Fastidio al pene

Buonasera Dottori. Da un paio di mesi convivo con un fastidio generalizzato al pene, mutevole nella percezione e, di solito, più presente nei giorni successivi l'attività sessuale e, qualche volta, anche al risveglio del mattino dopo un'erezione spontanea. Mi sembra altresì che la percezione di tale fastidio (che va da un senso di indolenzimento e pesantezza, ad un pizzichìo, a qualcosa di simile al bruciore, raramente prurito) cambi al variare dell'attenzione che, inevitabilmente, vi pongo. Durante l'erezione nei rapporti sessuali non provo dolore e pressoché nessun fastidio e lo stesso nell'urinare. Fatto sta che ho inizialmente effettuato gli esami delle urine (nella norma), urinocoltura (negativa) e, in seguito, una visita urologico/andrologica da uno specialista il quale, dopo un'attento esame al pene, ispezione alla prostata ed ecografia all'addome, non ha ravvisato nulla di rilevante ed ha ipotizzato un'infiammazione da curarsi tramite l'assunzione di supposte di un farmaco antiinfiammatorio non steroideo per cinque giorni. Finita la cura, il problema non è però scomparso e si è ripresentato. Ho provato qualche beneficio, arrivando ad annullare quasi del tutto il fastidio, lasciando il pene a riposo e astenendomi dall'attività sessuale per una settimana ma, a seguito di un rapporto, il problema si è ripresentato e permane tuttora creandomi non pochi disagi. Escludendo quindi un problema dermatologico, uretrale o riferibile alla prostata, mi verrebbe da pensare qualcosa legato alla circolazione venosa peniena (tra l'altro soffro di un leggero varicocele, giudicato però dall'urologo insignificante), alle terminazioni nervose o altro (psicologico?). Ringrazio anticipatamente per un eventuale consulto che possa aiutarmi ad interpretare meglio la mia situazione.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 644
Gentile lettore,

che cosa dice il suo andrologo di riferimento?

Ha già fatto un ecocolordoppler dei corpi cavernosi e delle arterie del pene?

Risenta ora il suo andrologo di fiducia e con lui valuti i successivi passi diagnostici e le successive e relative indicazioni terapeutiche mirate.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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