Rimuginio continuo, anche a voce alta

Salve,
continuo con l'esposizione di quelli che ritengo siano i miei sintomi, sempre nella speranza di trovare qualche spiegazione. Come da titolo ho la tendenza, specie nei periodi di particolare stress, a rimuginare in modo incontrollabile, su eventi passati risalenti anche a decenni fa, eventi recenti, su eventi prossimi e futuri e tutte le possibili eventualità, al punto che talvolta mi scopro anche a sussurrare quello che immagino dirò nelle varie circostanze, a volte mi capita anche quando sono magari per strada, insomma di parlare da solo. E lo stato in cui lo faccio è eccitato o in senso euforico o in senso rabbioso, quest'ultimo particolarmente penoso perché mi arrabbio anche per cose che immagino possano accadere o essere accadute, e la rabbia è intensa e quando si esaurisce lascia il posto ad uno stato depressivo e di spossamento, insieme alla vergogna e alla confusione. Io continuo a sperare che se riporto qualcosa di abbastanza specifico qualcuno potrà dirmi qualcosa su quale disturbo potrei avere, mettendo insieme i vari pezzi. Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Invece dovrebbe andarsi a far visitare, come le è già stato detto.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
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dopo
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Dottore, ma non vuole neanche minimamente commentare quello che ho riferito? Non sono sintomi psicotici questi, o di bipolarismo? Non può trattarsi di "semplice" doc. Non può di certo danneggiarmi ulteriormente se mi aiuta a capire che problema ho, anche se solo in via ipotetica. Non sto cercando rassicurazioni, ma risposte, per quanto parziali. Perché negarmelo?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Bisogna che non continui a insistere con questo atteggiamento, ennesima riproposizione di domande prive di costrutto che riguardano l'esito di una visita, e non i suoi presupposti.
Insiste nel dire che deve capire, invece no. Deve farsi visitare, lo ha deciso Lei che ci deve essere qualcosa da capire prima, è sbagliato, e sì, puà danneggiarla, perché ritarda il momento in cui inizia a farsi curare.
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dopo
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Cioè ho dei sintomi che mi fanno stare male da anni e mi creano angoscia e confusione ed è senza costrutto voler capire di che si tratta? Io voglio saperlo prima perché come ho spiegato sono disposto ad assumere ansiolitici e al massimo alcuni antidepressivi, e solo per un periodo di tempo ragionevolmente limitato. Antipsicotici e stabilizzatori assolutamente no, non me ne libererei mai più e col tempo mi distruggerebbero, come è noto. Mi sembra assurdo che mi si dica che finché non me lo dice qualcun altro non c'è niente da sapere e niente da capire. Allora non ho niente e posso andare avanti tranquillo.
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dopo
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Dottore, forse Lei non ha capito. Io non sto cercando di essere rassicurato sul fatto di non avere il disturbo bipolare associato ad un disturbo ossessivo, io so di avercelo, ne ho tutti i sintomi (non uno, non alcuni, li ho tutti), l'ho detto fin dal primo consulto. È da un anno e mezzo che cerco inutilmente e disperatamente di ricevere questa benedetta conferma, cercando di riportare tutto quello che posso nella maniera più chiara possibile. Proprio perché non si tratta di semplice ipocondria né di solo doc, né di depressione unipolare la cosa è così complicata. Non credo di stare delirando in questo momento, perché ho riportato i miei sintomi circostanziandoli e argomentandoli. Poi probabilmente il continuare a chiedere qui può magari costituire una sorta di rituale, ma di tipo comunicativo , ho bisogno di parlarne a qualcuno di competente, per non "dimenticare" io stesso, e per contenere l'angoscia e il terrore che mi prende a tratti. Il ricevere o meno una diagnosi non cambia la realtà della mia vita, dei danni e degli errori umorali che ho accumulato. E una cura, ammesso che possa essere definita tale, ammesso che funzioni, non può restituirmi niente di ciò che ho perso, i rapporti che ho rovinato, le occasioni che ho perso e rifiutato, il tempo che ho sprecato. È per avere qualcun altro che me lo confermi, per non essere il solo a pensarlo. Poi tanto comunque sento che farò una brutta fine comunque (forse me lo merito anche), per mano mia preferibilmente, se non posso addormentarmi stasera e non svegliarmi più, ma almeno sapendo il cosa, come e perché. Tutto qui.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
No, sta sbagliando proprio su tutta la linea. Ho capito benissimo, e non fa alcuna differenza. Lei sta semplicemente omettendo di farsi visitare. La cosa non ha il minimo costrutto. Quel che ha concluso Lei è irrilevante. In parte sono pensieri proprio della sua condizione, in parte sono un suo modo di gestire la cosa o di pensare che si possa gestire così, assolutamente sbagliati.

