Desiderio di maternità

Buongiorno,
vi scrivo per avere un parere sulla mia situazione: ho quasi 30 anni e da tre mesi mi sono sposata dopo otto anni di fidanzamento. Sono stati anni molto "vivaci", tra alti e bassi legati anche a diversi percorsi di crescita individuali, ma ci siamo sempre lasciati molto liberi e ora siamo ancora felicemente insieme. Dopo il matrimonio è nato in me, inaspettatamente, il desiderio di avere un figlio. Dico inaspettatamente perché non ho mai amato più di tanto i bambini, non sono una persona particolarmente affettuosa o materna, e fino a poco tempo fa sentire che le mie compagne di liceo avevano avuto dei figli non mi faceva né caldo né freddo. Ora, invece, guardo mio marito e me lo immagino con in braccio un bambino, me lo immagino giocare, ci immagino andare insieme a fare una gita domenicale. A questo si aggiunge il fatto che mio papà non vede l'ora di diventare nonno e le sorelle di mio marito di diventare zie. Tuttavia, mio marito dice che ora non è il momento perché non abbiamo ancora trovato una soddisfazione professionale (abbiamo entrambi un contratto a tempo indeterminato, ma non è il lavoro dei nostri sogni) e dice che io adesso desidero un bambino per sopperire a un "vuoto", poiché ho sempre bisogno di avere degli obiettivi. In effetti, stiamo ancora entrambi finendo la seconda laurea e a me piacerebbe in futuro insegnare, occupazione di certo più precaria di quella attuale. Lui coltiva da anni il sogno di suonare e, dopo aver fatto parte di diverse band, adesso ha finalmente iniziato un progetto solista che gli sta dando soddisfazioni. Io capisco ciò che lui dice, ma ho paura che se rimandiamo questa decisione non ci decideremo mai, anche perché io ho 30 anni e lui 32 quindi non siamo giovanissimi. A me piacerebbe parlargliene a viso aperto, ma ho paura di mettergli pressione, come è successo con il matrimonio, dove lui me l'ha chiesto ma non era del tutto convinto (non di sposarmi, ma del "matrimonio" come rito), facendo ricadere l'organizzazione quasi completamente su di me. Mi piacerebbe che fosse lui a fare il primo passo, così da sentirsi protagonista e non "trascinato", ma ho paura che ci metterà troppo tempo.
Insomma, cosa posso fare? Perché di una cosa siamo sicuri entrambi, e ne abbiamo già parlato: vogliamo diventare genitori.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

ci scrive:
"..ma ho paura che ci metterà troppo tempo. .."

Lui ci metterà il tempo che gli occorre.
Del resto anche Lei ha atteso il proprio momento,
fin quando si è sentita pronta,
no?

30 anni non sono certo molti,
non ha il fiato sul colle dell'orologio ticchettante;
e dunque perchè mettergli quella fretta
che Lei con se stessa non si è imposta?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Brunialti,
la ringrazio per la risposta.
Io non voglio mettergli fretta, ma vorrei che i nostri desideri e la nostra progettualità di coppia si incontrino nei momenti giusti. Inoltre la mia "ansia" legata all'età è dovuta anche al fatto che una mia cara amica, mia coetanea, ha iniziato un anno e mezzo fa a cercare un bambino e, dopo 8 mesi di tentativi, è rimasta incinta, ha avuto un aborto e ha dovuto fare un intervento poiché aveva l'utero semi-setto, e ora deve aspettare altri tre mesi. Quindi so benissimo che un bambino può arrivare subito come può arrivare dopo due anni.
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

"..vorrei che i nostri desideri e la nostra progettualità di coppia si incontrino nei momenti giusti. .."

sì, ma "giusti" per ambedue.

Un figlio non è
- e non deve essere -
un territorio dove esercitare il potere.

Saluti cordiali.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Credo abbia travisato il mio post: non obbligherei mai e poi mai mio marito ad avere un figlio, nel momento in cui non lo volesse accetterei questa sua esigenza, così come non l'ho mai obbligato a fare nulla in questi otto anni di relazione. Chiedevo solo una consulenza sulla gestione della comunicazione di coppia, non un modo per convincere mio marito a fare una cosa che non vuole o in un momento che non vuole. La premessa implicita era proprio la volontà di rispettare il desiderio di entrambi, altrimenti non avrei neanche scritto.
In ogni caso la ringrazio per il suo parere, ma avrei apprezzato un tono meno perentorio, poiché dallo schermo di un pc non può capire con chi ha a che fare. Se una persona si espone è perché desidera mettersi in discussione, quindi non è carino che un professionista tragga le conclusioni (non avevo parlato né di imposizione né di potere). Lei, forte della sua conoscenza ed esperienza, può valutare come meglio crede la mia richiesta, ma liquidare in due battute non mi sembra un grande aiuto.

Saluti
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Gentile utente,

La Sua domanda in conclusione di consulto era: "cosa posso fare"?
senza specificare ulteriormente.

Nella sua mail le problematiche introdotte coinvolgono Lei,
le aspettative della sua famiglia d'origine,
i sogni di Suo marito,
i Suoi desideri di autorealizzazione professionale,
le Sue paure riguardo al rimandare, al parlargliene,
le Sue ansie,
il Suo desiderio che sia lui a fare il primo passo, ...
il tutto sotto il titolo "maternità".

Quando lo scrivente presenta quadri complessi
con la domanda finale generica
e un titolo che non centra quello che l'utente considera il cuore del consulto
è possibile che la risposta non incontri le aspettative di chi scrive,
sia pure se elaborata in scienza e coscienza dall'esperto
come sempre del resto.

Saluti cordiali.

[#6]
dopo
Utente
Utente
Certamente, probabilmente mi sono espressa male. Ad ogni modo, avrebbe potuto farmi notare queste incongruenze prima di rispondermi. Se volevo risposte caustiche consultavo l'oracolo di Delfi.

Saluti
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

Certamente i fraintendimenti dispiacciono.

Da parte mia
nessuna risposta caustica;
solo uno sguardo clinico,
alla luce di quanto Lei ha scritto.

Se qualche altra Collega riterrà di fornire ulteriori risposte lo farà.

Saluti cordiali.