Ansia e ossessioni dopo sospensione Zoloft

Buongiorno, mi trovo qua a chiedervi un consulto.
Fino a poco tempo fa assumevo Zoloft 100 mg/die, in seguito ad un crollo avuto dovuto alla malattia di un mio familiare, che mi aveva portato ad avere disturbi ossessivi con agorafobia: dopo molti anni di terapia farmacologica, d'accordo con il mio psichiatra e su mia volontà ho deciso di cominciare a scalarlo fino alla completa sospensione, avvenuta a maggio.
Ultimamente mi rendo conto di aver cominciato nuovamente ad avere pensieri ossessivi, con piccole crisi di ansia (per il momento ancora mai sfociate in attacchi di panico) e paura di perdere tutto quanto son riuscita ad ottenere; quindi ci sono giorno in cui mi sento giù, apatica e ansiosa e giorni in cui invece mi sento "bene". Purtroppo però in questi giorni in cui mi sento "bene" il mio cervello fa "auto-diagnosi" per vedere se effettivamente sto bene, quindi ripenso alle cose che mi facevano venire ansia e dopo poco ci casco nuovamente, trovandomi nuovamente in un periodo "giù".
Ultimamente continuo a farmi domande sul mio presente, sul mio passato (cioè come son arrivata dove sono ora) e su quale sarà il mio futuro, con paura di perdere tutto quanto. Il pensiero che più mi ossessiona è che il mio compagno (con cui sto da molto tempo) possa scoprire una cosa fatta quando ancora non eravamo fidanzati e che non gli ho mai raccontato (perché preoccupata di quello che avrebbe potuto essere il suo pensiero su di me) e credo che comunque raccontando tutto ora comporterebbe comunque una perdita di fiducia nei miei confronti e la fine della nostra storia. La settimana scorsa invece ero "ossessionata" su quale avrebbe potuto essere la mia vita se avessi fatto scelte diverse in ambito lavorativo e affettivo. La settimana ancora prima anche il dover prendere un autobus mi mandava nel panico, per la paura di non riuscire a controllare la vescica e quindi non avere la possibilità di andare in bagno in caso di bisogno. Anche il tragitto casa-lavoro (di neanche 20 minuti) era un'angoscia - e questo era stato lo stesso sintomo che mi spinse a recarmi da uno specialista dopo 6 mesi in cui non uscivo più di casa e cominciai la terapia con Zoloft.
Possibile che io non riesca a condurre una vita normale senza l'aiuto dei farmaci?
Comunque dentro di me si fa largo l'idea che tali pensieri - mentre ero sotto Zoloft - non mi scatenavano questi problemi, ma erano anzi relegati da una parte del mio cervello; invece ora, qualsiasi scemenza, qualsiasi pretesto sembra ingigantirsi, poi sgonfiarsi, per poi ripresentarsi ed il ciclo comincia nuovamente.
So che questa è solo una piattaforma dove chiedere informazioni e non costituisce una visita a tutti gli effetti, ma vorrei avere un parere - che sia diverso da quello del mio medico curante - per capire se nella vostra casistica avete avuto casi di persone che dopo la sospensione tornano comunque a presentare i sintomi avuti in precedenza e se quindi non c'è speranza per me.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Come non c'è speranza. Ha una malattia che risponde bene ad una cura, e lo fa in maniera stabile negli anni, la ricaduta avviene ma a cura sospesa. Il fatto che esistano disturbi a decorso recidivante o continuo salvo la prosecuzione delle cure, è una possibilità nota. Non credo che il medico le abbia detto di sospendere perché era guarito, sarà stata una prova per verificare se la cura aveva ancora senso o no.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Buongiorno Dottore,

innanzi tutto la ringrazio per la risposta veloce e gentile.

