La difficile via dell'introspezione

Save a tutti gentili dottori,
Sono un ragazzo di 22 anni ed ho un passato alle spalle abbastanza complicato.
Non è la prima volta che scrivo qui, come potete vedere tendo spesso a chiedere consulti per il mio colon irritabile.
Purtroppo ho perso mio padre da bambino per un male incurabile (cancro del pancreas), questo ha condizionato e non poco la mia vita.
La fanciullezza è trascorsa abbastanza normalmente, anche perché da bambini si è poco consapevoli delle malattie e della morte. Infatti appena raggiunti i 18 anni devo dire che le cose sono andate peggiorando. Devo precisare che sono sempre stato un tipo ansioso, e quest'ansia si è sempre riversata attraverso sintomi gastrointestinali. Tuttavia, da qualche anno questi sintomi sono diventati più persistenti e talvolta invalidanti, e fanno nascere in me una tremenda paura, quella di avere qualcosa di grave, nonostante mi sottoponga ogni anno ad ecografie che individuano sempre e solo meteorismo. Quest'anno la notizia di un mio caro zio ammalato di leucemia mi ha gettato in uno sconforto immenso, che dura con alti e bassi da giugno; tale sconforto si manifesta con quei maledetti sintomi intestinali... Questo però mi ha spinto a dare una svolta alla mia vita. Ho deciso di recarmi presso il mio consultorio da uno psicologo al quale ho raccontato queste stesse cose. Lui mi ha fatto capire che esiste un'asse preferenziale emozioni-intestino; ovvero tutte le mie ansie e paure si scatenano con tali problemi intestinali, mi ha detto che l'unico modo per riuscire a controllare questo fenomeno è leggermi all'interno, fare introspezione. Io però non riesco, non riesco a capire cosa ha generato un'improvvisa scarica di diarrea,ad esempio,durante una giornata che ho trascorso tutto sommato serena... Sono ostaggio di questo malessere, la via d'uscita credo sia lunga ed ho sempre paura.. tra due settimane ho un'altra seduta e cercherò di fargli presente questo ma intanto vorrei sapere cosa ne pensate Voi...Grazie.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo,

le emozioni si esprimono sia a livello fisico sia cognitivo e quindi tu devi imparare a riconoscere che cosa sta accadendo, quale emozione provi (con intensità diversa...), quali pensieri sono collegati e dove sei.

Non si tratta di introspezione, ma di capacità di riconoscimento e di lettura dei propri stati interni, cosa che non è molto semplice per le persone ansiose.

Se incontri difficoltà nel fare questo compito, da una parte sappi che non è semplicissimo, anche perchè da sempre hai appreso a non riconoscere questi stati o a sovrastimarli, senza però esserne consapevole. Dall'altra, è proprio questo il primo obiettivo della terapia.

Ti sono stati prescritti dei compiti a casa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa la ringrazio per la risposta.
No, non mi sono stati assegnati dei compiti da fare a casa. Solo una discussione di una mezz'ora a quattr'occhi nel suo studio.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile ragazzo,

può avvalersi di queste letture. Le tornerebbero utili https://www.google.it/amp/sanifutura.it/medicina-e-diagnosi-quantistica/la-pancia-sente-comanda-piu-del-cervello/amp/ http://www.stateofmind.it/2015/05/training-psicologico-sindrome-colon-irritabile/

saluti

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
Grazie Dottor Pizzoleo, articoli molto interessanti. Devo dire che nel primo articolo mi ritrovo molto, in quanto da bambino ho sempre sofferto le emozioni forti con lo stomaco e la pancia.. Devo solo capire come gestire la cosa, e qui viene il bello
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
"Devo solo capire come gestire la cosa".
Iniziando ad assere maggiormente consapevole delle proprie emozioni come le ha detto la collega Pileci.

Parta da li! È abbastanza affascinante come percorso

Molti auguri
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dopo
Utente
Utente
Salve dottori, perdonate se riprendo questo vecchio post.
Ho provato a dare ascolto ai miei sentimenti, ma stanotte qualcosa è andato storto. Attualmente sono un po' raffreddato e ho qualche linea di febbre. Stupidamente, ho ricercato alcuni sintomi sul web ed è uscito la qualunque. Spaventato, questa notte l'ho passata insonne, con una leggera nausea che mi svegliava non appena mi addormentavo. Tutto sembra essersi risolto con lo spuntare del mattino. Chiaramente non ho saputo gestire le emozioni, dovrei farlo presente al collega che mi ha in cura? Ho paura di dover rifare tutto da capo. Grazie.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Certo che è il caso di riferire al collega che la segue!
Il timore di poter ricominciare dall'inizio è un timore. Quindi ANSIA.

Con l'ansia: sovrastimiamo la possibilità che l'evento temuto accada (nel suo caso: riprendere tutto dall'inizio) e, contemporaneamente, sottostimiamo la possibilità di far fronte a ciò che temiamo. Quindi avvertiamo un minore senso di autoefficacia: "Ho paura di dover rifare tutto da capo". Ci siamo?

Si fidi del collega che la segue e continui serenamente il percorso

Saluti cordiali
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio dottore, sempre puntuale e gentile.
Buon lavoro.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Lieto dell'aiuto
Buona giornata a lei
Molti auguri!
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