Mamma con forte depressione, mi opprime e mi deprime

Salve a tutti,
la situazione che sto per esporre meriterebbe pagine e pagine per evitare di escludere qualche aspetto importante alla comprensione del problema, ma comunque cercherò di esser il meno prolisso possibile. Ho 29 anni, sono secondo di 3 figli, i miei sono divorziati da oltre 20 anni. Mia madre abita in un paesino in calabria lontano dai suoi parenti e, vicino ai parenti di mio padre (essendo la casa costruita da lui ed essendo stata assegnata all'epoca a mia madre). Mia madre da piccola fino a qualche anno fa prendeva il Gardenale, che poi le è stato tolto. Attualmente prende il tavor e due anni fa, è stata ricover per ipotensione e tra i vari farmaci le avevan prescrit anche il Sereupin che però ha deciso di abbandonare da sé in quanto dice che le crea dei foruncoli in testa (e non c'è modo di convincerla a prendere altro). A tutta quest situazione che comunque ho ridotto all'osso, va aggiunto qualche altro particolare: mia madre e mio padre hanno divorziato perché litigavan sempre, un buon 70% è colpa di lei probabilm, è fissata con la pulizia, passa un sacco di tempo a sciacquarsi le mani e per questo suo modo di fare si trova sempre in ritardo a fare tutto (compresa la cucina tipo si mangiava con un paio d'ore di ritardo iniziando a cucinare alle 13, ma questi possono essere anche dettagli). La depress è subentrata quand nel 2004 mia sorella si è trasf per studiare al nord, lei non ha accettato il distacco. Per non parlare di quando io nel 2008 e mio fratello nel 2014 ci siamo allontanati per studiare. La situaz è peggiorata. Mia madre non è più uscita di casa, ho tentato di farla stare da nonna con mia zia, ma per questo suo modo di fare (sta sempre sotto l'acqua, va a dormire tardi la notte e si sveglia tardi la mattina intorno alle 11, le 12), anche i famigliari l'han mandata via. Per non lasciarla sola, nel weekend tornavo a casa (trovandomi a studiare a due ore di distanza) e fino ad ora mi sono occupato di tutto (fare la spesa, cucinare per mangiare in orario, fare anche qualche servizio per casa e ovviamente studiare). Adesso però la situazione è arrivata ad una svolta: mio frat si è laureato il mese scorso, e io mi laureerò a dicembre, nel frattempo mia nonna è morta. Lei avvertendo che fra poco ognuno se ne andrà per conto suo, ovviamente sta "sfasando" ancora di più, urla ogni giorno, mi ha veramente reso imposs portare a termine la tesi con serenità, ma sopratutto VIVERE. A volte me la prendo con mia nonna (riposi in pace) ma lei sapendo com'era fatta avrebbe dovuto impedirle di sposarsi (questo per far capire a che livello sto arrivando). Gli altri due miei fratelli stanno più lontano, sapendo che ci sono io qui non han tutti questi problemi. Il fatto è però che adesso una volta finiti gli studi, vorrei trasferirmi a Napoli dalla mia ragazza e cercare di farmi una vita. Cosa devo fare? Posso mai lasciarla sola qui sapendo che non è in grado di uscire nemmeno davanti la porta a buttar la spazzat? Mi farebbe divorziare
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Gentile utente,

Qual'è il quesito medico che pone ? Che decisione deve prendere non è un quesito medico.
Ho capito solo che sua madre soffre di un qualcosa che qui indica come depressione, ma alla fine non è su questo che sembra vertere la sua perplessità.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Esimio Dott. Matteo Pacini,
grazie per la replica , mi scuso per esser stato poco chiaro. Vorrei sapere come muovermi, come convincerla a farsi controllare e a farle riprendere in mano la sua vita, perché noi figli, chi prima chi poi, per lavoro o altro prenderemo la nostra strada... Secondo me avendo sospeso il Sereupin e rimanendo solo col Tavor, la situazione non migliora; e se anche fosse probabile che quel farmaco le abbia provocato quella reazione, non c'è nessun altro farmaco equivalente?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Se la persona non intende farsi visitare o curarsi , in assenza di pericoli attuali e imminenti, non è che ci siano canali automatici per "costringere". Non vi resta quindi che insistere se vi sembra che la cosa le possa essere utile.