Mi sento depressa e non so come uscirne

Buongiorno, ho 32 anni, convivo da quasi 10 anni con il mio compagno e insieme abbiamo una bimba di 4 anni e mezzo.
Negli ultimi 2 anni la mia vita è totalmente cambiata, nel 2015 sono stata licenziata dalla ditta in cui lavoravo da 7 anni e da lì è stato un crescendo di scelte sbagliate, problemi economici e familiari, che mi hanno logorata mentalmente. Lavoravo 8 ore al giorno, guadagnavo bene, ero economicamente indipendente.
Dopo pochi mesi dal licenziamento ho deciso, nonostante il mio compagno non mi sostenesse nella scelta, di aprire un'attività mia investendo i risparmi e la liquidazione del licenziamento, ma che ho dovuto chiudere nel giro di un anno perchè non avevo più soldi per sostenerla e non volevo assolutamente indebitarmi con le banche, i guadagni erano insoddisfacenti. Non potendo chiudere subito la partita IVA (è una lunga storia...) ho dovuto ripiegare e diventare freelance e questo ha portato il mio stress e la mia ansia a livelli altissimi: fatture insolute, pagamenti in ritardo, guadagni molto sotto la media... sempre in ammanco di soldi. Tutto ciò che guadagno viene irrimediabilemente speso tra commercialista, contributi, tasse, e il fatto che i clienti non paghino se non dopo mesi e mesi non aiuta. Il mio compagno pretende che versi mensilmente una quota per far fronte alle spese comuni, lui guadagna abbastanza bene e riuscirebbe a pagare tutte le bollette e il mutuo anche senza il mio contributo. Mi sento sempre con l'acqua alla gola, non posso permettermi più nulla.
A tutto ciò si aggiunge la responsabilità di madre visto che mi occupo io della bambina nel 90% del giorno: la sveglio, la faccio mangiare, la porto e la vado a prendere a scuola ogni giorno... La porto in piscina e a danza, impegni che ho preso anche alla luce del fatto che non ho un impiego stabile, posso gestirmi gli orari. Inoltre non ha un carattere facile, si annoia sempre ed è difficile tenerla impegnata. Cerco di tenere in ordine la casa, di non far mai mancare la cena in tavola, sbrigo le incombenze della famiglia: spesa, medico, pediatra, veterinario per il gatto ecc... Insomma, credo di fare abbastanza, di non essere una nullafacente, ma mi sento sempre inadeguata, stanca, inutile, lavativa, pigra, superficiale e il mio compagno non manca mai di farmi presente cosa c'è che non va in casa o con la bambina, che servono soldi, che dovrei mettermi a dieta ecc... Se c'è qualcosa che non va in casa finisce sempre per essere colpa mia.
Da alcuni mesi poi non sto bene, ho sempre mal di testa, sordo e costante che mi accompagna quasi tutto il giorno. Sto facendo esami su esami ma ancora non si è giunti ad una conclusione; soffro di ansia, dormo male e ho la pressione alta.
Mi sento esausta e sopraffatta, mi sembra di non aver mai tempo di fare nulla. Sono demoralizzata e un essere inutile, faccio un lavoro che odio e non mi soddisfa solo per soldi, mia figlia e il mio compagno non mi danno tregua... Non so più cosa fare sono disperata...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

perdere il lavoro talvolta significa perdere una parte della nostra identità, e purtroppo porta anche a sentirsi inutili e fragili.

Mi pare di capire che Lei abbia fatto molto per cercare altre soluzioni dopo la perdita del lavoro, ma probabilmente ciò che ha fatto non è stato ben ponderato e magari si è aggiunta anche un po' di sfortuna e inesperienza...

Ma, al di là di questa problematica, come mai con Suo marito si è aperta questa crisi? Se Suo marito potrebbe occuparsi degli impegni economici, come mai vuole che anche Lei si occupi delle spese di casa?

Suo marito come ha vissuto la perdita del lavoro da parte Sua?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, grazie per la sua risposta.
Negli anni passati io e il mio compagno abbiamo sempre diviso le spese comuni a metà, indipendentemente dalle nostre entrate personali, l'unica cosa è che lui si è accollato totalmente il mutuo della casa (la cifra non è altissima al mese) e mi ha fatto pesare più volte questo fatto (premetto che non siamo sposati, convivamo e basta quindi di fatto, io abito in casa sua). Inoltre ognuno mantiene il suo conto corrente personale sul quale vengono scaricati i costi personali tipo abiti, spese mediche, hobby ecc...

Lui è sempre stato molto parco con le spese personali, al contrario di me che invece cedo facilmente ad acquisti un po' più impulsivi; da questo sono sempre stata etichettata come una con le mani bucate e lui si è sentito in dovere di tener controllati anche i miei conti correnti (personale e della mia attività) quindi vede ogni mia minima spesa e se compro qualcosa di imprevisto (magari una borsa, o un paio di scarpe) me lo fa pesare per settimane con commenti e frecciatine. Andavo spesso dalla parrucchiera, era una delle poche cose a cui tenevo e che mi facevano star bene e in ordine, ho dovuto smettere perchè costava. Ci tengo a precisare che la cosa non è inversa, cioè io non conosco i suoi conti correnti e non so bene di quanto disponga lui finanziariamente, se non in linea teorica; lui dice che sono io che non mi interesso e poi che sono risparmi per il futuro (auto da cambiare, l'università di nostra figlia, altre spese impreviste ecc..) di fatto intoccabili.

Quando ho perso il lavoro, lui ha dato la colpa a me, perchè negli ultimi 6 mesi avevo grossi problemi con il titolare e il lavoro in generale; un mio collaboratore se n'era andato e mi aveva lasciato una mole di lavoro e delle mansioni da gestire che non mi appartenevano e non ho trovato supporto nel mio titolare. Per un certo periodo ho addirittura pensato che lo stessero facendo apposta per licenziarmi, purtroppo sopporto male lo stress e dopo 6 mesi di quella vita ero diventata molto scontrosa, è bastato un passo falso e mi hanno licenziato, cosa della quale ero ben felice visto che non mi trovavo più bene. Il mio compagno ovviamente ha ritenuto che se mi fossi comportata meglio avrei avuto ancora il mio lavoro e che se avessi chinato di più la testa avrei ancora il mio stipendio, considerando anche il periodo di crisi generale in cui ci troviamo e trovare un altro posto non sarebbe stato semplice.

Sono arrivata a credere che lui mi reputi un po' immatura e bambina e impulsiva (me lo dice spesso) per come mi comporto in situazioni di responsabilità, come appunto il lavoro, i soldi e la salute e che io tenda a nascondere la testa sotto la sabbia sperando che la cosa passi da sola, senza affrontarla di petto. Un po' è vero, ma ormai ho paura a fare qualsiasi cosa per timore di sbagliare o di peggiorare la situazione.

Quando provo ad affrontare il discorso economico, lui parte con i suoi discorsi logici inoppugnabili ai quali non riesco a ribattere, quindi subisco e pago quando me lo chiede almeno per cercare di non discutere, faccio del mio meglio anche in casa, ma lui trova sempre, sempre qualcosa che non va in quello che faccio, a volte non se ne rende conto, quando glielo dico si scusa ma poi tanto lo farà nuovamente...

Mi scuso se mi sono dilungata tanto.
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