Ansia e farmaci

Buongiorno.

Sono una donna di 38 anni mai avuto problemi di ansia, il primo agosto dopo un intenso periodo stressante ho iniziato a soffrire di forti attacchi di ansia che mi hanno fatto entrare in un incubo. Ho iniziato subito una psicoterapia e seguita da un neurologo psichiatra che mi ha dato 7 gocce xanax mattina e pomeriggio e 10 lexotan la sera per dormire, lui mi ha detto che la mia cura è la psicoterapia.

Continuando però ad avere forti crisi il mio medico di base ha insistito per andare da un altro specialista per un secondo consulto, sono andata ieri, lui mi ha detto che con la forza di volontà non ne esco che anzi alimenta questo stato ansioso come un circolo vizioso, che ormai mi da molti problemi, bocca asciutta, intestino irritato ecc. Che andro solo a peggiorare se non blocco questo circolo. Mi ha dato una cura con xanax, serepium e amisultrina (adesso non ricordo bene il nome dell'ultimo scusate).

Adesso io mi trovo ad affrontare la decisione di prendere o non prendere questi farmaci, io sono molto spaventata dai psicofarmaci ho paura che non riuscirò più a smettere di prenderli, che mi cambino come persona, senza io potrei capire quando ho sconfitto il problema con la psicoterapia mentre sotto farmaco come faccio? Leggo ovunque di persone che non riescono a smettere di prenderli e li assumo per anni e anni, mi sono presa un giorno di riflessione prima di iniziare la cura.

Vorrei sapere se veramente è così difficile smettere tra sei mesi come leggo ovunque, perché così mi ha preventivato il neurologo circa la possibile durata, se posso solo con la psicoterapia e lo xanax che a volte però non mi copre il mio forte stato ansioso affrontare tutto anche con forte stress e a volte momenti di forte sconforto che alimentano l'ansia.

Ringrazio qualsiasi chiarimento che mi potrà essere di aiuto per la mia decisione.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
La psicoterapia è uno strumento che richiede condizioni di eleggibilità e non può essere applicato a prescindere.

La prima terapia è responsabile maggiormente di dipendenza ed assuefazione, a differenza della seconda che ha indicazione nel trattamento dei suoi disturbi.

Dr. F. S. Ruggiero

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[#2]
dopo
Attivo dal 2017 al 2017
Ex utente
Grazie mille della sua tempestiva risposta dottore, ma per quanto riguarda poi la fine della terapia? Quello che mi spaventa maggiormente è il non riuscire poi a doverne fare più a meno. Il neurologo ha detto che le ricadute dipendono dal percorso di psicoterapia che ho fatto e se ho risolto la causa del sintomo.

Vorrei capire se quello che leggo su Internet sono casi particolari o estremi o se è veramente così difficile uscirne. Sono molto spaventata mi scusi.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Ciò che le è stato detto non corrisponde al vero. Le "cause del sintomo" sono una entità astratta. I sintomi li danno le conseguenze dei fattori stressanti.

Se ancora non ha iniziato alcuna terapia si può ragionare secondo lei sulla fine?
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