Senso di svenimento prima dei pasti?

Salve, sono una ragazza di 20 anni, peso forma. Assumo etiniestradiolo a causa di un ciclo mestruale continuo.
Mi capita molto spesso, soprattutto prima dei pasti ed in modo particolare della cena, di avvertire delle sensazioni molto fastidiose. Si tratta di un senso di debolezza intensa, sudori freddi (pochi), una lieve nausetta, un senso di "tremore interno" ed uno più oggettivo esterno.
Ho provato due volte a misurare la glicemia, convinta che potesse c'entrare in quche modo: perfetta. Lo stesso per quanto riguarda la pressione. Inoltre non si tratta dell'ora, ma della sola consapevolezza di stare per mangiare. Di cosa si potrebbe trattare? Ho fatto recentemente gli esami sangue e tutto era nella norma.
Ho provato a monitorare il battito durante gli episodi e mi sembra fosse ritmico e sui 70!
Grazie!
[#1]
Attivo dal 2007 al 2020
Medico Chirurgo
Gentile Utente,
da quello che descrive non trovo nulla che possa essere ricondotto ad una patologia organica.
Tanto più che ha fatto recentemente degli esami ematochimici a suo dire perfetti.
Come clinico medico a me pare che lei abbia qualche problema nel rapporto con il cibo:
"Inoltre non si tratta dell'ora, ma della sola consapevolezza di stare per mangiare" è una frase altamente significativa.
La sposto nella sezione Psicologica, dove qualificati specialisti potranno esserle di aiuto più di me in un campo che non è mio.
Buona serata.
Dott.Caldarola.
[#2]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

vedo che lei ha chiesto moltissimi consulti e che la maggior parte vertono attorno a problematiche che non hanno cause mediche, ma che sono di presumibile origine ansiosa e ipocondriaca.

La paura di avere gravi malattie e la lunga lista di sintomi fisici che ha riportato sono frequentemente presenti nei soggetti che soffrono di un Disturbo d'Ansia: le suggerisco quindi di prendere in considerazione l'idea di farsi aiutare dal punto di vista psicologico, piuttosto che continuare a sviluppare sintomi fisici privi di cause organiche, visto che gli accertamenti medici effettuati non hanno consentito di rilevare alcuna anomalia.

Nessuno le ha mai consigliato di parlare con uno psicologo di tutte queste sue preoccupazioni, oltre che dei sintomi fisici che derivano presumibilmente dalla sua grande agitazione?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
Salve, grazie per la risposta. In realtà sono già stata seguita da un analista. Non voglio negare la sua proposta di disturbo, né il fatto che di tanto in tanto le mie possano essere preoccupazioni ipocondriache, però le posso assicurare che nella grande maggioranza dei casi i sintomi non sono assolutamente accompagnati da vissuto di ansia. Tra l'altro mi reputo una persona apparentemente tranquilla. L'agitazione quasi non so che sia! Con questo chiaramente non discuto che si possa trattare di qualcosa di "psichico". Può anche darsi che il mio malessere non diventi mai pensiero...
[#4]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
In che senso è stata seguita da un analista?
Ha effettuato una psicoanalisi? Per quanto tempo e quante sedute a settimana?

Ha ricevuto una diagnosi precisa?
[#5]
dopo
Attivo dal 2015 al 2018
Ex utente
Sì. Per la precisione una psicoterapia ad indirizzo psicoanalitico perché si trattava di una sola seduta a settimana, quindi lo specialista non se la sentiva di classificarla come psicoanalisi vera e propria per via appunto della bassa frequenza.
La durata complessiva è stata di circa 9 mesi.
Il percorso è finito non per una remissione dei sintomi, ma per la difficoltà da parte dell'analista di gestire alcune "dinamiche contro-transferali". Almeno questa è stata la spiegazione che lui mi ha dato. Mi aveva infatti consigliato un collega, ma io non avevo alcuna forza di cominciare da capo. Così ho sospeso...

Non ho ricevuto una diagnosi precisa, abbiamo messo in luce alcuni meccanismi, alcuni tratti e dinamiche.
Non so se la mancata diagnosi derivi dal fatto che il mio disturbo non era abbastanza "intenso" da soddisfare i criteri di una patologia particolare, oppure se fosse legato alla tendenza da parte del mio terapeuta ad evitare etichette diagnostiche... Certamente se il mio malessere fosse stato molto forte ne avrebbe scelta una, ma mi ha sempre manifestato quanto preferisse sentirsi "libero", ovviamente nei confini del buon senso.
Quindi immagino che entrambe le motivazioni siano valide.
[#6]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Quindi il lavoro é stato interrotto precocemente e lei non ha voluto portarlo avanti con un altro terapeuta, immaginando di dover "ricominciare da capo": in realtà si ricomincia da dove si aveva lasciato, quindi se deciderà di riprendere la terapia non abbia questo tipo di preoccupazione.
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