La richiesta di sospensione è partita da me, un po' perché dopo così tanti anni mi sentivo veramente bene e un po' sotto la pressione della mia famiglia, che non è propriamente un "fan" dell'utilizzo di questo farmaco, ma anzi, siccome non ho niente che mi manchi, non ho motivo per stare male.
Mi rendo conto anche di avere una duplice idea in merito ai medicinali: la prima, quella che ho espresso sopra, che mi chiedo se sia possibile che io non possa vivere senza l'utilizzo dei farmaci e dall'altro lato penso che se torno a prenderla non starò meglio, ma che comunque continuerò a stare così (un po' come chi si rifiuta di andare dal medico perchè tanto già "sa" che non starà meglio).

La cosa che mi chiedo è se magari non sia solo una cosa temporanea e che quindi sia solo una questione di tempo e forse se non sia il caso di aspettare ancora un po' e vedere se magari sia solo un periodo di assestamento.

C'è da dire che sto male, ma non sto così tanto male come son stata quando cominciai la terapia: comunque - a differenza di allora - mi faccio forza e comunque continuo a condurre la mia vita, vado a lavoro e faccio tutto quello che devo fare. Ovviamente poi per far fronte all'ansia che mi causano queste "ossessioni", subentra un po' di "apatia" emotiva, che quindi "appiattisce" sia gli stati emotivi positivi che negativi (una possibile forma di autoprotezione?).

Non so se sia indicativo, ma queste sensazioni cominciano subito, nel momento in cui apro gli occhi e tendono a migliorare leggermente verso sera, anche se l'unica cosa che aspetto è andare a letto, per dormire e avere un po' di sollievo.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Lascerei stare le interpretazioni dei sintomi come se dovessero aver senso gli uni rispetto agli altri, mentre invece sostanzialmente in questa fase si sta facendo guidare dalla speranza che stia bene senza nessuna cura. Non è un'idea, che chiunque avrebbe, rischia di diventare poi una priorità, ovvero che invece di star bene curandosi ci tenga a non prender nulla, anche stando male. Il pensiero che tanto curarsi non serve perché stavolta è diverso è uno di quei pensieri, propri delle malattie di questo tipo, che poi tiene lontani dalle cure.
Si consulti col suo medico per sapere se deve eventualmente riprendere la cura, non lo faccia attendendo chissà quale peggioramento. Poi giudicherà lui.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
La ringrazio ancora per la sua risposta. Comunque resto in contatto anche con lo specialista che mi ha in cura e al momento non ha ventilato l'ipotesi di ricominciare con la terapia.
Fondamentalmente i miei periodi di crisi hanno sempre coinciso con grandi periodi di cambiamento e credo che anche questo non sia esente.
La comparazione fatta deriva dal fatto che comunque cerco di farmi forza e non far vedere agli altri il malore che ho (anche se come già detto - rispetto al passato - è in questo caso del tutto gestibile) e quindi il fatto che magari io debba riprendere la terapia credo che non sarebbe del tutto comprensibile dal punto di vista dei miei familiari - con cui poi dovrei scontrarmi. Non è facile avere a che fare con persone che ritengano che basta stringere i denti per andare avanti e che non hanno mai provato tale tipo di disagio, non sapendo cosa comporti.
Grazie ancora
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Ma Lei non deve preoccuparsi di cosa pensano gli altri, bensì del suo benessere.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Buongiorno Dottore,
mi scusi se torno a chiederle consiglio, ma mi sento come bloccata in un loop da cui non so come uscire.

Nei giorni scorsi ho avuti attacchi di panico e quello che sembrerebbe essere vicino ad una ricaduta, seppure per il momento io stia ancora tenendo duro, anche se con la paura che a breve arriverà l'ineluttabile.

Ho paura a parlarne con lo specialista che mi segue, per quello che potrà dirmi (eventuale ripresa della terapia) con tutto ciò che questo comporta. Purtroppo, come già detto, le persone che mi stanno accanto non capiscono come la mia vita possa andare bene solo attraverso l'utilizzo di un farmaco. Purtroppo - a differenza di altre malattie - quella psichiatrica è ancora vista come uno spauracchio e come una cosa che in fondo "non esiste", perché basta farsi forza per andare avanti. Probabilmente se avessi avuto una malattia non connessa all'universo psichiatrico o comunque non così leggera come può essere un disturbo ossessivo come il mio, sarebbe stata accettata la terapia più di "buon grado".

