Solitudine e relazioni affettive

Buonasera,
sono un ragazzo di 22 anni, studio Medicina con profitto, sono soddisfatto nel complesso di me stesso, ma da circa 1 anno, complice anche un esame che l'estate scorsa ho superato in modo molto inferiore alle aspettative, mi sono messo molto in discussione, soprattutto per quanto riguarda la sfera delle relazioni sociali e affettive. Non ho problemi a socializzare, sono solare e carino ma preferisco avere 4-5 veri amici (maschi e femmine), non grandi compagnie. L'estate scorsa, dicevo, ho capito che il mio "gruppo" non faceva più per me, mi sentivo "solo" in loro compagnia. Per cui, anche dopo aver sentito il parere di una psicologa, ho deciso di dar voce a questo mio nuovo desiderio, di fare nuove conoscenze senza però cambiare quello che sono,e ci sono riuscito. Premetto che vivo fuorisede, a 50 km da casa, in una città universitaria con molti ragazzi/e della mia età e torno a casa nel week-end. A marzo ho avuto la mia prima esperienza affettiva: ho conosciuto all'università una ragazza di due anni più giovane, molto dolce, e per la prima volta ho capito che ciò di cui avevo bisogno era qualcuna che stesse al mio fianco, una ragazza con cui condividere ciò che accade giorno per giorno. Purtroppo lei, che era da poco uscita da una storia, non si è sentita pronta di iniziare una nuova relazione, per cui dopo un mese e mezzo ci siamo lasciati. Un po' per la vergogna (stupida, me ne rendo conto ora), non le ho detto che con lei era la mia prima esperienza e questo "segreto" me lo porto dentro e un po' mi pesa. Sulla sfera sentimentale sono piuttosto riservato, per carattere. Da qualche giorno, quando esco la sera con 1/2 amici per una passeggiata in centro, vedo coppie darsi la mano, baciarsi, e veramente mi sento triste...non voglio sembrare drammatico, ma sento il bisogno di amare e di essere amato. Molti miei compagni di corso si sono conosciuti, si sono frequentati e si sono innamorati, eppure io fin'ora non ci sono riuscito,a parte una. Non sono il tipo che "ci prova con tutte", sono piuttosto timido nell'andare oltre la semplice conoscenza. Negli ultimi giorni mi capita di piangere per pochi minuti, tutto ad un tratto. Durante questi momenti, faccio un po' il bilancio della mia vita, e mi accorgo che ciò che mi manca ora è una ragazza. So che "l'amore si trova quando si smette di cercarlo", infatti questa primavera è stato così, e che probabilmente, con questa tristezza che mi porto dietro (non sempre, ma in alcuni momenti della giornata, per il resto rido, scherzo e ironizzo un po' con me stesso) non sono nella condizione adatta per iniziare una frequentazione...eppure, mi sento come "incompleto". A settembre partirò per un anno in Erasmus. Ho scelto di fare questa esperienza proprio per "smuovermi",e ne sono convinto...eppure sento proprio il bisogno di una ragazza...secondo Voi cosa mi conviene fare? Intendo dire, "sopportare" questo "momento" prima di partire? Mi sto sentendo inadeguato, "diverso" rispetto a molti miei coetanei
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

forse le sue precedenti sicurezze erano piuttosto fragili, se è bastato un esame superato non brillantemente come si aspettava per mandarle in crisi.

Da quanto scrive pare che l'anno scorso sia emerso un senso di inadeguatezza che si è allargato anche ai rapporti con gli altri (non si sentiva più soddisfatto uscendo con gli amici dell'epoca) e alle relazioni con l'altro sesso (ha avuto la sua prima ragazza, ma invece di esserne orgoglioso si vergogna perchè stata la sua prima esperienza).
E' possibile che la sua autostima sia carente e che il senso di fallimento che prova possa dipendere anche da questo, senza dimenticare quel confronto con gli altri che la fa sentire inferiore e diverso perchè le sembra che tutti o quasi abbiano quello che lei non ha.

Ha pensato di farsi seguire da uno psicologo più stabilmente, rispetto al semplice consulto che ha avuto l'anno scorso con una mia collega?

Il fatto che stia per partire per sei mesi non le consente di farlo ora, ma se al suo ritorno fosse ancora in difficoltà le suggerirei di farlo senza attendere oltre.

Per quanto riguarda questi due mesi che precedono la sua partenza le suggerirei di goderseli, per quanto possibile, senza pensare ai problemi che ha esposto, cercando di fare cose che la divertano e distraggano dai suoi pensieri e rivolgendo questi ultimi al futuro, all'esperienza all'estero che la attende.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it