Depressione e paura

Salve e grazie per l'attenzione. Sono depresso e voglio morire. Spiegare dove nasca il mio dolore è difficile, perché non ho mai avuto grandi traumi come violenze, lutti o malattie. Quando ho iniziato a frequentare l'università non riuscivo a studiare, mi sentivo in colpa e per non deludere i miei genitori mentivo circa l'esito degli esami universitari. Corroso dal senso di colpa ho iniziato a punirmi, vietandomi tutto ciò che mi piaceva, dal viaggio alla semplice uscita serale. Ho costruito un personaggio, un bravo ragazzo che cercava di apparire perfetto. Con il passare degli anni ho imposto a me stesso condizioni sempre più rigide, fino a perdere contatto con la realtà. Oggi controllo in modo ossessivo ogni situazione, sono paranoico, ogni mia azione è misurata ed aggiustata secondo quello che la mia mente pensa possa essere meno sospetto o invasivo per i miei genitori, evitando tutto ciò che appare poco rassicurante. In pratica ho creato una dittatura su di me e sono allo stesso tempo vittima e carnefice. Tornando al mio racconto, le mie menzogne sono state scoperte e i miei genitori hanno pensato di creare un'attività per permettermi di lavorare e ovviamente hanno chiesto il mio parere. Io avrei voluto dire di no, perché è un lavoro che non mi piace, ma ritrovandomi senza alternative, idee, ambizioni, competenze e con la paura di dispiacere i miei per l'ennesima volta ho detto di si e questo ha aumentato il mio malessere. Adesso ho piena coscienza della mia condizione ma non riesco a far nulla per cambiare le cose, è come se fossi paralizzato. Eppure non ho grandi desideri, vorrei solo avere la mia indipendenza e vivere altrove, con un lavoro che mi permetta di vivere in modo semplice, non ho manie di grandezza o di ricchezza. So che è una cosa semplice, che potrebbe fare chiunque, ma per me è utopia, non trovero' mai il coraggio di dire ai miei che voglio andare via di casa e lasciare il lavoro che hanno creato per me, investendo molti soldi. Adesso ho 30 anni, vivo con i miei, faccio un lavoro che non mi piace, sono un fallito, represso e depresso, non ho una vita sociale, sentimentale e sessuale. Non ho passioni, interessi ed ambizioni. Ho una paura esagerata dei miei genitori, provo disagio a stare in pubblico e mi sento osservato. Vivo una vita che non è la mia e fingo di stare bene nonostante abbia l'anima lacerata e desideri costantemente la morte. Mi sento corroso dall'inesorabile scorrere del tempo e vivo di rimpianti, penso agli anni sprecati, alle opportunità mancate e che non riavrò mai, perché ormai è troppo tardi. E allora rimango immobile, incapace di agire e desidero la morte come liberazione dal tormento di questa non-vita. Mi sento una brava persona, non provo odio, invidia, rancore e non ho mai fatto del male a nessuno. E allora mi domando, e vi domando, perché mi odio così tanto? Perché mi sono procurato tutto questo dolore ed ho rovinato la mia vita? Come faccio a non uccidermi? Come faccio a guarire? Grazie mille,saluti
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Gentile ragazzo,
quanto dolore nella sua lettera e difficoltà che forse possono essere poi non troppo difficilmente risolte o almeno attenuate..
30 anni sono pochi per pensare di non poter riprogrammare la sua vita e di non poterla vivere meglio.

E' molto facile ad esempio migliorare le relazioni familiari e sociali con l'aiuto di una terapia psicologica.
Potrebbe essere più difficile migliorare l'aspetto lavorativo, ma non è detto e anche per esso la psicoterapia può fare molto/abbastanza, anche se a più lungo termine, di solito.

Le consiglio perciò di contattare e consultare uno psicologo psicoterapeuta quanto prima in vista di poter riprendere in mano la sua vita e viverla in modo più pieno e soddisfacente.
Tenga presente che con le terapie brevi può ottenere i risultati sperati in tempi brevi e la invito a consultare il mio sito in cui potrebbe trovare qualcosa di interessante.

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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dopo
Utente
Utente
Grazie mille per la sua risposta.
Qualche anno fa sono stato costretto dai miei genitori ad andare da uno psicologo. Tuttavia visto che non era stata una mia libera scelta e reputando la cosa inutile, con lo psicologo ho finto di avere solo un po' di timore di comunicare ai miei che volevo andare a vivere da solo. Dopo 4 incontri ho detto di stare molto meglio e mi sono liberato di quella situazione scomoda. Ho rifiutato di essere aiutato. Adesso invece ho capito che da solo non posso uscirne, che continuero' a distruggere la mia vita e che ho bisogno di aiuto. Tuttavia adesso non ho le possibilità economiche per rivolgermi ad uno specialista. Infatti nel messaggio precedente non ho descritto tutti i miei problemi. Tra i più gravi c'è sicuramente la dipendenza dal gioco d'azzardo, che mi ha portato a perdere tutti i miei soldi e a non avere un centesimo dopo diversi anni di lavoro. In questo momento non posso permettermi la consulenza di uno psicologo. Ai servizi più o meno gratuiti delle ASL non mi rivolgerei mai per paura di essere riconosciuto da qualcuno, vivendo in un paese piccolo.
Mi ritrovo in un vortice di autodistruzione e solo la morte può salvarmi. Non esistono vie d'uscita per me e quelle che ho avuto le ho sempre chiuse. A volte mi chiedo se mi piaccia vivere in questo malessere e se voglia veramente stare bene, ma non trovo risposta. Grazie ancora per il tempo che mi ha dedicato. Saluti
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
Non mi ha detto se ha visto il mo sito. Possibile che non abbia i soldi per una consulenza di un solo colloquio? esiste anche la Terapia a Seduta Singola in cui lo psicologo cerca di dare tutti gli strumenti idonei e praticabili in un'unica seduta e a volte persino le terapie che dovrebbero durare di più, impiegano solo un colloquio per ottenere il risultato cercato.

cordiali saluti