Disturbo schizoide e supporto familiare

Salve a tutti, proverò ad essere quanto più sintetica possibile.
Ho un fratello di 19 anni, 9 anni più piccolo di me che ho praticamente "cresciuto" e che adoro con tutto il mio cuore. È stato un bambino molto dolce e sensibile, introverso e timido fin dall'asilo ma comunque senza manifestare alcun comportamento che facesse pensare a problematiche di alcun tipo. Quando aveva 7 anni i nostri genitori hanno divorziato e non è stata una separazione semplice; nostro padre non ha mai nascosto il rancore nei confronti di nostra madre e in una brutta copia della Lettera scarlatta il nostro paesino nell'entroterra del centrosud si è praticamente asserragliato in una lotta di insulti, minacce e isolamento. Mamma mi ha sempre definito un carroarmato, ma lei e mio fratello hanno un animo molto più sensibile e hanno entrambi risentito di questo clima ostile. Nostra madre ha cominciato a soffrire di depressione diagnosticata e seguita da un tentativo di suicidio, mio fratello invece ha iniziato a manifestare una serie di atteggiamenti che all'epoca mi misero in allarme: comportamenti stereotipati, piccoli riti quotidiani assolutamente obbligatori, ed una chiusura verso il mondo esterno pressoché totale. Provai a coinvolgere un aiuto esterno ma la mia famiglia era praticamente a pezzi ed i bisogni emotivi di mio fratello passarono in secondo piano.
Col tempo la situazione peggiorò. Sono esattamente 3 anni che non esce dalla sua camera (se non per la scuola dove il rendimento resta ottimo) e non rivolge parola a mia madre. Mostra assoluto disinteresse per gli animali e soprattutto per l'altrui sofferenza. È apatico, non ha cura della sua igiene personale. Diventa violento quando si prova ad imporsi su di lui in qualche maniera. Da una settimana ha smesso di parlare anche con me; l'episodio è tanto semplice quanto assurdo. Mamma tentava di riposare dopo il turno di notte e lui teneva accesa la radio a volume spropositato , dopo svariate risposte negative alla richiesta di abbassarlo ho chiuso la porta della sua stanza per tentare di attutire il rumore. Il gesto per lui è stato sufficiente per decidere di troncare ogni rapporto con me: sto tentando in tutti i modi di recuperare un dialogo ma lui mi ignora totalmente, refrattario a lacrime e sofferenza e se provo a toccarlo va a lavarsi il braccio.
Ormai è chiaro che ha alla base ci deve essere qualche disturbo e come mi è stato detto da un professionista se non accetta lui di intraprendere un percorso non posso far nulla. Ho però bisogno di capire come devo comportarmi io sia per superare lo strazio al cuore di averlo perso perché non sono stata capace di gestire la situazione, sia per sapere cosa fare ora con lui. Sta per iniziare l'università ad es, mi rifiuto di pagargli la retta per tentare di smuoverlo la rischiando ulteriori danni o mi comporto come se nulla fosse? Che atteggiamento devo adottare ora con lui?
Mi dicono tutti di non pensarci...ma lui è parte della mia anima..come faccio a non pensarci?
[#1]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Lei nel titolo del consulto scrive: "disturbo schizoide". In proposito a ciò, suo fratello ha questa diagnosi? Cioè gli è stato diagnosticato, in sede specialistica psichiatrica o psicologico clinica, questo disturbo di personalità?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,
non c'è stata alcuna diagnosi poiché mio fratello si è sempre rifiutato di farsi seguire da chicchessia; quanto scritto era solo un'ipotesi saltata fuori durante una chiacchierata con la figlia di una vicina laureanda in Psicologia.
La ringrazio
[#3]
Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazza,

per quanto lei possa essere veramente un "carrarmato" , le suggerisco vivamente di non accumulare carichi emotivi troppo pesanti, altrimenti ne andrà di mezzo la sua salute e questo, per una ragazza giovane come lei, è preferibile prevenirlo...
Comprensibilissime le sue ansie e la sua voglia di cercare una risposta, dei perché al comportamento di suo fratello. Normale non sarebbe se fosse l'opposto.
Tuttavia suo fratello ha 19 anni, è in piena adolescenza e verosimilmente, da quello che scrive, avrà attraversato e sta sperimentando molto dolore emotivo. Come dar torto al dolore di suo fratello? Le ipotesi diagnostiche,oltretutto, potrebbero essere varie e- nello stesso tempo- multiple:
- disturbo di personalità?
- prodromi depressivi o depressione in corso?
- etc
ma non necessariamente, tuttavia, è detto che sia un malessere mentale, caratteriale ed emotivo, a determinare il comportamento che descrive. Potrebbe essere una fase di transizione adolescenziale che, considerando il vissuto estremamente doloroso della sua vita, lo porta ad assumere questi atteggiamenti...
Quindi: non possiamo saperlo.

"come mi è stato detto da un professionista se non accetta lui di intraprendere un percorso non posso far nulla". Questo suggerimento è vero, MA in parte. Qualcosa si può fare. E questo qualcosa consisterebbe nell'avvalersi lei di una consulenza presso un/una Collega psicoterapeuta con lo scopo di cercare di sbrogliare la pesante matassa emotiva che lei sta sperimentando, esaminare nel dettaglio e dal vivo, quali potrebbero essere delle strategie da mettere in atto per approcciare con suo fratello rispetto a quanto lui stesso richiede. Ovvero trovare modi di avvicinarsi, non solo fisicamente ma soprattutto emotivamente al lui. Infine il/la collega le potrebbe tornare di grande aiuto affinché lei stessa, assumendo una consapevolezza "scientifica" della situazione che sperimenta a casa, inizi a comprendere cosa fare e cosa non fare ma soprattutto... ad iniziare a prendersi cura di sé stessa. Una maggiore e migliore consapevolezza dei propri vissuti cognitivi (pensieri ed emozioni), aiuta noi stessi con ricadute positive nell'interazione relazionale con l'altro.

Che ne pensa?
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372 182
>>> solo un'ipotesi saltata fuori durante una chiacchierata con la figlia di una vicina laureanda in Psicologia
>>>

E quindi non ha praticamente alcun valore.

Individuare la diagnosi esatta può essere difficile per il clinico esperto, figuriamoci per un neolaureato.

Non è possibile da qui sapere di cosa soffra il ragazzo, ma qualunque sia il problema, se ha un carattere sensibile e riservato non si risolverà certo confrontandosi con lui con un atteggiamento tipo "carrarmato". Quindi per cambiare lui, sarebbe forse necessario che cambiasse prima lei.

Magari non se ne rende conto e la sua buona fede non è in discussione, ma per una persona sensibile in modo probabilmente patologico può essere percepita come aggressione anche il semplice essere toccati sul braccio, senza averne ricevuto il permesso. Anche dai propri familiari.

I tentativi fatti finora, mi sembra di capire, non solo non hanno sortito alcun effetto, addirittura ora suo fratello non le parla più. Perché infatti, più spesso che no, l'aiuto non richiesto o forzato si trasforma in danno.

Interpelli uno specialista lei da sola e gli esprima le sue preoccupazioni. Può darsi che insieme possiate trovare un modo per aiutare il ragazzo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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