Dolore cronico lombare da quasi 3 anni senza miglioramenti

Buonasera,
Sono un ragazzo di 29 anni che da marzo 2015 soffre di un dolore cronico invalidante a livello lombare senza mai un giorno di tregua.
Nei due anni precedenti al 2015 il mio dolore aveva un andamento altalenante con fasi acute (blocchi improvvisi ) e fasi di remissione che mi permettevano anche di correre più di 10 km per 3 volte a settimana.
Nel 2015 stavo bene ma caddi in moto,inizialmente fu solo un colpo al ginocchio che mi fece zoppicare per due settimane.
Qui inizia il vero calvario, attualmente mi ritrovo a soffrire sempre, con un dolore che si irradia in zona coccigea nei movimenti di iperestensione, al mattino rigidità, e in questi ultimi mesi si irradia ad entrambe le anche sia a destra che a sinistra con una sensazione davvero strana di un dolore/bruciore come se mi si tirasse una gamba, giunge quasi anteriormente passando dai glutei senza coinvolgere l'inguine.
Si presenta solo quando sono in ortostatismo e si riduce al camminare.E' violento se mi appendo ad una sbarra con le braccia lasciando le gambe a penzoloni, la sensazione è di avere la schiena "insaccata". Se faccio alcuni saltelli o tento di correre talmente forte che dopo alcuni secondi sono costretto a sedermi per placarlo. Come dicevo ero un ragazzo molto allenato ma ho anche passato molte ore seduto per lo studio.
Fisioterapia 1 vlt a sett.

Tto farmacologici più recenti:1) cortisone os: nessun miglioramento 2)Lyrica per un mese con dosaggi a salire fino a un 75mg+25 dia : nessun miglioramento
3)nei giorni più critici : voltaren im 75mg o voltaren retard os : pochi risultati
4)ibuprofene per os 600mg: il farmaco che mi da miglior effetto
5)valium 5-7 gocce mattina e sera per mesi : lieve effetto

RM di un mese fa:
Non si documentano alteraz. patologiche dei segmenti scheletrici compresi nello studio.
Conservati il muro metamerico posteriore la lordosi lombare. Alterazioni spondiloartrosiche margino somatiche e interapofisarie.Irregolarmente ridotte le dimensioni del canale rachideo sia su base congenita che artrosica.
L2-L3 minima protrusione posteriore ad ampio raggio impronta su sacco durale e lievemente dai legamenti gialli.
L3-L4 protrusione ampio raggio con ernia mediana a iniziale sviluppo caudaleche comprime sacco durale improntato anche posteriormente dai massicci articolari con focale affastellamento radicolare, si associa parziale impegno dei forami di coniugazione senza segni di conflitto con le radici emergenti.
L4-L5 disco leggerm assotigliato protrus. osteodiscale post. ad ampio raggio con piccola ernia sx e paramediana sx che impronta anteriormente il sacco durale e posteriormente dai legamenti gialli.Parziale impegno dei forami senza conflitto con radici emergenti
L5-S1 protrusione assottigliato e disidratato con focalità erniaria dx e paramediana dx. a iniziale sviluppo caudale con possibile contatto con la radice dx senza sicuri segni di conflitto con le radici
Visite da ortopedici e neurochirurghi tutti dubbiosi sulla mia sintomatologia
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Per dare una valutazione sulla Sua situazione, bisognerebbe visitarLa in quanto la risonanza è talmente "variegata" che ogni punto potrebbe essere l'origine dei Suoi disturbi.
Confrontando le immagini con l'obbiettività clinica, si potrà dire di più.
Ai limiti, Lei potrebbe dare una mano trascrivendo l'esame neurologico rilevato alla visita specialistica dell'ultimo Collega.
Cordialità.

Dr. Della Corte: vincenzodellacortemi@libero.it
Case di Cura: "La Madonnina Milano-02/58395555
"Villa Mafalda" ROMA-06/86094294

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio innanzitutto per la sua cortese disponibilitá.
Nelle 2 ultime visite neurochirurgiche si sono limitati a prescrivermi il valium per 3 mesi e di effettuare una risonanza piú recente ,il cui referto é quello riportato qui in alto! In entrambi i casi mi hanno detto che i segni da immagine non sono totalmente consoni con la sintomatologia.
L'ortopedico mi ha presentado come UNICA opzione una eventuale stabilizzazione però a riguardo sono titubante, sono un ragazzo giovane che vive di sport e dato che la medicina é il mio campo leggendo in bibliografia ho riscontrato che nelle stabilizzazioni di colonna soprattutto lombari nei follow up ai 5 anni risulta che i pazienti operati si ritrovano in situazioni simili rispetto a quelli non operati nel lungo termine e che questa tipologia di intervento comporta spesso lo sviluppo delle medesime degenerazioni discali nei trami adiacenti.

