Come fare a capire se ho un problema psicologico?

Salve a tutti, sono una ragazza di 22 anni. Sono una studentessa di una facoltà bellissima che adoro anche se molto difficile e stressante ma in me c'è come un peso che mi porto dentro in forma latente e che, occasionalmente, riemerge. Racconterò in breve la mia esperienza nella speranza che un dott. tra voi possa effettivamente dirmi se ho.bisogno di essere seguita da uno specialista o meno. Tutte le mie disavventure hanno inizio quando ho iniziato l'Università. Al liceo ero fidanzata con un ragazzo di cui ero innamoratissima, la storia si fece seria, io la classica brava ragazza lui anche ma io (a suo dire era palese ) ero molto.più empatica di lui e di conseguenza mentre lui ha sempre messo se stesso davanti a noi, io no. Io ho sempre messo lui davanti a me. Ora iniziando l'università ci siamo allontanati fisicamente e lui è completamente cambiato, o meglio ha tirato fuori quegli aspetti di lui che magari quando era al Liceo o quando era con me durante le vacanze metteva da parte. Era egoista, mi trattava male, denigrava la mia scelta universitaria (io per questioni di famiglia non mi sono allontanata molto da casa, lui sì e per questo mi ha sempre denigrata). Spesso si lamentava con me per il mio fisico e se mi trascurava diceva che era normale perchè aveva le sue cose da fare. Nel.momento in cui per un motivo o per l'altro riuscivamo a vederci la situazione si risolveva e io stavo meglio ma non appena andava via tutti I problemi tornavano e io non mangiavo più, piangevo in continuazione, vivevo nell'attesa di una sua chiamata. Ora, sono passati 3 anni da questa situazione e non ci siamo mai definitivamente allontanati ma ora io sono consapevole del fatto che non torneremo mai più insieme e mai lo dovrò desiderare, ma il mio inconscio non la pensa cosi. Spesso cado in crisi, ripensando a quello che diceva di me, della mia università e della mia vita vicino a casa. Mi sento inferiore mentre prima ero davvero una persona sicura di me e ho sempre paura di non stare vivendo la mia vita come si dovrebbe. È sufficiente che lui mi dica in una chiacchierata sporadica "ah, non hai fatto esame x ancora?" , per farmi letteralmente crollare psicologicamente. Io ho seriamente paura di avere dei problemi psicologici che mi ha creato questa persona. Vorrei sapere se secondo voi dovrei aver bisogno di un supporto psicologico oppure se prima o poi passerà e soprattutto vorrei sapere se potrebbe essere possibile che questa persona abbia contribuito a distruggermi. Ovviamente mi sto imponendo di non rispondergli più anche se a malincuore. Non mi ritengo più "felice" dai tempi del liceo. Vi ringrazio anticipatamente e mi scuso se sono stata un po' prolissa.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,
Quando ci capita di rapportarci con persone che, come nel suo caso (ma è molto comune come esperienza), con il passare del tempo ci creano emozioni spiacevoli facendoci vivere nel dolore, dobbiamo ALLONTANARCI DA QUESTE PERSONE (che siano amici, conoscenti, compagni, fidanzati etc etc). Dobbiamo allontanarci perché è sempre bene mettere il proprio benessere mentale, prima di quello degli altri. Questo non significa essere egoisti, né, tanto meno, essere cattive persone. Ma vuol dire appropriarsi della capacità di essere consapevoli che quella persona ci fa o ci ha fatto del male e prenderne le distanze per "salvarci".
Quindi: scelgo di allontanarmi da questa persona per il mio benessere emotivo. Questo si chiama SANO EGOISMO ed è una grande risorsa per tutti noi.

Lei ha vissuto accanto ad una persona criticista e rimproveratore. Che ha scelto di mettere l'io, prima del noi : "lui ha sempre messo se stesso davanti a noi". Quando è così, la relazione di coppia è disfunzionale e patologica.

"Mi sento inferiore mentre prima ero davvero una persona sicura di me". E ci credo bene che si sente così. Ha vissuto una relazione con una persona che l' ha fatta sentire inferiore. Ma lei non è "inferiore". Ha assunto, e fatto suo il punto di vista del suo fidanzato si di lei.

Molte ricerche scientifiche nel settore della psicologia cognitiva dimostrano, infatti, che vivendo accanto a persone criticiste, nel tempo si giunge ad auto-criticarsi e auto-svalutarsi.

Detto ciò: se avverte la necessità di confrontarsi con un/a collega, lo faccia pure. Non potrà che farle del bene. Ma non è lei che è patologica. È la relazione che era patologica.

Cordiali saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
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Non so come ringraziarla per la celerità della risposta. Mi impegnerò a non cedere alle sue richieste nel caso si dovesse ripresentare. Mi sono dimenticata di dirle che lui spesso mi ha fatto capire che mi vedrebbe volentieri come la donna della sua vita, come moglie ma non come fidanzata perchè sono "troppo" (troppo seria, troppo proiettata verso il.futuro) e lui non regge questo peso, dice che non vuole perdermi come persona ma al tempo stesso non può darmi quello che voglio. Inoltre può sembrare infantile ma ho provveduto ad eliminarlo anche da social. Comunque la ringrazio ancora, provvederò a riflettere su come muovermi.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
"mi ha fatto capire che mi vedrebbe volentieri come la donna della sua vita, come moglie ma non come fidanzata perchè sono "troppo" (troppo seria, troppo proiettata verso il.futuro)"

Carissima,
l'amore, la passione, l'affetto, la condivisione, il rispetto reciproco... non variano da fidanzata a moglie.

Mi sa che il suo ex dovrebbe rivedere la sua coerenza emotiva interna. Ma ora è un problema che non la (ti) riguarda più.
Perché ora devi prenderti cura di te!

Avvalendoti dell'aiuto specialistico di un/a collega, potresti (in sintonia con il collega stesso) fare una disamina delle dolorose scorie che questa storia ti ha lasciato e riappropriarti della serenità che meriti. Ma le ripeto: in lei non vedo nulla di patologico.

Lieto dell'aiuto offertole, le faccio i miei migliori auguri per il suo futuro emotivo e professionale.