In cura per nevrosi ansiosa somatoforme..

Cari dottori, sono in cura da due mesi per nevrosi ansiosa somatoforme, il tutto era iniziato con senso di malessere generale, poi concentratosi sull'apparato digerente ecc. ecc.
A seguito di visite varie, con esiti positivi nel senso che sto bene fisicamente, a seguito di due notti da incubo con risvegli in preda a tremori e fiatone, mi decido a rivolgermi allo psichiatra.
Inizialmente mi dà cipralex 5mg e xanax 10 gocce.
Attualmente sono a 15mg di cipralex e non prendo più xanax da un mese.
Sto meglio fisicamente, a parte qualche giorno di stanchezza anche mattutina e cefalea.
Quello che ora come ora mi dà fastidio sono invece i pensieri, a seguito dell'emergere di questa brutta esperienza ho iniziato ad avere pensieri e paure che prima non ho mai notato di avere. Avevo paura di impazzire, paura che non tornavo più come prima e che ho qualche patologia mentale più seria, ma queste paure sto imparando a non dargli peso. Ora come ora invece ho paura degli eventi futuri, più che altro insicurezza nelle cose che faccio e farò e che penso non sia in grado di fare(pazzesco, io che sono sempre stato caratterialmente sicuro di me e convinto delle mie azioni) ho come avviato una ricerca di cosa non và nella mia vita senza che riesca però a convincermi che effettivamente qualcosa non và. Sto studiando materie interessanti (indagini), ho una ragazza meravogliosa, un passato non facile causa divorzio dei miei e periodi in cui non avevo nemmeno mia madre vicino, ma è tutto parte del passato. Ora, perchè in questo periodo sto mettendo tutto in discussione? dubbi su tutto ed è una cosa che mi dà tremendamente fastidio a me che sono stato sempre molto certo delle mie azioni. Non riesco a concentrarmi sul qui ed ora. devo trovare un motivo a tutto quello che naturalmente ho sempre fatto!
Il mio psichiatra (di notevole esperienza) è anche psicologo clinico ad indirizzo psicoanalitico, e stiamo facendo una seduta al mese.
Secondo voi dottori, c'è qualcosa che mi consigliate di fare oltre quello che già sto facendo per affrontare il problema?
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Forse il suo psichiatra è specializzato in psicologia clinica, specializzazione oggi non più consentita ai medici, o ha anche la laurea in Psicologia?

Le faccio questa domanda perchè a mio avviso i migliori risultati si ottengono quando le due professioni di medico e di psicologo collaborano ma non si sovrappongono, se non in aspetti marginali.

I disturbi d'ansia riconoscono cause inconsce scatenanti e spesso anche predisponenti. Proprio perchè più o meno inconsce è difficile per il paziente identificarle e occorre pertanto l'aiuto di un professionista.

I disturbi d'ansia recedono piuttosto facilmente ad es. con la psicoterapia breve, per cui le consiglierei di effettuare una psicoterapia, a latere della cura farmacologica che comunque non va tralasciata, con uno psicologo psicoterapeuta. Dopo due mesi infatti dovrebbe esserci almeno qualche risultato anche nell'area psicologica e un incontro al mese, nelle fasi iniziali della psicoterapia è a mio avviso del tutto insufficiente.

Con il progredire della psicoterapia normalmente c'è una riduzione dei farmaci.

Le segnalo che sul mio sito professionale può trovare due articoli sugli attacchi di panico in cui molte considerazioni si applicano anche all'ansia generalizzata e alle sue varie manifestazioni e si parla della terapia psicologica.
cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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dopo
Utente
Utente
Dottoressa grazie per la risposta, il mio specialista è medico chirurgo specializzato in psicologia clinica, malattie nervose e mentali, terapia famigliare e psicoanalitica. ex primario di psichiatria.
L'ho consultato per chiedere parere in merito ad un eventuale inizio di psicoterapia mi diceva che entrambe non le posso seguire... di scegliere io!
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Guardi che la terapia breve non psicoanalitica è compatibilissima con le terapie di stampo psicoanalitico, cioè le può fare entrambe e contemporaneamente senza problemi, come si può, ansi si dovrebbe abbinare, sempre o quasi, una psicoterapia ad una cura psichiatrica.

Evidentemente il suo ex primario non è aggiornato sulle terapie brevi non psicoanalitiche.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Beh allora grazie mille dottoressa, a questo punto valuto autonomamente di avviare lo stesso la terapia breve senza chiedere pareri al mio psichiatra, che comunque mantengo perchè lo ritengo all'altezza.

Effettivamente sento la necessità di incontrare qualcuno più spesso, ho tante insicurezze... mi dica dottoressa, per terapie brevi cosa intende? quale mi consiglia per il mio tipo di problema? grazie
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Le terapie brevi per definizione sono quelle in cui lo psicoterapeuta, rispetto ad altri approcci,assume un ruolo più attivo, pur restando salvaguardata la libertà del paziente. Questa caratteristica le rende più efficaci in tempi brevi, vale a dire che molto spesso ottengono ottimi risultati in poche sedute.
Ci sono vari indirizzi, da alcune scuole usati congiuntamente.
Hanno per lo più un approccio centrato sul presente.
Sul mio sito professionale e sicuramente su internet può trovare ulteriori informazioni.
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