Test elettromiografico recente:
Nella norma i parametri di conduzione nervosa motoria dei nervi peronei bilateralmente, l'esame EMG ad ago evidenzia PUM aumentati in ampiezza e durata in tutti i muscoli esaminati, prevalentemente nel muscolo vasto laterale e tibiale anteriore destra, in assenza di denervazione attiva.Segni di sofferenza neurogena cronica prevalenti nei territori L3-L4 e L4-L5 bilateralmente,maggiori a destra. Assenza di denervazioni attive.

Detto questo non ho ancora capito il livello di gravitá in cui mi trovo.Può un ragazzo di 29 anni senza patologie sistemiche apparenti ritrovarsi in questa situazione?
E ci sono possibilità di tornare ad una vita normale senza dover soffrire cosí ogni giorno?
I vari test ( stare in punta di piedi caminare sui talloni etc) non hanno dato esito positivo per questo non mi spiego come sia possibile un dolore cosí forte e costante senza avere questi segni.
Il fisioterapista attuale, a mio avviso un ottimo professionista, ha detto che apparentemente anche le articolazioni coxo-femorali e ileosacrali sembrano non avere grandi problemi
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Il livello, che presumibilmente è interessato, sembrerebbe essere il passaggio lombosacrale.
Non ho capito, dalla risonanza, quale sia lo stato dei dischi.
Anche questo può essere importante.
Se Lei vorrà leggere, nella mia pagina blog, gli articoli pubblicati sull'argomento, rileverà che oggigiorno è anche possibile procedere, ove sia ritenuto utile, a stabilizzazione intersomatica, in anestesia locale e senza utilizzare materiale metallico, con tecnica mininvasiva (incisione di meno di un cm).
Ma tutto ciò potrà essere definitivamente stabilito una volta correlata l'obbiettività clinica con la visura delle immagini della rmn.
Cordialità.
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno.
Questa settimana ho avuto una consulta qui in Spagna paese in cui sto vivendo in questi mesi.
Mi ha visitato un ortopedico specializzato in colonna, e mi ha detto che la zona che probabilmente è responsabile della sintomatologia è quella L3-L4, e che lui, a differenza di quello che mi è stato detto da più specialisti in Italia (che hanno considerato l'opzione della stabilizzazione della zona lombare), opterebbe inizialmente per una tecnica meno invasiva chiamata DISK-FX system, rimuovendo la parte di disco che crea la compressione della radice ad entrambi i 3 livelli da L3 fino a S1.
E' una tecnica utilizzata anche in Italia?
La stabilizzazione proposta dai medici italiani non è un approccio troppo aggressivo considerando che ho meno di 30 anni?
Grazie

Gabriele
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Io sarei ancora meno invasivo; unico livello da approcciare, da definire in sede di visita, con tecnica mininvasiva e stabilizzazione intersomatica con materiale riassorbibile.
Legga, se non lo ha già fatto, gli articoli che ho pubblicato sull'argomento nella mia pagina personale di questo sito.
Cordialità
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dopo
Utente
Utente
Grazie ancora per la risposta e per la Sua disponibilità!
Ho letto i Suoi due articoli, ed
A questo punto vorrei chiederLe:

Per Quale Motivo in casi di ernie discali a volte si decide di stabilizzare la colonna ( che sia con viti e placche o con impianti ed osso autologo ) mentre in altri casi si elimina solo la porzione erniata SENZA fare una artrodesi?

Alcuni specialisti mi hanno proposto la stabilizzazione (o con viti collocate sul corpo vertebrale o con sistemi che si collocano a livello dei processi spinosi costituiti da titanio più osso che successivamente va ad osteointegrarsi) cosa che da ignorante in materia mi spaventa, mentre in altri casi (che sono in numero inferiore) mi è stato proposto di eliminare l'ernia senza fissare le vertebre.
Cordiali Saluti

Gabriele
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Dr. Vincenzo Della Corte Neurochirurgo 6.9k 243 2
Dipende dallo stato delle vertebre e dalla possibilità, specie una volta costretti ad asportare generosamente il materiale intersomatico, di una microinstabilità, delle condizioni generali del paz., della situazione locale....
Vale, comunque, il principio della più bassa invasività, anche (e specie) per i tessiti "molli".
E' per questo che la metodica mininvasiva, dalla iniziale decompressione radicolare, agli interventi più complessi di stabilizzazione (specie con materiale riassorbibile, e non metallico).

Cosa sia, poi, maggiormente indicato nel Suo caso, una volta enunciato i vari principi di massima cui ispirarsi in linea teorica, non è possibile stabilirlo, a distanza, e senza aver visionato le immagini, raccolto la storia anche in funzione dell'obbiettività specialistica rilevata.

Cordialmente.