Esiti da tromboflebite della vena dorsale del pene

Gentili Dottori,
approfitto di questo spazio per porvi un quesito su una serie di problemi vascolari scaturiti da un post-operatorio, nella speranza che qualcuno possa darmi un suggerimento utile per poter trovare una soluzione.
Il 13 dicembre 2005 sono stato operato di orchiectomia sinistra per testicolo atrofico con apposizione di protesi.
Dopo alcune settimane dall'intervento si è innescata una tromboflebite della vena dorsale del pene che ad oggi si è quasi risolta grazie ad una terapia con due cilci di Clexane 6000 (10 giorni al mese x due mesi continui), daflon 2 volte al dì(che sto ancora prendendo), danzen 3 volte al dì e lioton gel 2/3 volte al dì.
Il problema sta nel fatto che da quando si è instaurata la tromboflebite il mio pene ha subito diversi "disavventure" nel senso che sul corpo del pene sono spuntati degli edemi superficiali(questa fenomeno si è innescato non appena ho iniziato la prima terapia col Clexane) che durante il corso della giornata possono assumere un maggiore o minore volume (in alcuni momenti raggiungendo dimensioni davvero notevoli!), generlamente la sera tendeno a scomparire.
Essi si presentano come una sorta di sacche piene di liquido e generalmente appaiono chiari, pallidi e morbidi al tatto.
Il medico che mi ha seguito mi ha detto che si trattatava di una stasi linfatica.
In ogni caso ad oggi 4 aprile gli edemi si sono quasi del tutto riassorbiti e il mio pene a riacquistato un aspetto abbastanza normale anche se il tessuto cutaneo risulta stressato.
La cosa che mi affligge e mi crea non poco fastidio è che dall'inizio di Marzo il glande ed in particolare il solco balano-prepuziale ha incominciato a bruciarmi e si è gonfiato gradualmente.
Per essere preciso allo stato attuale ci sono due aree pallide ai lati del glande che confluiscono poi nel solco balano-prepuziale che si presenta molto ma molto gonfio.
Inoltre il tessuto del glande sembra sfibrato, come se abbia perso elasticità, facendo pressione con le dita restano delle macchie bianche nel tessuto che poi lentamente si riassorbono per restituire l'originario colore.
Naturalmente questo gonfiore mi porta un intenso bruciore/senso di torpore/formicolio alla punta del glande e all'area circostante.
Ho fatto diverse visite e l'ultimo medico che mi ha visto (un dermatologo) era dell'opinione che non c'era alcuna infezione(si era pensato ad una balano-postite di origine infettiva) e che secondo lui era una raccolta di liquido sottocutaneo dovuto sempre agli esiti della tromboflebite! (quindi posso dedurre dei linfoedemi?).
Prendendo per buona questa diagnosi quello che vi chiedo è se nella vostra esperienza vi è mai capitato un caso simile e comunque come cerchereste di risolvere questa situazione che si è instaurata ormai da quasi un mese e che non accenna a diminuire.
Quali esami potrei fare per escludere infezioni o altro e capire di cosa realmente si tratti? (ho fatto un'urinocoltura ed è uscito solo una quantità modesta di escherichia coli nel numero di 1000 unità - batteruria non significativa, a titolo precauzionale il medico mi ha dato Ciproxin 500mg per una settimana ma non è cambiato nulla...)
Aggiungo inoltre che ho eseguito degli scatti fotografici in digitale e se potessero essere di supporto a quanto ho scritto fin ora potrei inviarli su richiesta in forma privata.

Ringrazio anticipatamente tutti i medici che col loro contributo mi daranno un mano, sono davvero esausto credetemi e vorrei tanto star bene...

Cordiali saluti.
[#1]
Dr. Mario Forzanini Chirurgo vascolare 133 7 1
egregio paziente,
è veramente difficile, senza una corretta valutazione clinica, dire di cosa si tratti e rispondere in maniera esuriente ai quesiti posti. La diagnosi possibile varia da un linfedema, alla naturale espressione clinica di una trombosi della vena dorsale del pene, magari complicata da fatti infettivi, a linfocele secondario post-chirurgico.
La terapia ovviamente deve necessariamente seguire ad una diagnoisi correttamente impostata. Sicuramente un urologo potrà essere di aiuto maggiormente di un angiologo, anche se quest'ultimo può tranquillamente essere consultato per un parere aggiuntivo.
cordialità, dr. m. forzanini, www.forzanini.it

dr. M. Forzanini - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare -
Brescia
Sito Web: www.forzanini.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott. Forzanini,
la ringrazio innanzitutto per la Sua risposta, vorrei aggiornarla sugli ultimi esami e le ultime visite per darle una maggiore indicazione sul mio caso.
Ho di recente effettuato una visita andrologica e dopo aver fatto alcun esami (urinocultura,tampone secreto prostatico,color-doppler) che hanno dato esito negativo, nel senso che non è risultata alcuna infezione, lo specialista conveniva col fatto che gli edemi sono dovuti probabilmente ad una mal tolleranza al Clexane(infatti gli edemi sono spuntati con le prime iniezioni) e che l'edema del meato uretrale e della zona circostante del glande è appunto dovuto all'accumulo di liquidi dovuti al mal fulzionamento dei distretti linfatici di quelle zone.
Detto ciò mi ha consigliato di effettuare dei massaggi circolari sul pene e sul glande in modo da favorire il drenaggio dei liquidi, lasciando invariata la terapia con Daflon due volte al dì.
Vorrei gentilmente sapere dal Suo punto di vista specialistico se è pensabile associare qualche altro farmaco alla terapia attualmente in corso, anche di natura omeopatica se sono efficaci(avevo letto qualcosa sul Lymphomyosot) o massaggi specialistici o altro ancora, dato che è ormai un bel periodo che questo problema si è instaurato e non mi molla...

La ringrazio ancora della Sua attenzione e della Sua disponibilità.

Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Mario Forzanini Chirurgo vascolare 133 7 1
egregio paziente,
senza una corretta valutazione clinica non è deontologicamente corretto prescrivere farmaci e terapie.
Le considerazioni che seguono solo solo di ordine generale.
Certamente i farmaci tradizionali, così come quelli omeopatici citati, sono molto utili nel linfedema, così come i linfodrenaggi manuali. La loro prescrizione corretta va però effettuata solo dopo una valutazione clinica.

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