Adenocarcinoma Gleason 3+3 G1

Buonasera, mio padre 70 anni, dopo periodo di verifica per ipertrofia prostatica, visto un leggero aumento del valore di PSA fino ad 4.04, è stato sottoposto ad esame RM dell'addome con metodologia multi parametrica riscontrando: Prostata relativamente aumentata per iniziale iprtrofia adenomatosa in zona transizione, Non lesioni focali sospette a livello della zona periferica. All'apice del lobo di sinistra anteriormente, nella zona di transizione nodulo adenomatoso di circa 7 mm in sede sottocapsulare ipointenso in T2, ipervascolarizzato e con indici di ristretta diffusività cellulare avente caratteristiche relativamente sospette PIRADS 4. A seguito è stato eseguito esame istopatologico tramite biopsia agobiopsia transrettale ecoguidata.
Risultati ottenuti:
Prostata di diensioni 34x44x44 mm con volume pari a 35ml.
Agobiopsie prostatiche lobo dx (A-F); 6 prelevi 2 focolai (10-29%) di adenoca ben differenziato Gleason 3+3 G1 sec TNM 2010; ulteriori focolai di iperplasia microghiandolare a tipica (ASAP)

Agobiopsie prostatiche lobo sn, su zona targhet (A-C) , random (D-G); iperplasia adenofibroleiomiomatosa e prostatite cronica zonalmente sclero-atrofica.

Alla luce di tali risultati vengono consigliati:
1)regime di sorveglianza attiva sec protocollo PRIAS (attività indicata dal Medico di reparto)
2) intervento chirurgico di prostatectomia radicale videolaparoscopica nerve-sparing sn
3) radioterapia conformazionale perlvica.

Ora mio padre si trova nella necessità di effettuare una decisione sul dafarsi, gradirei anche una vostra opinione. Il medico che ha effettuato la biopsia (come descritto) consiglia la sorveglianza attiva ma riporta anche altre 2 indicazioni.

Cordiali saluti
[#1]
Dr. Paolo Piana Urologo 38.1k 1.7k 17
Lei ci scrive dal suo profilo personale, pertanto non disponiamo di utili riferimenti, come ad esempio l'età di suo padre. In ogni caso, oggigiorno un microfocolaio di tumore prostatico Gleason 6 con PSA basso è in prima battuta destinato ad un percorso di sorveglianza attiva. Questa comporta l'esecuzione di controlli cadenzati del PSA e la verosimile ripetizione nel tempo della risonanza e della biopsia mirata (ogni 2-3 anni circa). Vi sono soggetti che non sopportano l'idea di avere delle cellule tumorali in corpo o la necessità di assidui controlli. In questi casi il trattamento è radicale, chirurgico/laparoscopico o radioterapico, in genere a seconda dell'età e delle condizioni generali. A distanza non è possibile dare elementi in più, poichè comporterebbero la conoscenza diretta del soggetto e le sue attitudini psicologiche. Consigliamo pertanto di chiarire ogni possibile dubbio con il vostro urologo di riferimento, se ritenuto opportuno, sentire anche un secondo parere.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

Tumore alla prostata

Il tumore alla prostata è il cancro più diffuso negli uomini, rappresenta il 20% delle diagnosi di carcinoma nel sesso maschile: cause, diagnosi e prevenzione.

Leggi tutto