Si faccia visitare e si faccia guidare.
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"In parte sono pensieri proprio della sua condizione"

Quale condizione?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
La sua condizione mentale che qui si può intuire e che riferisce lei, e della quale non riceverà ipotesi diagnostiche qui, tanto per evitare domande in merito.
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Si può intuire ma non si può nominare?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
No, perché Lei ha bisogno di essere visitato e di un'indicazione concreta, non di elementi su cui continuare a riflettere in maniera improduttiva.
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Non capisco se sono depresso, o se ho un disturbo d'ansia. Quando provo a parlarne agli amici invariabilmente mi sento rispondere che non ho bisogno dello psichiatra, che sto cercando la via facile della pasticca, il che mi fa sentire ulteriormente stupido e confuso, oltre che solo. Non so più a cosa attribuire quello che penso e faccio, se sia semplicemente cattivo carattere o se ho effettivamente un problema. Non so più a cosa credere, e Lei mi chiede di sospendere ancora il giudizio. Invece saperlo mi darebbe la possibilità di spiegarlo anche agli altri.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non le chiedo nulla.
Lei chiede un consiglio.
Si faccia visitare.
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Lei pensa che io abbia bisogno di farmaci? Mi ritiene lucido in quello che dico? Sembro depresso o eccitato? Se così fosse non dovrebbe essere evidente anche a chi mi circonda? Non so più niente, non capisco più niente.
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Non pensa invece che avere un'idea allevierebbe la mia confusione e mi aiuterebbe a ridimensionare quello che mi aspetta?
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Dove finisce ciò che sono (che sarei stato comunque) e dove inizia questo disturbo? Le scelte che ho fatto, o non ho fatto, sono state davvero scelte? I pochi rapporti che mi restano, sono reali o sono avvelenati e patologici? Sono realmente capace di intendere e di volere? Io tutto questo non lo so più. Sono tutte domande senza risposta? O sono infondate? Se sento di essere depresso non basta per concludere di esserlo davvero? Perché ad altri le cose vengono dette chiaramente mentre a me lo si rifiuta? Così si alimentano la confusione e le paure, almeno nel mio caso. Sono paranoico?
Questi sono i pensieri e le domande che mi vengono in tempo reale, in successione, tra cui il pensiero del suicidio, in una giornata qualsiasi, mentre resto paralizzato e impotente, chiuso in casa. C'è qualcosa di fondamentale che mi sfugge? O non è una questione razionale ma puramente biochimica, se capisce cosa intendo? C'è qualcosa che non "sento" o sento male, più che qualcosa da vedere e da capire?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Si pone domande per la pura tendenza a porsele, non hanno neanche tutte un senso compiuto.
Non c'è da capire, c'è da farsi visitare e seguire le cure indicate.
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Così non mi aiuta. Mi sta rifiutando le risposte di cui ho bisogno e mi dice di fare una cosa che se fossi in grado di fare avrei già fatto anni fa. Non è possibile per me. Io non voglio più vivere da tanto tempo ormai. La vita non ha senso e non vale la pena di tutto l'orrore che comporta. È solo una questione di tempo e di rendersene conto, prima o poi. Tanto non ho un vero legame con niente e con nessuno. Per chi o per cosa dovrei curarmi? La cura è la morte, e forse nemmeno quella.
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dopo
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Dottore mi scusi, so che ha ragione. In condizioni famigliari ed economiche meno critiche e complicate mi sarei deciso prima e avrei agito diversamente, forse.
Vorrei fare solo un'ultima domanda. In base a tutto quello che ho riferito nel tempo, a Lei sembra che io ci stia mettendo del mio (al di là del disturbo che potrei avere) di caratteriale, di pigrizia, di vizio, di orgoglio, di "perverso", nel non agire, nell'autodistruggermi? C'è una colpa che devo riconoscermi? So che è difficile da dire, specie non conoscendomi se non attraverso i miei racconti, ma questo è sempre stato un dubbio costante, che mi ha sempre schiacciato e portato a pensare che forse sono solo una cattiva persona, che mi merito la vita che ho, e che non ci sia niente di competenza medica da curare, e mi ha sempre fatto vergognare nel chiedere aiuto. La ringrazio comunque per l'attenzione che mi ha dedicato.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Sta alternando tentativi di proseguire questo affastellamente di domande che hanno sempre meno significato e poi dà ragione. Allora parta da qui, e vada a farsi visitare. Capisca e accetti se il medico le indica cosa fare e non dedica tempo a rispondere alle domande che sicuramente gli porrà così come fa qui.
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Dottore scusi, ma volendo rimanere solo sull'ultima domanda, perché dice che non ha significato? Non è un dubbio legittimo e comune, e anche più o meno apertamente condiviso da chi è vicino alla persona? Poi il dubbio è dato dal fatto che vedo le cose diversamente anche a distanza di poche ore, come si è visto. Le dò ragione sulla necessità di farsi visitare, il perché si rifiuta di commentare o rispondere non mi è chiaro, mi spaventa più che altro, mi fa sospettare di essere grave o delirante o maniacale. Eppure a me sembrano domande che chiunque si porrebbe nella mia situazione, indipendentemente dal farsi poi visitare da un medico.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Certo, che chiunque si porrebbe nella sua situazione, il che non significa che vadano gestite discutendone.

Il fatto è che discutere e ragionare sulle cose non è parte della soluzione, ma parte del problema.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
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D'accordo, ma questo comunque non rende conto della depressione o del disturbo bipolare. Che problema c'è a dire "Sì, in effetti sembra depresso" (o agitato o euforico)? Almeno uno lo sa, ne ha la conferma, può dire a chi gli è vicino e vuol capire che ha un problema che ha un nome, non genericamente ansia o paure, e non perché lo ha stabilito da solo ma perché un medico lo ha almeno intanto ipotizzato. Certo che non basta, ma almeno è un inizio, un punto fermo da cui partire. Quando ho deciso di provare a chiedere consulto qui credevo che qualcuno avrebbe o confermato o smentito la mia autodiagnosi, non lasciato in sospeso, con tutte le parole spese (tra un po' saranno due anni) per raccontare e spiegare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"Quando ho deciso di provare a chiedere consulto qui credevo che qualcuno avrebbe o confermato o smentito la mia autodiagnosi"

Sbagliato, non serve a questo. L'autodiagnosi riflette il proprio stato mentale, ed è fondamentalmente inutile. Anzi, da evitare.

Nessuno la lascia in sospeso, le è stato detto chiaramente di andarsi a fare visitare, e la smetta con questo atteggiamento in cui fa finta di non aver capito per cortesia, visto che Lei stesso l'ha capito e detto.
Lei è in sospeso per effetto del suo stato, questo spazio non serve per alimentare questo meccanismo.
Non c'è prima da capire e poi da farsi curare. Prima da farsi curare e poi da capire.



A questo punto mi pare giusto chiudere qui. Non rispondo oltre poiché mi pare inutile.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
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Non è che faccio finta di non capire. Ho capito, ma ci sono altre forze in ballo, sento comunque che mi aiuterebbe avere delle conferme precise, sono confuso e spaventato, non c'è malafede, solo il bisogno di poter avere un minimo controllo prima, perché comunque rimane il dubbio che Lei possa non aver capito o che io non riesca a farmi capire, e così potrebbe essere anche con un medico di persona. È paradossale ma avrei bisogno di un secondo parere preventivamente per poter chiedere il primo e confrontarli. È fortissimo il disagio di doversi affidare a qualcun altro, specie se si tratta della propria mente, e a complicare le cose c'è la moltitudine di informazioni contraddittorie su questi argomenti.
Prego Lei di avere la cortesia di non mettere le mani avanti in questo modo per liquidarmi, è offensivo e non necessario.
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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
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Dottore, se crede mi ignori pure, ma vede anche lei come sono ridotto, come si può tornare indietro? Come fa una cura ad invertire le cose? Facendomi percepire le cose diversamente? Ma le cose sono quelle che sono, io sono quello che sono, cioè un problema e un peso per gli altri, un buco nero senza soluzione. Il mio non è neanche un malessere eclatante che può suscitare compassione, ma solo disgusto e fastidio. Ho rovinato la mia vita e quella della mia famiglia. Avrebbe tutto più senso se morissi a questo punto. Ci sono vicino adesso, me lo sento. È l'unica cosa che mi darebbe un vero sollievo, che potrebbe redimermi e liberare me e gli altri. È vero che esistono le cure, ma è anche vero che non tutti ce la fanno, non tutti siamo destinati a vivere. So che non dovrei usare questo servizio in questo modo, che non serve a questo, ma non posso confidarle a nessuno queste cose, anche perché se venissi preso sul serio rischierei poi di perdere quell'ultima via di uscita, e farlo qui mi aiuta a contenere l'angoscia, la prego pertanto di capirmi, non faccio male a nessuno, potete sempre ignorarmi, è una cosa che serve a me per non sentirmi completamente solo e perso.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
E' Lei che si ostina a non andarsi a far curare come le è stato ripetutamente consigliato.

Come fa una cura a far invertire le cose ? E' fatta apposta, altrimenti a cosa serve una cura ?

Sono domande che non hanno alcun senso reale, servono solo a creare degli ostacoli inesistenti all'azione.
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dopo
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A me spiace prenderle tempo, con tutte le altre richieste che necessitano di attenzione. Volevo dire che una cura non può riparare gli errori commessi, le perdite, i problemi creati a sé e agli altri, le ferite inferte. Tutto ciò non è più una questione di percezione distorta, è diventato realtà indipendente che uccide con il senso di colpa e di vergogna, ogni volta. E pregiudica e avvelena a macchia d'olio tutto ciò che è intorno, tutto quello che viene ora e potrebbe venire dopo. E qui mi fermo, promesso. Grazie ancora.

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

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