PET non si vede niente e non saprebbero quale antibiotico darmi. Ho già preso augmentin a marzo due volte (una prima del foro alla dura madre e una in ospedale) ma non ha risolto.
Ho deciso che vedrò un bravo specialista in ozonoterapia a Milano, sperando che abbia un'intuizione riguardo quello che è successo essendo esperto in materia.
Quanto all'infiltrazione troppo vicino alla dura madre, ci sarebbe da aprire una bella parentesi sull'operato del medico che ha praticato l'infiltrazione ma non posso farlo per questioni di privacy. Mi limito a dire che purtroppo sono in contatto con un avvocato per denunciarlo, non l'avrei fatto se non avessi avuto un'esperienza veramente sgradevole del rapporto medico paziente oltre che il danno... Pazienza ormai è andata.
La ringrazio molto per la consulenza, è stato molto gentile. Le farò sapere come va a finire.
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Prof. Marianno Franzini Otorinolaringoiatra, Perfezionato in medicine non convenzionali 5
Buongiorno,
in riferimento alla lettera della Signora sofferente per ernia discale voglio sottolineare che la procedura adottata dal medico ozonoterapeuta avendo bucato la dura madre sicuramente non è stata corretta e non rientra nè negli insegnamenti nè nei protocolli della Società Scientifica dell’Ossigeno Ozono Terapia SIOOT.

Prof. MARIANNO FRANZINI

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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Per Sua consolazione debbo dirLe che, una volta rientrata la fistola liquorale, può rimanere solo un'infezione/infiammazione nei tessuti muscolari o nella zona intersomatica (questo se bucando la dura si è proceduto anche oltre: una volta l'ho visto nel corso di una pun. lom. in corso di mieloradicolo).
Risolta la fistola, il tessuto muscolare, essendo ben vascolarizzato, porta antibiotici ed anticorpi per cui la guarigione è abbastanza veloce.
La regione intersomatica non ha lo stesso tipo di vascolarizzazione, per cui un eventuale fatto infettivo/infiammatorio rimane torpido, ma proseguendo nella sua azione erode i piatti discali determinando la cruentizzazione e da ciò l'inizio della guarigione.

Bisognerebbe avere le idee chiare sulla situazione, cosa che a distanza non si può avere.

Ritengo che un ozonoterapista non sia la persona più indicata per cercare di aiutarLa.

Dia pure, se ritiene, ulteriori notizie.
Cordialità.
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