Relazioni

Salve dottori, sono una ragazza di 30 anni che da un mese vive uno stato di profonda crisi. Ho una relazione da1 anno, sono sempre stata molto spaventata dall idea che potesse finire vivendo una sorta di dipendenza affettiva su cui ho lavorato con la mia psicoterapeuta. Non aspettavo altro che una proposta di convivenza. È arrivata, ero felice ed ancora spaventata dall idea che potesse non avverarsi. Poi è arrivato un pensiero ossessivo, il dubbio che forse non sono innamorata di lui. Tutto è avvenuto in un momento di cambiamenti importanti, un lutto in famiglia, il mio ricominciare un percorso di studi per inserirmi in un contesto lavorativo vero (adesso faccio la cameriera). Ero animata dalla voglia di crescere ma ad un certo punto tutto è cambiato. Ne ho parlato con lui e dopo l ennesima volta ha deciso di chiudere. Per paura di perderlo sono tornata sui miei passi ed ho iniziato a vivere le mie ansie da sola. Non voglio farlo star male e non voglio che la storia si chiuda. Ho paura che non sia la persona giusta per sempre ma allo stesso tempo ho anche una gran paura di lasciarci. La mia più grande paura è sempre stata quella di perdere la cosa più importante che avevo ed adesso sono proprio io a boicottarla? Ho letto del dist. Ossessivo compulsivo da relazione e mi sono immedesimata. Cosa ne pensate? La mia terapeuta ritiene che io stia spostando l attenzione sul mio rapporto per non vivere la mia paura di abbandonare il nido famigliare. Ho un rapporto molto stretto con mia madre basato a volte su inconsapevoli ricatti e pretese. In passato ho già vissuto una situazione simile e sono sorti i dubbi dopo una proposta importante. Non voglio rivivere lo stessa situazione. Ad oggi alterno momenti di forte ansia, quasi invalidante, a momenti di maggiore sicurezza del rapporto. Il problema è che ai miei occhi, quando sono in questo stato, lui sembra diverso, non sento le farfalle nello stomaco né la voglia di fare l amore. Faccio paragoni con le altre coppie e capisco che non è così che dovrei stare. Dovrei essere felice e sicura. Quando sto meglio invece riesco a vivere momenti piacevoli e penso che è proprio li nelle sue braccia il mio posto. Purtroppo però quando si insinuano i tarli riportare a mente quelle sensazioni è difficile e a volte controproducente perché per quanto mi sforzi non sento nulla se non l esigenza di allontanarlo. Cerco palliativi per l ansia, faccio lunghe chiacchierate con le amiche e a volte sono così folle da cedere alle superstizioni (ad esempio: quella maglietta porta male, se la indosso non risolvero mai più questa situazione). La cosa mi fa soffrire molto, vi prego datemi un consiglio.A lui tengo moltissimo, non voglio ferirlo e per questo a volte ho enormi sensi di colpa. Lui c è al mille per mille mentre io sono là che penso, lo guardo, rifletto e non sento quello che giuro vorrei sentire con tutto il cuore
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

Ci scrive:
" ..La mia terapeuta ritiene che io stia spostando l attenzione sul mio rapporto per non vivere la mia paura di abbandonare il nido famigliare. ..."

E come mai scrive a noi?
forse non si fida della Sua Psicoterapeuta?

E se il problema sembra Suo individuale,
come mai ne parla costantemente con lui
come se in realtà fosse di coppia?

Lavorare con maggiore decisione in psicoterapia Le può sicuramente giovare,
anche se talvolta i "tarli" contagiano pure la terapia e la Sua efficicia.

Saluti cordiali.



Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa la ringrazio per la risposta. Spiegare una situazione personale in breve tempo non è cosa semplice. Non vorrei mettere in dubbio la mia psicoterapia dal momento che ho raggiunto già dei traguardi importanti, ma mi ritrovo così sofferente in questo momento da avere la continua esigenza di contenere l'ansia e cercare risposte, possibilmente che escludano la possibilità che io non sia più innamorata di lui. Sono molto avvilita e sfiduciata. è possibile che per non vivere il distacco con i miei possa aver smesso di provare amore? Mi chiedo se è possibile lavorare su questo aspetto riuscendo a recuperare però la certezza di quello che provo o provavo, non lo so più. queste continue domande mi offuscano completamente.
Condivedere questa mia perplessità con lui è stato frutto della necessità di contenere paura e sensi di colpa. Riconosco di aver fatto soffrire anche lui e per questo motivo ho deciso di tenere tutto per me ma non è semplice nascondere certe sensazioni.
Le rimando cordiali saluti. Grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


La nostra mente umana è in grado di inventare mille strategie e mille schermi dietro cui nascondere le difficoltà, travestendole da "altro".

Il percorso ce sta facendo La aiuterà a comprendere.

Se non per questo amore
- perchè talvolta si giunge "fuori tempo massimo" per l'altro -
per il prossimo.

Se il nucleo è quello identificato dalla Sua terapeuta,
prima o poi il cordone ombelicale va tagliato per poter diventare psicologicamente adulti e dunque in grado di amare
(e non solo di essere amati, come i bambini).

Che poi l'ansia sia causa o effetto o compresente,
sarà la professionista ad aiutarLa a caire.

Saluti cordiali.