Paura costante di morire e ipocondria

Salve dottori. Vi spiego la mia situazione.
Sono una ragazza troppo, troppo ipocondriaca e troppo troppo ansiosa.
Purtroppo ho perso il lavoro e passo le mie giornate sola a casa tutto il giorno. Non ho amici purtroppo.
Ho solo il mio fidanzato che vedo molto poco perché vive fuori.
Tutto è iniziato quando ho scoperto di avere la tiroide.
Ogni piccolo dolore che ho, mi faccio mille pensieri, mille problemi.
Penso di avere tutte le malattie del mondo.
Questo periodo mi sta capitando di avere forti palpitazioni, fiato corto e capogiri.
Questo periodo gia mi è capitato e pensavo sempre di avere problemi al cuore.
Ho provato ad assumere delle tisane alla valeriana e sembra che la situazione si calmo'. Adesso di nuovo.
Penso che abbia sempre un problema al cuore.
Secondo voi è il mio stare sempre sola,non parlare con nessuno che mi fa essere così fissata? Vi chiedo aiuto. Grazie mille.
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Dr.ssa Paola Invernizzi Psicologo 44 3
Gentilissima, cosa intende con "ho scoperto di avere la tiroide"? Ha scoperto una patologia della ghiandola tiroidea?di che tipo (ipertiroidismo?)? In alcuni casi può dare senso di ansia e palpitazioni quindi è importante che chiarisca questo elemento per capire se la natura del suo problema è psicologica (o solo psicologica) o magari multifattoriale con una base di competenza endocrinologica..
Attendiamo sue delucidazioni.
Un caro saluto

Dr.ssa Paola Invernizzi PhD

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve dottoressa.
Si ho scoperto di avere la tiroide. Ma soffro di ipotiroidismo.
Sono sempre in constante ansia. Ho sempre paura di tutto.
Non so più come uscirne.
Mi viene un piccolo dolore e penso di morire.
Ho 23 anni e voglio vivere serena
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Dr.ssa Paola Invernizzi Psicologo 44 3
Carissima, grazie della risposta. Sicuramente vivere in modo isolato senza possibilità di confronto non può che peggiorare la tendenza a rimuginare di ogni piccola sensazione amplificandone la portata. Tuttavia la cosa migliore da fare per giungere a dei progressi duraturi è prendere contatto con un collega psicoterapeuta (ad esempio se non ha riferimenti può chiedere in consultorio) che possa aiutarla a gestire i meccanismi cognitivi disfunzionali che la tengono incastrata in questa situazione. Può darsi che il/la collega la invii anche ad una consultazione psichiatrica per valutare l'eventuale opportunità di associare nei primi momenti anche un piccolo supporto farmacologico. Sì affidi con fiducia e non esiti a cercare un supporto specialistico, i colleghi sul territorio possono davvero aiutarla a superare questa difficoltà.
Un abbraccio
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa per avermi risposto. Come ben sa , quando si perde un lavoro è difficile andare da specialisti a pagamento. Io non posso permettermelo.
Voglio solo ritornare alla ragazza spensierata di un tempo e vivere i miei anni senza paura e senza stare sempre a preoccuparmi.
Lei è stata molto gentile e molto disponibile nei miei confronti.
La ringrazio davvero tanto.
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Dr.ssa Paola Invernizzi Psicologo 44 3
Non è detto che debba rivolgersi a specialisti privati a pagamento. Ne parli con il suo medico di base descrivendo lo stato che la sta affliggendo da tempo, lui potrà inviarla anche ai servizi pubblici. Chieda anche al consultorio della sua città.
È difficile uscire da soli da queste difficoltà. Già iniziare a parlarne con il suo medico di base è un buon primo passo per iniziare a trovare la persona giusta adatta ad aiutarla, in compatibilità con la sua situazione economica.
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