Infiammazione della prostata e vescichette seminali dilatate... cosa fare?

Salve.
Parto dall'inizio.
Lo scorso anno la mia compagna dopo aver partorito nostra figlia con taglio cesareo ha iniziato ad accusare vari disturbi. All'inizio di quest'anno scopre di avere un'artrite generica dovuta con ogni probabilità da un 'infezione ai genitali da ureaplasma urealyticum con carica 100.000. Iniziamo insieme tra aprile e maggio una terapia di 30 giorni a base di bassado, prescritta dal reumatologo della mia ragazza. In quel periodo personalmente avevo solo bruciori sempre più insistenti al glande e cattivo odore alla minzione. Passa un mese e invece di essere guarito ho disturbi sempre più accentuati fino ad arrivare un giorno con brividi, stato febbrile, dolori alla vescica, continuo stimolo alla minzione. Vado dal mio medico di base che mi prescrive nuovamente il bassado che faccio per 20 giorni.
Undici giorni dopo faccio il tampone uretrale che è negativo. Continuo però ad avere bruciori persistenti, in particolare dopo l'eiaculazione.
Chiedo finalmente aiuto ad un'andrologo.
Il 23-8 faccio ecografia prostatica dalla quale risulta:
La ghiandola di dimensioni 25ml, nei limiti della norma ad eco struttura lievemente disomogenea nella porzione centrale con presenza di microcalcificazioni in sede periuretrale. La zona periferica è omogenea priva di alterazioni focali. Vascolarizzazione parenchimale nei limiti della norma. Plesso venoso periprostatico minimamente ectasico (4mm). Vescichette seminali dilatate, con numerose aree anecogene intraparenchimali e setti interni.
L'ecografia scrotale in sostanza dice:
Didimi di dimensioni nei limiti della norma, ad ecostruttura isoecogena e omogenea. Strutture epididimo-deferenziali prossimali regolari. Varicocele sinistro di grado I-II sec.
Il 28-8 le analisi delle urine per mycoplasmi e chlamydia sono negativi come anche la spermicoltura.
L'andrologo non trovando nessuna infezione mi dice che il battere ha lasciato l'infammazione e occorre del tempo perché se ne vada e non avendo intenzione di avere altri figli a breve termine non mi ha dato alcuna terapia.
Ora, avendo ancora bruciori prolungati al glande e dopo l'eiaculazione a volte noto filamenti, mi chiedo se devo controllare se il battere è ancora presente o se è il caso di fare qualcosa per l'infiammazione che mi ritrovo.
Grazie mille.
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Dr. Giovanni Beretta Andrologo, Urologo, Patologo della riproduzione, Sessuologo 56.2k 1.2k 643
Gentile lettore,

ripetere le valutazioni colturali a distanza adeguata dall'ultimo ciclo di antibioticoterapia può anche essere una indicazione corretta, vista la sua attuale sintomatologia, ma ora risenta in diretta il suo andrologo di riferimento e con lui studi anche una eventuale strategia terapeutica mirata.

Detto questo poi si ricordi che, quando sono presenti queste "problematiche urologiche”, possono essere utili alcune indicazioni anche di tipo dietetico-comportamentale:

1)vita sessuale regolare, non lunghi periodi di astinenza;

2)limitare l'assunzione di alcuni alimenti tipo cioccolato, uova, frutta secca, formaggi stagionati, ecc;

3)lo stesso vale per le bevande come il caffé, il tè,le bibite gassate od alcoliche;

4)altra cosa importante è bere con intelligenza ad esempio durante tutto l'arco della giornata sono consigliati almeno 2–3 litri di liquidi, soprattutto acqua (se non esistono altre controindicazioni di ordine generale), smettendo però di bere almeno tre-quattro ore prima di andare a letto;

5)combattere la stitichezza quindi fare una dieta ricca di fibre e praticare una regolare attività fisica;

6)se si fuma, spegnere la sigaretta perchè la nicotina ha un'azione irritante sulla vescica;

7)tenere d'occhio la bilancia, infatti, se obesi, spesso perdere peso migliora il quadro clinico, infatti il grasso accumulato sul giro vita può aumentare la "pressione" sulle vie urinarie e peggiorare i sintomi;

8)infine ultimo consiglio, ma non meno importante, quello di ascoltare sempre attentamente il proprio medico di famiglia e lo specialista urologo che la stanno seguendo.

Un cordiale saluto.

Giovanni Beretta M.D.
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