Disturbo dell'attenzione, sonnolenza

Dunque il mio problema è la mia totale incapacità a concentrarmi su qualcosa.
Qualsiasi cosa non sia perfettamente ludica o che richieda un minimo di sforzo non riesce a trattenere la mia attenzione per più di qualche minuto.
Sebbene io sia REALMENTE interessato a studiare ed ad applicarmi su cose nuove, sebbene non solo sia un desiderio ma anche una necessità non riesco a concentrarmi il tempo necessario per capire cosa sto leggendo/guardando/studiando né, ed è la cosa peggiore a restare sveglio.
Ed è una cosa che comincia a preoccuparmi seriamente perché va peggiorando.
Sono un ragazzo che da sempre è stato definito "molto intelligente" e, in buona misura, penso di esserlo, ma questo problema ha iniziato a palesarsi al liceo, anche se credo che fosse qualcosa sempre presente.
Al liceo ritenevo semplicemente di non avere abbastanza disciplina per stare attento alle lezioni, un po' perché erano noiose, un po' per dei problemi a casa. la mia concentrazione e la mia attitudine allo studio ne risentiva, curiosamente mi sentivo più calmo e concentrato dopo furiose liti e rimproveri da parte dei miei genitori dopo un consiglio dei suddetti andato particolarmente male; dopo lacrime e sfuriate per il seguente paio d'ore riuscivo a mantenere una buona concentrazione.
Con l'università è andata peggiorando, andavo alle lezioni, cercavo di seguirle, ma a circa metà lezione il mio cervello cominciava a staccare la spina e a farmi piombare in una sonnolenza pesantissima.
Di nuovo pensavo fosse colpa mia, poco senso della disciplina, non riuscivo a sforzarmi ad interessarmi a qualcosa che non fosse strettamente piacevole ma solo impegnativo sul breve termine.
Ora però il problema è più serio ed è andato peggiorando.
Cerco di lavorare in un settore che di per se è molto creativo ma anche competitivo e che richiede un continuo studio di nuovi mezzi di creazione e composizione, come nuovi software per il computer o tecniche per utilizzarli.
Il problema è che se provo a studiare qualcosa di nuovo ora la sonnolenza arriva a colpire nei primi due tre minuti.
Letteralmente, sono nella condizione di non riuscire a concentrarmi su NIENTE che mi sia utile, faccio partire un video di aggiornamento e due minuti dopo mi si chiudono irrevocabilmente gli occhi, se provo a mantenermi sveglio cominciano lievi mal di testa e comunque mi riesce impossibile concentrarmi su quanto sto vedendo, ansia e nervosismo salgono.
Ed è a questo punto che sono davvero preoccupato perché sono nella posizione di non poter fare o apprendere niente di utile anche per il mio stesso sostentamento e la cosa mi spaventa un bel po'.
Mezz'ora fa avevo iniziato a studiare questo nuovo software per un colloquio di lavoro che dovrò tenere da qualche giorno, sono qua a scrivere perché stavo _letteralmente_ cadendo addormentato sulla tastiera.
Non ho idea di come affrontare il problema, non so nemmeno se sia un problema che si possa risolvere o se possa rientrare in qualche quadro clinico.
Grazie.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

è possibile che il suo sia attualmente un auto-sabotaggio:

"sono nella condizione di non riuscire a concentrarmi su NIENTE che mi sia utile"

legato a motivazioni affettive che non le consentono di progredire, di avere successo, di raggiungere ulteriori obiettivi.
I motivi possono essere tanti e inconsapevoli, dall'insicurezza al pensiero di non meritare di avere successo, e forse riflettendoci può portarli alla luce.

Per quanto riguarda gli anni della scuola:

"curiosamente mi sentivo più calmo e concentrato dopo furiose liti e rimproveri da parte dei miei genitori dopo un consiglio dei suddetti andato particolarmente male; dopo lacrime e sfuriate per il seguente paio d'ore riuscivo a mantenere una buona concentrazione"

si potrebbe ipotizzare che alcuni fattori sempre di natura affettiva abbiano influenzato le sue performance.
I motivi della dinamica che descrive potrebbero forse essere stati legati alla necessità di scaricare la tensione (che, una volta eliminata, non influiva più sulle sue prestazioni cognitive), e/o al rapporto con i suoi genitori, cioè a ciò che la riuscita nello studio poteva rappresentare per loro.
Ad esempio lei potrebbe aver desiderato deluderli o vendicarsi di qualcosa che non le piaceva o la faceva soffrire non dando loro soddisfazioni in ambito scolastico, e nel momento in cui veniva sgridato poteva aver raggiunto il suo obiettivo e consentirsi quindi di riprendere la piena capacità di concentrarsi.

Ovviamente le mie sono solo ipotesi e, come tali, da vagliare alla luce della conoscenza diretta del caso (che da qui manca), ma può prenderle in considerazione per comprendere come il funzionamento cognitivo sia profondamente influenzato da tante variabili emotive e relazionali che nulla hanno a che vedere con l'intelligenza e le capacità di una persona.

Se lei avesse oggettive e pervasive difficoltà di concentrazione non sarebbe in grado di fare nulla e nemmeno di scrivere un post come quello che ci ha indirizzato, perciò le cause del suo "blocco" devono essere cercate altrove.

Le suggerisco di riflettere sugli spunti che le ho dato e di approfondirli di persona con un mio collega.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Beh questo mi fa senz'altro riflettere sui pericoli del pensiero deduttivo e le conclusioni assolutamente sbagliate che ne possano derivare.
Per esempio sugli episodi liceali non avrebbe molto più senso pensare che, una volta raggiunto il climax con i miei genitori, mi sentissi più libero dopo perché pensavo semplicemente: "il peggio è passato"? Almeno, io è così che l'ho sempre vissuta, l'ansia di fallire che alla fine ti fa fallire.
Il problema è come ce ne se ne libera senza psicofarmaci? E soprattutto può essere correlata a questa sonnollenza devastante?
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Per liberarsi dall'ansia senza psicofarmaci è possibile seguire un percorso psicologico, che sarà impostato in base alla diagnosi e quindi all'esito della valutazione iniziale necessaria per inquadrare il caso.

Per quanto riguarda la sua domanda sulla sonnolenza, da qui non possiamo raccogliere gli elementi necessari per rispondere con certezza e posso solo dirle che può trattarsi di un sintomo psicologico così come di un sintomo medico: ne parli per sicurezza anche con il suo curante.