La prima vera cura

Sono un uomo di 45 anni e stò vivendo una storia tanto assurda (per me) quanto preoccupante....
Nel giugno 2004 ho accusato (senza alcuna situazione di stress o malattia organica conosciuta o situazione familiare)
una sorta di intontimento (depersonalizzazione ?) in cui mi sembrava di vivere distaccato dal monod.
Ho trascorso alcuni gg. in cui non giocavo con i miei figli, non avevo voglia di
uscire, non mi concentravo nella lettura, nel lavor, persino nel seguire un banale TG.
Caratterialmente mi sono detto ... "passerà" e non ho fatto ne assunto assolutamente
nulla.
Nel mese di settembre il disturbo è svanito nell'arco di pochi gg.
Dopo un mese ok si è ripresentato ed allora mi sono rivolto (1ª volta nella mia vita)
ad uno psichiatra il quale, dopo avermi sottoposto ai tests psicologici, mi ha diagnosticato
un carattere lievemente ossessivo/ansioso.
Il suo consiglio è stato di soprassedere e, se il disturbo non fosse svanito in 1-2 mesi,
di assumere Fevarin 50mg.
Mi sono "trascinato" sino a febbraio 2006 quando ho interpellato una 2ª psichiatra
(forse perchè "temevo" il Fevarin) la quale mi ha dato Lorans reputando il
tutto come una semplice forma ansiosa.
Sono andato avanti con il Lorans per 5 mesi arrivando sino a 3x20gocce / die.
A questo punto, visto che le cose non miglioravano mi sono deciso, di concerto con il medico,
ad assumere SSRI ovvero SEROPRAM.
Dopo una settimana mi sono sopraggiunti tremori agli arti e una strana/illogica fobia grammaticale.
Mi ascoltavo e prestavo attenzione alla sintassi delle frasi che sentivo/pronunciavo.
Il medico mi ha detto che, ciò era dovuto all'aumento dell'ansia e mi ha detto
di sospendere il Seropram e di assumere SOLO per 10 gg del Melleril.
Peccato che si trattava di un anti psicotico e peccato che lo stavano ritirando
dal commercio...
Mi sono spaventato (antipsicotico = sei pazzo) e, lì, si è interrotto
il rapporto col medico.
Ho reinterpellato il 1° psichiatra che mi ha detto di assuemere il Fevarin.
Così ho fatto nel mese di luglio 2005 ma, dopo 5 settimane non solo non ho avuto
alcun beneficio ma si sono acuiti i disturbi.
La conseguenza è stata che anche qs 2° medico mi ha detto di sospendere con il Fevarin
e di cercare di distrarmi....
Visto il perdurare delle fobie/ansie o cos'altro sono e stufo di sperperare soldi mi sono
rivolto al centro di igiene delle Molinette.
Sono stato seguito sino a dicembre da una dottoressa che mi ha somministrato citalopram.
Tale farmaco è stata la prima vera cura con SSRI protratta per un tempo ragionevole.
Anche quì ci sono stati peggioramenti al punto che avevo anche forme di insonnia.
La diagnosi finale è stata che io non sono un paziente psichiatrico ma che debbo
solo fare questo famoso "wash-out".
Ora siamo a marzo, sono 3 mesi che non assumo nulla ma continuo ad avere
queste fobie grammaticali, mi sento insicuro, la giornata mi pesa perchè è
un continuo timore che gli altri si accorgano.
Gli unici miglioramenti sono solo che dormo la notte e, qualche volta, sorrido.
Ho fatto tutti i possibili esami sanguigni (tiroide, enzimi etc) e sono perfetti.
Francamente temo di evolvere verso forme di "pazzia", di non tornare quello di prima
ovvero quello che sono stato per 44 anni.
Non mi sento depresso ma tanto, tanto demoralizzato.
Avverto una forte tensione interna e, me ne accorgo, per qualche disturbo di linguaggio
(parlo mal volentieri e , talvolta, mi si chiede di ripetere) e, soprattutto,
"scatto" al contatto fisico (ipersensibilità?)

Grazie per un vs parere

Ps: Vi avevo già contattato l'estate scorsa e vi chiedo scusa per questo testo prolisso
ma volevo riepilogare una storia che mi sembra così strana.
Mi dicono che sono fuori dalla "gaussiane" ma nutro forti timori sul mio futuro...
Sono un padre di 2 graziosi bimbetti, senza particolari problemi economici e
con una famiglia che merita di ritrovare un padre/marito come quello di 2 anni fa...

