Apatia e anedonia dopo sospensione entact

Gentili dottori, vi scrivo perchè da un paio di mesi non riesco a trovare soluzione ad alcuni problemi insorti dopo la sospensione di entact.
Assunsi Entact la prima volta per due anni (5mg) in seguito ad attacchi di panico molto intensi, risolti poco dopo l'inizio della terapia. Sospesi per 6 mesi in cui stetti bene, dopo di che si ripresentò il panico e ricominciai l'assunzione (prima 5mg, poi10), risolvendo anche questa volta completamente il problema. Ho preso 10mg per 5 anni, poi ho ridotto a 5mg per altri 3 anni. Negli anni ho completamente dimenticato cosa fosse il panico, ho realizzato diversi obbiettivi nella mia vita, mi ha aiutato anche una psicoterapia. Ho provato però un crescente appiattimento emotivo, che non mi precludeva a volte di emozionarmi, di avere aspettative e interessi, ma qualcosa si spegneva in me.
Cambio città e prospettive lavorative nel marzo 2017, episodio di panico, inizio a cadere in uno stato grigio di apatia, pensieri ricorsivi sulla morte e la futilità della vita umana, diminuzione della libido. Inizio a sentirmi fallito, tutti i miei obiettivi mi appaiono futili, mi sento distaccato dalle cose, come se nulla mi toccasse. A giugno 2017 mi rivolgo a un nuovo psichiatra, descrivo la sensazione di distacco, perdita di prospettiva e appiattimento emotivo, mi propone di fare una prova senza farmaci (prendevo 5mg da 3 anni, ma in totale li prendevo da 7 con la pausa dei 6 mesi) perchè a volte gli ssri inducono emotional blunting in pazienti che li assumono da molto tempo; mi consiglia di sospendere da un giorno all'altro i 5mg di Entact e assumere Quetidia. La prospettiva mi entusiasma, inizia un periodo di grande fermento, occasionalmente solcato dall'ansia, ma con grande attività, anche la libido sembra tornata. Ad agosto ho avuto un breve periodo intensissimo di stress per lavoro e da lì non mi sono più ripreso: inizialmente mi sentivo completamente abbattuto, come annientato di fronte a sciocchezze. Poi ha fatto ritorno il panico insieme a sensazioni di derealizzazione. Ho tamponato con 0,25 di xanax al bisogno. Era come se non riuscissi a staccare dal periodo di stress e ho iniziato a trovare difficoltà nel fare cose piuttosto semplici, come se mi incartassi nei problemi senza trovare soluzioni rapide e risolutive. In seguito a un piccolo viaggio ho riprovato episodi di panico e questa iniziale sensazione di apatia, come se nessuno stimolo potesse procurarmi interesse o piacere. Avevo delle sensazioni come di pressione soprattutto sulla fronte che mi sembrava accompagnassero lo straniamento, unite a confusione mentale e sensazioni di testa piena. I primi di ottobre provo sempre più questa apatia soffocante, unita a un'insonnia che non mi permetteva di chiudere occhio: era come se il sistema neurovegetativo fosse attivato con i normali segnali di panico, ma senza provare emozioni di ansia. Sentivo il cuore battere, i muscoli e i movimenti rigidi, a volte straniato dal mio corpo. Mi sentivo indifferente a tutto, per questo incapace di prendere decisioni. Lo stesso psichiatra mi ha prescritto Tritttico compramid: a 300mg non ci sono mai arrivato, a 225mg avevo la bocca completamente secca, a 150 mi ha dato eiaculazioni retrograde, ora prendo 75 mg la sera, ma non funziona nemmeno per dormire. In più ho la libido quasi azzerata, da un controllo è emerso che ho il testosterone totale basso (1,9) e l'andrologo mi ha proposto una terapia sostitutiva. In tutto ho preso Entact per circa 10 anni alle dosi indicate. La cosa che mi sfianca è questa totale indifferenza, apatia, come se niente mi potesse toccare, mi sento soffocato dal non provare emozioni, divento irrequieto. Non provo più affetto nemmeno per le persone care, nulla mi emoziona, nemmeno la musica. La notte questa sensazione di vuoto mi tormenta e ho difficoltà a stare al buio perchè la mancanza di stimoli mi pesa tantissimo. Devo leggere, distrarmi, ma senza provare piacere. È come se non provassi più emozioni di pancia, ma le pensassi in funzione degli eventi per cui le avrei provate in passato. Non riesco più ad abbandonarmi piacevolmente al sonno, semmai ci cado dentro bruscamente per risvegliarmi in genere dopo poche ore. A volte ho come la nebbia nella mente, mi dura per qualche ora insieme a queste sensazioni di pressione nel capo. Ho difficoltà a concentrarmi e anche seguire un film è diventato quasi impossibile perchè non riesco ad appassionarmi, ho difficoltà di memoria e il senso del tempo un po' alterato. Le persone vicine, oltre che trovarmi estremamente lamentoso e concenttrato su me stesso, non riscontrano queste mie sensazioni simili alla demenza. Uscire è una cosa che mi da poco piacere, anche bere, mangiare bene o fare sport non mi soddisfano come poco tempo fa (finchè prendevo entact almeno conservavo questi piaceri). È chiaro che il trittico non mi aiuta, in più è diventata un'abitudine praticamente compulsiva quella di informarmi su internet su farmaci effetti indesiderati, storie di sospensione ecc.. Ne sono ossessionato soprattutto dopo aver letto di PSSD e sindromi da sospensione. Molte persone sperimentano ciò che provo in questo periodo e ho letto di reazioni avverse alla reintroduzione dello stesso farmaco utilizzato in passato. Pensate che possa essere semplicemente sintomo di depressione e che basti trovare il farmaco giusto? Grazie.
[#1]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
Direi che occorre fare il punto della situazione con uno psichiatra, che valuterà se introdurre un antidepressivo a un dosaggio adeguato. Il trazodone (trittico) ormai si usa a basse dosi come alternativa agli ipnotici, come antidepressivo non è efficace. Gli integratori con nomi accattivanti (Quetidia) vanno bene per chi sta bene.
Sarebbe utile anche una psicoterapia di tipo cognitivo, perché continua a rimuginare su se stesso e sulle sensazioni che ha o che mancano, come hanno notato i suoi familiari, e questo peggiora la situazione.

