Atelofobia

Buongiorno,
Sono una studentessa di 23 anni.
Da quando sono al liceo ho notato delle anomalie nel mio comportamento.
Al liceo avevo un tono dell'umore molto basso, nonostante avessi molti amici, e la mia famiglia mi amasse, ma ho sempre avuto un senso di inadeguatezza, e sentivo come se non appartenessi a questa vita e desideravo molto che finisse, avendo pensieri ricorrenti sul suicidio e disprezzavo il fatto di essere nata e costretta a vivere questa vita che per me é orribile e niente potrebbe cambiare questa mia visione.
Mi é stata "diagnosticata" la bulimia nervosa, non vomito, ma alterno periodi di abbuffate con il digiuno. Con il passare del tempo tutto é peggiorato, mi sono iscritta a ingegneria, il secondo anno ho avuto un intervento al femore, con conseguente stupor dello spe. Ho perso una sessione d'esame e da luglio ho cominciato a mangiare poco fino a perde 17kg fino a settembre. E passando l'estate isolata dal mondo, a letto, perennemente stanca e arrabbiata, non sono riuscita a concentrarmi minimamente sullo studio, fallendo un'altra sessione d'esami.
Il fatto di essere rimasta indietro mi ha scatenato la comparsa di altri attacchi di panico. Mi sono allontanata dai miei amici, tendo a star da sola. Non parlo dei miei problemi e i miei stanno giá spendendo tanto per l'universitá e mantenermi e anche se necessiterei di un supporto o psichiatrico o psicologico non voglio chiederlo per non gravare ulteriormente su di loro
Sono ingrassata parecchio, isolarmi evita l'insorta di attacchi di panico, l'ansia e lo stress per l'universitá non mi permettono di rendere come vorrei. Durante questo settembre sono riuscita a reperire del Piracetam per migliorare la concentrazione e star sveglia. Mi ha aiutato un po', ma é durato una settimana e non volevo continuare a prenderlo senza ricetta. Prendo il neuropas, ma non ha molto effetto.
Il desiderio di morire é molto ricorrente, capita a volte di sfidare la sorte attraversando la strada senza guardare, quando aspetto il treno immagino di buttarmi sotto.
Non mi suiciderei perché lo desidero talmente tanto che lo avrei giá fatto, io mi odio con tutto il cuore, però mi importa un po' degli altri, sopratutto mio papá e non posso farlo per loro.
Ora ho anche un ragazzo, nonostante abbia perso molti amici e ne abbia trovati altri, il stare bene con lui e con loro mi fa venire il panico. Mi ero abituata a soffrire in silenzio, convivere col dolore, e lo preferisco a stare bene. Evito di uscire di casa il piú possibile, e mi sento stupida, inferiore agli altri, perché faccio ingegneria ma non credo di esserne all'altezza e per vari motivi non posso cambiare facoltá e ammesso che ci riesca, non ho interessi. Non mi importa niente e anche l'empatia che un tempo avevo per gli altri sta svanendo e a volte sembra che il cervello mi imploda, non riesco a concentrarmi mai su una singola cosa, ma é come se tutti i miei pensieri mi affollassero la mente per uscire tutti insieme. Cosa potrebbe aiutarmi?
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Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161 83
Il primo passo per essere aiutata potrebbe essere quello di consultare uno specialista psichiatra. In questo modo, con la valutazione diretta della sua situazione, si potrebbe pensare a impostare un programma terapeutico adeguato.
Cordiali saluti

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41k 1k 63
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