[#1]
Dr.ssa Cristiana Cecchi Psichiatra, Psicoterapeuta 27
Gentile utente,

Ho letto la sua storia, anche gli interventi precedenti a questo. Non posso che essere in accordo con i miei colleghi. Prima di tutto si deve tranquillizzare perché il suo disturbo sembra proprio rientrare nei disturbi d’ansia. Per quanto riguarda il citalopram non ha specificato per quanto lo ha assunto ma anche ammettendo che questa cura è stata adeguata in termini di tempo il problema è che gli altri farmaci che le sono stati prescritti (Fevarin. Seroxat) li ha interrotti prima del dovuto. Le posso dire che è perfettamente inutile iniziare una terapia per poi interromperla troppo presto, rischia di pensare che un farmaco “X” non è per lei efficace senza alcun motivo valido.
Ci sono inoltre altri farmaci indicati per la sua sintomatologia.
Per superare il periodo iniziale di una terapia con SSRI o SNRI, dove si fanno sentire maggiormente gli effetti collaterali, potrebbe essere necessaria la somministrazione di un farmaco ansiolitico come le è già stato suggerito.
Infine sono senza dubbio d’accordo con i colleghi che le hanno consigliato di associare una psicoterapia cognitivo-comportamentale, cosa che mi sembra non abbia mai fatto.
Comunque nessun intervento farmacologico o psicoterapico può risolvere il problema in breve tempo. Se non ripone piena fiducia nella psichiatria e nel suo psichiatra, in modo da portare avanti adeguatamente il trattamento iniziato, non sarà mai in grado di farsi aiutare veramente.

Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi

Dr.ssa Cristiana Cecchi

[#2]
dopo
Utente
Utente
Rispondo, per ora , alla d.ssa Cecchi.
Il citalopram è stato assunto per 8 settimane + 1 di "avviamento" e 1 di dismissione.
Il mio dubbio (per non dire angoscia) è di essere finito in un vicolo senza uscita.
E' triste quando cominci a porti domande del tipo : Guarirò mai ? Tornerò STABILMENTE quello di 2 anni fa?
Tenga altresì presente che la psichiatra ASL mi ha caldamente consigliato un periodo di "wash-out" visto che risulto (parole sue) non un paziente psichiatrico ma quasi un "malato immaginario" che somatizza e si autosuggestiona.
Tenga altresì presente che mi è stato consigliato (dal mio medico curante che è al corrente della storia) di assumere (per 3 mesi) un pò di magnesio (Mag2) che, a detta sua, dovrebbe togliermi questo stato di "tensione" interno.
Alla mia osservazione che non risulto carente di magnesio mi ha risposto che il magnesio rilevato nel sangue non è significativo...
Io non ho (più) pregiudizi su SSRI SNRI ma non ho ancora capito (o voluto capire) quanto possano risolvere definitivamente la cosa...
Per ultimo Le dico che non mi sono ancora rivolto alla psicoterapia perchè sono molto scettico.
Non avendo un problema specifico mi chideo come possa una persona aiutarmi in modo diverso da una moglie o un amico (che, oltretutto, non sono animati da rapporti economici ma da amore e affetto).Da quì il mio scetticismo.
Comunque La ringrazio per il parere espresso.
Cordiali saluti
[#3]
Dr. Silvio Presta Psichiatra, Farmacologo 463
Gentile utente,
i vari interventi proposti sono incongrui per vari motivi:
1. Diagnosi assente (solo vaghe indicazioni), nonchè assente valutazione neurologica (TAC, RMN)
2. Terapie inadeguate per dosaggi e tempi, alcune concettualmente sbagliate (il Lorans come terapia 'antiansia' di mantenimento è malpractice oramai da vent'anni
Consulti uno specialista esperto nei moderni trattamenti psicofarmacologici; a Torino un consiglio è per il Prof. G.Franco Placidi (Ordinario a Firenze che visita nella sua città) o per il gruppo del Prof. Maina (Associato a Torino).
Saluti
Silvio Presta

www.silvio-presta-psichiatra.tk

Silvio Presta

[#4]
Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Gentile Utente,
sono sostanzialmente daccordo con i colleghi che Le hanno già risposto (terapia troppo brevi, diagnosi approssimativa), aggiungerei solamente che una condizione come quella da Lei lamentata è meritoria di un approfondimento diagnostico sia di visualizzazione cerebrale sia con un esame di funzionalità come un elettroencefalogramma a mappatura computerizzata (esistono delle forme di epilessia parziale che possono dare dei fenomeni di derealizzazione / depersonalizzazione), ciò per escludere delle patologie di origine neurologica.
Per quanto riguarda i trattamenti psicofarmacologici oltre all'uso degli SSRI, sono altrettanto validi gli antidepressivi triciclici anche se gravati da più effetti collaterali.
Cordiali saluti.