Franca Scapellato

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio molto, faccio già una terapia di tipo cognitivo comportamentale e in effetti, proprio in quest'occasione, è emerso che occorre prima di tutto trovare uno psichiatra di cui possa fidarmi. Questa, al momento, è per me la cosa più complicata. La terapeuta ritiene che i tratti depressivi iniziali con ansia generalizzata stiano prendendo preoccupanti pieghe ossessive. La cosa che non riesco ad accettare è che fino a un anno fa avevo una vita varia e brillante da tutti i punti di vista, mentre ora sono nella mia vecchia città, praticamente inoccupato tutto il giorno, invischiato in situazioni e dinamiche vecchie che hanno ripreso il sopravvento sul mio benessere. Nulla riesce a scalfire questa mi indifferenza e piattezza e ciò mi rende irrequieto, ma non ansioso in senso classico; magari riuscissi a provare ancora sensazioni persino di ansia e paura.
Certamente è stato un errore cambiare città, sicuramente è stato sbagliato sospendere il farmaco in un momento del genere. Quando sono andato dallo psichiatra mi aspettavo come minimo aumentasse la dose di 5mg di Entact che non stavano facendo niente, invece l'ha tolto di botto, senza neanche scalare lentissimamente. Ricordo ancora quel primo mese di vertigini e capogiri assurdi.
Ma ciò che sto vivendo ora è ancora peggio.
[#3]
Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 3.9k 196 21
"Non lo accetto" "non è giusto" sono giudizi tanto frequenti quanto inutili, perché procurano sofferenza aggiuntiva.
La sua terapeuta ha ragione.
Consulti uno psichiatra; non si crei l'ennesima preoccupazione "come faccio a capire se è quello giusto?": se si sente ascoltato, rispettato e accolto, se lo specialista ha la pazienza di spiegare come assumere i farmaci, se è disponibile a brevi contatti telefonici tra una visita e l'altra in caso di necessità, probabilmente è la persona adatta.
Un professore impegnatissimo e irraggiungibile potrà essere il più colto psichiatra del mondo, ma non va bene per una persona ansiosa e depressa.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto