il mio compagno vuole andare a lavorare lontano da casa per mesi

Buongiorno, mi rivolgo a voi per una situazione alla quale io reagirei d'impulso, creando parecchi problemi.
Io e il mio compagno da quasi un mese siamo registrati all'anagrafe con il ruolo di conviventi. A febbraio 2017 lui ha perso il lavoro e da all'ora i miei genitori ci ospitano a casa loro, per darci la possibilità di realizzare anche con solo il mio stipendio uno dei nostri progetti che ci cambierebbe la vita.
Sia a me che a lui piacerebbe andare a vivere in montagna e far crescere nostro figlio/ i nostri figli, là. Ne abbiamo sempre parlato e avevamo deciso fin da subito che saremmo andati in montagna a vivere, soltanto dopo che lui si fosse trovato un lavoro qua nella nostra città. Lui da luglio ha smesso di cercare lavoro e dice che non lo trova, onestamente però io ovunque vada trovo negozi dove cercano personale, non che mi capitino casualmente,bensì sono io che vado a cercarli. Premetto che lui è seguito da due settimane circa da una psicoterapeuta. L'altra sera, il mio compagno, mi ha detto che aveva pensato ad una cosa, ma voleva parlarne con me, mi ha detto che aveva pensato di andare via per 3 o 6 mesi a lavorare in un rifugio in montagna, non aveva trovato nessun rifugio ancora, ma prima appunto voleva che ci confrontassimo. Io gli ho chiesto se non poteva aspettare che ci trasferissimo, come avevamo sempre detto e intanto magari cercare seriamente un lavoro qua e lui mi aveva detto che andava bene,io gli ho detto che non era una proibizione, solo che fare le circostanze mi pareva la soluzione migliore, lui mi ha baciata dicendomi di stare tranquilla. Ieri sera però, è entrato in camera dimendomi che aveva cambiato idea e che anche se io non volevo sarebbe andato comunque. Gli ho chiesto spiegazioni e lui ha detto che con la mia idea di cercare qua il lavoro lui è ancora senza. Gli ho ribattuto che lui non sta seguendo la mia idea, perché un suo amico mi ha detto che è sempre in giro e non sta cercando nessun lavoro, allora lui ha cambiato versione, ha detto che è un lavoro che gli è sempre piaciuto poter fare e che potrebbe anche stare via qualche mese come uno, due o tre anni, dipende... Gli ho fatto presente che per me sarebbe un tempo eccessivo e gli ho chiesto ancora se non potesse aspettare, quando lui ha cominciato a dire che allora avevamo gusti diversi e forse era meglio farla finita, io ho voluto precisare che non era l'idea del rifugio che non mi andava, ma il tempo della distanza, insomma volevo andare anche io con lui. Lui mi ha detto che lo fa per noi, perchè possiamo vivere felici, ma onestamente a parte il malessere per la distanza non vedo punti a nostro favore. Alla fine mi sono vista costretta ad accettare che cerchi un rifugio in cui lavorare. Il mio compagno pensa che io abbia accettato veramente l'idea che lui stia via tanto tempo, in realtà non è così, ma non avevo scelta. Cos'ho sbagliato? È giusto che lui abbia preso questa decisione senza prima cercare più vicino? Cosa potrei fare io? Vi ringrazio.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 505 41
Gentile Utente,

Lei si chiede se ha sbagliato qualcosa, ma tenga presente che non si tratta di aver sbagliato qualcosa, quanto di comprendere che cosa sta accadendo tra voi.

In primo luogo, le difficoltà economiche possono generare tensioni nella coppia, tenga anche presente che per un uomo potrebbero portare ad uno stato d'animo molto pesante, in quanto gli uomini generalmente sentono molto questo peso, anche a causa del fatto che nella società ci sono ancora dei ruoli ben definiti, nonostante le donne lavorino già da parecchio tempo.

Cerchi di capire che alla lunga il fatto di abitare con i suoceri, non avere un lavoro, vivere con i Suoi soldi, avere una libertà molto limitata, ecc... incide anche sulla stima personale di questo ragazzo.

Non so se ha smesso di cercare lavoro nè perchè, ma ora potrebbe vedere questa opportunità in montagna come l'unica soluzione per modificare la situazione che lo appesantisce.

Lei che cosa ne pensa?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr.ssa Pileci ,
Confermo il fatto che lui abbia smesso di cercare il lavoro a luglio, perché ha detto che dopo 4 mesi non l'aveva ancora trovato (con i lavori precedenti erano bastate due settimane ma entrambe le attività poi sono fallite). Lei mi ha chiesto cosa ne penso: a me l'idea che lui vada a lavorare in un rifugio in montagna piace, sarei felice se riuscisse, però mi farebbe stare più sicura, se ci trasferissimo vicini al suo luogo lavorativo, come avevamo stabilito, anziché lui stare lontano da casa per quel periodo di lavoro e io in pensiero per lui. Condivido ciò che Lei ha detto, decisamente vivere a casa dei miei genitori per molto, per quanto possano andare d'accordo, comunque incide sulla sua autostima, perché la causa per cui siamo da loro è la mancanza del lavoro di lui e premetto che la sua autostima è già bassa. In più crescere un figlio stando sempre a casa dei miei genitori sarebbe controproducente per noi come coppia e per il bambino. Il mio compagno è molto giù di morale come diceva lei, perché appunto ha un ruolo importante nella nostra famiglia, che però non riesce ad esercitare e ha avuto un periodo di depressione dal quale pian piano sta uscendo con l'aiuto di una Sua collega. Come le dicevo, io, non so come agire, non posso obbligarlo a non andare, aspettando di trasferirci, cosa potrei fare?