Ed il loop in cui mi trovo bloccata al momento è proprio questo: possibile che la mia vita possa andare solo bene attraverso l'utilizzo di un farmaco? Perché le persone intorno a me - nonostante le tragedie che le hanno riguardate - semplicemente sono riuscite a rialzarsi, mentre per me ogni piccolo sassolino sembra una montagna insormontabile? Ogni cambiamento (e diciamo che in questa fase della mia vita sto andando incontro a grandissimi cambiamenti), ogni problematica che esce al di fuori del mio controllo, crea in me ansia.

Dall'altro lato mi chiedo come poter far accettare questo status di cose, perché anche se ci sto provando con tutta me stessa, a quanto pare questo non basta. Probabilmente la vivo anche come una sconfitta e forse anche io nel profondo del mio inconscio non mi sento "normale" o comunque come le altre persone.

Altre volte mi vien da pensare che non ci sto provando davvero con tutta me stessa e tornare alla terapia sarebbe come un scegliere la strada più semplice.

Per il momento sto utilizzando rimedi naturali per tenere sotto controllo l'ansia - che mi ha causato anche attacchi di panico durante il sonno - ma mi chiedo per quanto potrò andare avanti in questa maniera. Alterno periodi in cui sto bene (di massimo un paio di giorni) a periodi in cui sto peggio (il resto della settimana), fino a questi ultimi giorni in cui i periodi peggiori stanno diventando "eccessivamente" peggiori (resterei volentieri a letto tutto il giorno senza fare niente, mi sembra che non abbia più interesse negli interessi che avevo prima - scusi la doppia ripetizione, o magari a guardare la TV in modo da mettere il cervello in modalità totalmente passiva e non dovermici confrontare).

Come detto, ho paura di rivolgermi allo specialista che mi ha in cura, anche se so già che prima o poi dovrò farlo e quindi vedo il futuro profondamente tetro, con la perdita di tutto ciò che mi è caro, connesso ad un'eventuale ripresa della terapia. Dall'altro lato però penso che non posso vivere tutta la mia vita così.

Le chiedo scusa se son stata molto prolissa, ma trovo un sollievo momentaneo a potermi confrontare con Lei e sapere che - magari - non sono l'unica pecora nera in questo mondo ad avere questo tipo di pensieri.
[#7]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Mi perdoni il doppio messaggio Dottore; la mia paura di rivolgermi allo specialista è anche dato dal fatto che di fronte ai miei cari cerco sempre di fare la parte in cui tutto va bene e non c'è niente che mi turba e quindi credo che se mi rivolgessi allo specialista, la risposta dopo sarebbe "E perché ti sei rivolta a lui, visto che stavi così bene?" o essere accusata di essere una bugiarda, che finge di stare bene.
Dall'altro lato però non mi sento così male come stavo in passato e per questo riesco a mantenere (per il momento) la parte in cui tutto va bene (o forse semplicemente mi illudo che non se ne siano accorti, altrimenti vuol dire che son proprio una brava attrice da Oscar).

