Fine ambigua di una storia e sensi di colpa

Salve, innanzitutto volevo ringraziarvi per questo utilissimo servizio. Sono Alice, ho 19 anni, e da circa un mese la storia più importante della mia (breve) vita è, teoricamente, finita. Sono stata per 2 anni e mezzo con Marco, un ragazzo premuroso, gentile, divertente, che da sempre aveva periodicamente crisi depressive ma che ormai riusciva a gestire abbastanza bene, attribuendo alla mia presenza questo merito. A gennaio ha scoperto di avere un tumore al cervello. Ha cercato di lasciarmi per non trascinarmi con sé in quel dolore, ma gli ho assicurato che volevo stargli accanto. Da lì tutto è cambiato: ha iniziato a sfruttarmi, ad usarmi come tassista per andare dove gli faceva comodo, abbiamo smesso di fare l'amore ma ha provato a chiedermi del sesso orale (non ricambiato) "per non pensare", ha smesso di rispondere a chiamate e messaggi perché "aveva cose più importanti a cui pensare", ha iniziato a dirmi che era apatico, che per questo non poteva più dire con certezza di amarmi. Ho pensato fosse una fase di accettazione della malattia e ho lasciato correre, mantenendo dei "paletti" perché non era comunque una giustificazione valida per mettermi i piedi in testa. Ma le cose sono solo peggiorate, è arrivato a dirmi che non mi voleva più, che lo assillavo (perché mi arrabbiavo quando non rispondeva per ore e ore), che la mia presenza lo faceva stare male e gli dava ansia. Pur amandolo alla follia, dopo un mese di insonnia, problemi nel mangiare (ho un passato con l'anoressia, che non passa mai), e insomma di sofferenza che riconosco di non saper gestire, mi decido e gli dico che ci sarò sempre per lui ma che questa storia deve finire. Mi chiede di dargli tempo e intanto di vivere la mia vita, mi dice che non sa quando ma prima o poi tornerà. Mi saluta piangendo, mi abbraccia, mi bacia... mi dice: "non è cambiato il sentimento, ma ora mi serve tempo". Smette di rispondere.
Ieri sera, ad una festa, esagero un po' con l'alcool e, arrabbiatissima per questo e per quello che mi ha fatto passare in questi mesi con una consapevolezza e un'indifferenza paurose, bacio un altro ragazzo di cui lui è sempre stato geloso. Stamani mi chiama, mi saluta, mi dice "amore", e io, presa dai sensi di colpa, glielo confesso per quello che è: uno sfogo, una ripicca... Mi insulta dicendo che sono una *****, mi attacca in faccia e non si fa risentire.
Il punto è che se fosse finita davvero non mi sentirei così in colpa. Ma è questo "aspettare per prima o poi rimettersi insieme" che mi fa impazzire. Non ho avuto problemi a non fare l'amore per 6 mesi (i farmaci non glielo permettevano), a non vederlo per quasi 2... ma sentivo che c'era. Sentivo che mi amava e mi voleva. Ora mi sento sola, abbandonata dal mio punto fermo ma ancora legatissima a lui. So di non volere nessun altro, ma se non posso averlo che devo fare? Non so davvero come gestirla.
Andrò da uno psicologo a settembre, ma per ora Vi chiederei gentilmente un consiglio.
Scusate per il papiro e grazie.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Cara Alice,
Il tumore al cervello è terribile, non soltanto perché è un tumore, ma perché compromette - spesso - il comportamento di chi lo ospita.

Le alterazioni, o disturbi del comportamento, dipendono dalla sede del tumore: se sono stati compromessi i lobi frontali per scempio, ci saranno parolacce, insulti, aggressività, altro...

Lei è davvero tanto giovane così già tanto provata da questo amore, si faccia iautare.
È davvero una buona idea quella di farsi seguire da un mio collega.

Questa è la mia esperienza di amore e di un tumore al cervello.

https://www.valeriarandone.it/articoli/congresso-nazionale-sia-2015/

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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