Oltretutto non si tratta solamente del fastidio dovuto al reflusso

Buongiorno, scrivo per ottenere un secondo parere circa la mia situazione. Sono un ragazzo di 25 anni e non ho mai avuto problemi di salute.

A partire da novembre 2016 ho iniziato ad avvertire i primi sintomi del reflusso gastroesofageo, fino ad arrivare ad avere difficoltà a deglutire. Avvertivo secchezza quasi totale della bocca e bruciore in gola e nelle orecchie; non ho mai accusato bruciore di stomaco. Il mio medico curante mi ha prescritto una terapia di omeprazolo 20 mg/giorno per 4 settimane, che è stata poi prolungata per ulteriori 4 settimane in quanto la risposta terapeutica è stata incompleta. Alla fine della terapia i sintomi non erano completamente risolti e non ho notato differenze dopo aver smesso il farmaco. In particolare, la difficoltà a deglutire è scomparsa, ma sono rimasti sintomi "alti", ovvero fastidio in gola(specie quando supino), sapore di acido in bocca, sensazione di secchezza in gola, fastidio alle orecchie.

Dopo circa un mese, ho seguito un altro ciclo di omeprazolo 20 mg/giorno per 4 settimane senza risultati. Ho quindi smesso il farmaco e, passato il tempo necessario, ho eseguito un breath test per l'helicobapter, risultato negativo. Da qui fino a giugno ho proseguito usando unicamente antiacidi quali gaviscon advance e esoxx one.

Dato che i sintomi non si erano ancora risolti, il mio medico curante mi ha prescritto una visita con il gastroenterologo, che mi ha dato una terapia con esomeprazolo 40 mg due volte al giorno per 8 settimane. La terapia è stata efficace, i sintomi sono notevolmente migliorati ma non scomparsi del tutto. Quando però ho scalato il dosaggio a 20 mg due volte al giorno (sempre esomeprazolo), i sintomi sono tornati. Si tratta sempre di sintomi della parte alta, quindi sapore amaro in bocca, fastidio in gola e nelle orecchie, sensazione di secchezza in gola.

Il gastroenterologo ha quindi deciso di procedere con una gastroscopia, che ha evidenziato assenza di ernia iatale e cardias continente; tuttavia ha anche trovato una frastagliatura sub-centimetrica della linea zeta, di cui è stata effettuata una biopsia.

Al momento sto attendendo i risultati della biopsia per aggiornarmi col mio medico, che comunque ha già anticipato che intende proseguire la terapia con IPP. Vorrei avere un secondo parere, in quanto il medico esclude l'efficacia della procedura chirurgica e non ha intenzione di integrare la terapia farmacologica, nonostante la risposta terapeutica sia incompleta.
Secondo voi, nel mio caso, non vi è alcuna possibilità alternativa? Oltretutto non si tratta solamente del fastidio dovuto al reflusso, ma anche alla possibilità di degenerazione della metaplasia esofagea.

Attendo vostro gentile riscontro.
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Dr. Felice Cosentino Gastroenterologo, Chirurgo apparato digerente, Chirurgo generale, Colonproctologo 71.3k 2.3k 74
Credo che sia necessario un approfondimento diagnostico con la ph-manoimpedenzometria esofagea. Tale esame chiarirà le caratteristiche del reflusso e darà corrette indicazioni per la terapia o per l'eventuale trattamento chirurgico.

Contemporaneamente eseguirei la titolazione della gastrinemia sotto terapia con IPP per valutare l'efficacia di tali farmaci.

Escluderei anche eventuali intolleranze alimentari (lattosio ?).


Cordialmente

Dr Felice Cosentino Gastroenterologo Endoscopista - Milano (Clinica la Madonnina), Monza (Wellness Clinic Zucchi)- Reggio C (Villa Sant'Anna)

Il reflusso gastroesofageo è la risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago: sintomi, cause, terapie, complicanze e quando bisogna operare.

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