Spero davvero di non essere l'unica persona in una situazione del genere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Il loop in cui è bloccata è tipico della sua condizione, ma essendo un loop non le offre alternative tra cui valutare, semplicemente le fa evitare di fare una cosa assolutamente priva di vincoli o implicazioni, come una visita. Non è un oracolo da cui possa trarre chissà quale rivelazione, si tratta di definire cosa ha in termini tecnici per poterle dire se e cosa si può fare.
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dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Grazie ancora Dottore per la sua risposta.
Probabilmente a breve giro contatterò nuovamente lo specialista.
Purtroppo penso che al giorno d'oggi dovrebbe esserci un po' più di informazione su questo tipo di problemi (so che la rete è piena di informazioni, ma non è facile farle leggere a persone che si rifiutino di utilizzare la tecnologia).
Forse dovrei chiedere aiuto al mio specialista, in modo che possa spiegare la situazione - magari in termini un po' più scientifici rispetto al semplice "sto male" che posso dar io - a chi mi è vicino. Dal mio canto, è in me profondamente radicato il fatto che questo malessere derivi da scompensi chimici nel cervello e che non siano semplici pensieri che possano essere lavati con un colpo di spugna. Ho provato a rivolgermi anche a psicologi in passato, con scarsi risultati, fino a quando finalmente non ho trovato la giusta terapia farmacologica, che ha ristabilito il mio equilibrio.
Perché è così difficile per alcune persone accettare il fatto che esistano anche questo tipo di problemi (non so se sia corretto o meno definirle patologie)?
A tal proposito, avrebbe magari qualche scritto informativo da poter far leggere? Che non sia però una pagina stampata da un sito internet, in quanto incapperei nuovamente in quanto detto sopra.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Le attività mentali, di qualsiasi tipo, è chiaro che derivano da fenomeni chimici. Ma questo non toglie né aggiunge niente di particolare, è come dire che un edificio è fatto di mattoni.
Quindi alla fine continuare a pensare in tondo le fa fare dei pensieri che nulla aggiungono e nulla tolgono al semplice concetto: sto male, mi faccio visitare. Quando si è presi in questo loop si pensa di dover capire qualcosa, o sapere qualcosa, o saperlo spiegare al medico, insomma tutte cose che in teoria fanno decidere meglio, ma in realtà ritardano a oltranza una banale decisione.
[#11]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Grazie mille Dottore e mi scusi se magari La ho tediata con le mie domande. Probabilmente il mio è cercare una scappatoia o una soluzione più semplice per non affrontare le conseguenze (in termini affettivi) di un ritorno alla terapia.

Se le può far piacere, La terrò informata sugli sviluppi.

La ringrazio ancora!
[#12]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Buon pomeriggio Dottore, come promesso torno ad aggiornarla.

Dopo un consulto con il mio Dottore, ha optato per l'utilizzo di sostanze naturali; sinceramente io non vedo tutto questo effetto e mi sto demoralizzando un pochino.

Da un lato penso che sia giusto un approccio "farmaco-free", ma dall'altro mi sembra che si stia sottovalutando la situazione (e in alcuni momenti mi sento quasi un caso disperato); inoltre in alcuni momenti sono assolutamente terrorizzata dalle conseguenze che potrebbe avere la ripresa di una terapia (come le accennavo in precedenza sulle persone che mi sono accanto, che non accettano questo tipo di patologia), dall'altro mi dico che se si optasse per la ripresa della terapia se ne dovranno fare una ragione ed accettarlo.

Come può ben vedere, nonostante la richiesta di aiuto, sono ancora bloccata in questo infinito ciclo. E continuo a momenti a chiedermi se veramente i farmaci possano aiutarmi, alternati a momenti in cui mi chiedo perché non riesco a farcela da sola, alternati a momenti in cui non vorrei altro che tornare a prendere la terapia per stare di nuovo bene.

E mi preoccupa il fatto che una volta son arrivata a pensare che senso abbia vivere una vita così, perché prima non ero così, avevo voglia di fare, vedere, la curiosità della vita, mentre ora in alcuni momenti vedo tutto nero e non vedo un futuro, se non costellato da malessere.

La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato.
[#13]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
L'utilizzo di "sostanze naturali" non è proprio contemplato nel trattamento di malattie psichiatriche di ogni tipo.

Sarebbe il caso di sentire un nuovo parere soprattutto per ottenere un reale trattamento che possa aiutarla ad avere un miglioramento sintomatologico consistente.