Claudio Lorenzetti

Dr. Claudio Lorenzetti

[#5]
dopo
Utente
Utente
Ringrazio tutti quanti per le considerazioni.
Volevo solo precisare che ho recentemente fatto una visita neurologica da cui non è risultato nulla di anomalo (nè alcuno dei medici specialisti consultati ha mai ipotizzato la necessità di TAC RSM EEG)
Non ho problemi pressori, di colesterolo etc.
Francamente sono dubbioso sulla natura di questi disturbi e non mi è chiaro se possano essere forme psicotiche (insorte alla mia età) o forme prettamente ansiose (come detto da Cecchi).
Altresì non mi è chiaro se e quanto sia probabile una guarigione completa con l'uso di SSRI.
Riguardo all'uso di antidepressivi triciclici , da ignorante, mi sembra che ipotizzino una forma psicotica (se sì risolvibile?) per cui sono indicati
Aggiungo un'ultima domanda ?
Cosa intendete dire quando parlate di interventi incongrui ?
Mi sembra che 8 settimane di citalopram non siano pochi.
Quello che mi ha stupito negativamente sugli SSRI è stato che, la loro assunzione, non solo non ha dato esito alcuno ma(per 8 settimane) mi ha solo gravato di effetti collaterali.
[#6]
Dr. Claudio Lorenzetti Psichiatra, Farmacologo 249 4
Gentile Utente,
una terapia antidepressiva di qualsiasi tipo deve essere assunta per un periodo minimo di 12 mesi, anche se il quadro clinico sembra risolto, per evitare dei fenomeni di ricaduta. 8 settimane sono davvero insufficienti. I triciclici si usano in alternativa agli SSRI e non necessariamente nelle forme psicotiche (quelle cioè dove coesistono deliri e allucinazioni). Quanto agli accertamenti ritengo l'EEG di fondamentale importanza.
Cordiali saluti
[#7]
Dr.ssa Cristiana Cecchi Psichiatra, Psicoterapeuta 27
Gentile utente,

In risposta alla sua affermazione riguardo agli SSRI (“Quello che mi ha stupito negativamente sugli SSRI è stato che, la loro assunzione, non solo non ha dato esito alcuno ma mi ha solo gravato di effetti collaterali”) devo dirle alcune cose. Non può parlare genericamente di SSRI perché l’unico farmaco che lei ha assunto per un periodo di 8 settimane è stato il citalopram. Ci sono pazienti che hanno una risposta terapeutica solo a dosaggi superiori a 1 cpr ed altri pazienti prima di trovare il farmaco giusto devono provarne più di uno, a dosi e tempi adeguati. Per quanto riguarda gli effetti collaterali purtroppo esistono, alcune persone sono più sensibili ad essi, altri magari non li avvertono nemmeno. Una possibile soluzione è iniziare a piccolissime dosi (a volte 1/2 o addirittura 1/4 di cpr) per poi salire piano, piano ed un'altra soluzione, come già detto, è associare ansiolitici per i primi periodi.
Per quanto riguarda il suo scetticismo verso la psicoterapia, le posso dire che lo psicoterapeuta è ben diverso da un amico o da una moglie. Detto a grandi linee in psicoterapia si lavora sulle emozioni, sui pensieri, sul personale modo di interpretare la realtà e gli eventi. Di fronte ad un evento “X” si individua la nostra reazione (emotiva e comportamentale) che spesso ci fa star male e si cerca di cogliere i pensieri, le credenze, le convinzioni che sono alla base di questa sofferenza così da modificarli.
Senza sottovalutare l’importanza del sostegno delle persone care, il lavoro in psicoterapia (per la precisione io ho fatto riferimento a quella cognitivo-comportamentale) è ben più complesso di un semplice colloquio con un amico ed anche più complesso di quello che le ho descritto solo brevemente. Se però lei pensa che lo psicoterapeuta sia lì di fronte a lei solo perché animato da rapporti economici, la psicoterapia non potrà mai aiutarla.


Cordiali saluti
Dr.ssa Cristiana Cecchi
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