Dr. F. S. Ruggiero

http://www.francescoruggiero.it

https://wa.me/3908251881139
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[#14]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Al momento sto prendendo solo la valeriana, per qualche ora fa, mi placa un po' l'ansia, ma comunque dopo un po' ritorna il malessere e comunque non si attenua ogni giorno che passa; anzi continuano gli alti bassi, un paio di giorni in cui sto bene e poi gli altri giorni in cui sto male, come quando non prendevo la valeriana. Non credo di poterla assumere vita natural durante come semplice palliativo.

Tra poco contatterò di nuovamente il mio Dottore o nel caso mi rivolgerò ad un altro speicalista (anche se non saprei da chi andare, dovrei andare alla "cieca").

La ringrazio ancora.
[#15]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"ha optato per l'utilizzo di sostanze naturali;"

Chissà cosa sono, una categoria dell'immaginario collettivo, dai connotati medici mai definiti.

Detto questo, alla fine il loop è rimasto tale, e l'ha condotta ad una terapia "senza farmaci" ma che in realtà ne utilizza, però "naturali", tutto un percorso che dovrebbe conciliare l'idea di curarsi con quella di non prender niente.

Un punto morto a mio avviso, che è più sintomatico della sua condizione che coincidente con una terapia definita.
[#16]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Come ho detto sopra, le "sostanze naturali" altro non è che Valeriana. E ovviamente, non sta funzionando.

Ho già riportato la cosa al mio Dottore, ovviamente non posso prendere decisioni arbitrarie e ricominciare una terapia (tra l'altro, ho ancora a disposizione delle medicine, non avendo finito la scatola al momento della sospensione), ma sarebbe arrogante e stupido da parte mia fare di testa mia.

Probabilmente sto anche aspettando di ricevere una "spinta" in una determinata direzione, per paura di fare io una scelta attiva (in modo da poter scaricare la "colpa" su qualcun altro).

Come già detto, oggi informerò il mio Dottore. Se vi può far piacere, vi terrò aggiornati.
[#17]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"E ovviamente, non sta funzionando."

Questo dà appunto l'impressione che alla fine vada consapevolmente verso terapie che reputa inefficaci, e questo converrà che ha poco senso.

Le cure possono essere valutate, ma va da sé che parte della valutazione è in corso d'opera, non prima.
[#18]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Certo, assolutamente d'accordo che vada valutato in corso d'opera.

Comunque la vita è fatta di scelte e io scelgo di voler stare bene, con tutto quello che ne consegue. Poi chi lo vuole accettare e mi vuole restare accanto, è ben accetto.
[#19]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Sceglie di stare bene ma non di curarsi davvero
[#20]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Mi perdoni Dottore, forse mi son spiegata male.
Ho scritto nuovamente al mio Dottore che mi ha in cura, facendo presente che le soluzioni omeopatiche con me non sembrano funzionare. Di lui mi fido e vedrò cosa mi consiglierà.
Se poi continuerò a stare male, mi riservo il diritto di rivolgermi ad un altro specialista, perché voglio stare bene.
Ovviamente come detto sopra non posso farmi terapie da sola, anche se volendo a casa le medicine le avrei!
[#21]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Non può usare farmaci che ha in casa senza una prescrizione chiara.

Sinceramente, se la proposta di un medico è una terapia non validata per un disturbo penserei che è il caso di cambiare medico.

Essere affabili, gentili, educati e convincere che le proprie convinzioni siano una buona strategia terapeutica sebbene nessuno ne abbia prova non vuol dire essere un bravo medico.
[#22]
dopo
Attivo dal 2015 al 2021
Ex utente
Sul fatto di farsi terapie da soli, senza prescrizioni mi trova assolutamente d'accordo.

Ancora non ho ricevuto risposta dal Dottore, ovviamente se non riesco a risolvere a breve, mi rivolgerò sicuramente altrove, ne va della mia salute mentale! Probabilmente ho già rimandato anche troppo!
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