Le rispondo che non ha senso aver paura

Buonasera,vi scrivo per cercare una risposta professionale al mio problema.
Sono stato insieme alla mia ragazza per c.ca 6 anni.Ci siamo lasciati i primi di ottobre,dopo che io ho avuto un periodo di 5/6 mesi di totale smarrimento,dove senza volerlo e senza accorgermi l'ho trascurata.Subivo troppo la mia passione per il mio sogno, e subivo al contempo il mio lavoro, che causava molto molto stress e nervosismo. Ad agosto, prima delle vacanze litighiamo pesantemente ma poi ci riappacifichiamo.Il piccolo successo che ho avuto verso la mia passione, non ho saputo gestirlo, e questo mi ha causato una grossa euforia che non mi permetteva di accorgermi che stavo allontanando lei e i miei affetti. Ad ottobre discutiamo, una litigata come un'altra, che c'è in tutte le coppie, ma degenera e ci diciamo che siamo felici "ni" (ne si ne no) in questo periodo. E così a distanza di 3 gg mi lascia. Una sera dopo questa batosta torno a casa dai miei genitori che mi parlano del mio comportamento assai strano, tenuto in questi 5/6 mesi. Ero distante, ad agosto ero in riserva sparata.. avevo esaurito tutte le forze ed era come se non fossi più in grado di provare emozioni.Io scrivo, non ero più in grado di fare nemmeno quello.Queste due batoste mi permettono di focalizzarmi su di me e lentamente comincio a ritrovare me stesso. A distanza di un mese e mezzo ci rivediamo, lei rimane folgorata, io anche, parliamo.. ci diciamo che c'è amore, chiariamo, ma lei mi dice di avere un blocco. Da qui ad appena dopo natale ci sono stati altri incontri in cui è andata sempre meglio, molto meglio.Ma lei niente, dice di amarmi, ma che ha un blocco. Capisco allora quale sia il problema del suo blocco, non sono io.. ma la sua situazione famigliare e alcune ferite personali che non ha mai superato. Qualche giorno fa, stanco di fare le montagne russe emotivamente parlando, ci vediamo e io le dico che non riesco ad andare avanti così, che dopo 4 mesi e tutto quello che c'è stato in questo periodo, le volte che ci siamo visti ecc, non poteva avere ancora paura di ricominciare. Le ho chiesto: sei disposta a perdermi per sempre? Lei mi risponde un no categorico. Le ho detto: dici che c'è amore, tanto, puro, devi scegliere cosa far vincere, o l'amore o le paure. Le dico che non potrà mai sapere se andrà bene o male finchè non ci prova.. Lei mi dice che ha visto e che è convinta che io mi sia ritrovato, che le ho fatto vedere tutto. Ma che non mi sa dare le risposte che vorrei. MI dice che ci sono state tante volte in cui le sono mancato, che non avrebbe voluto altro che io fossi a casa con lei, che avrebbe voluto scrivermi di vederci ma che non l'ha fatto per paura. Io le rispondo che non ha senso aver paura e le dico:paura di cosa? Lei non sa darmi una risposta. le dico di decidere se far vincere l'amore o la paura e ci salutiamo. Ora lei è in terapia per cercare di risolvere ciò che non va in lei.io non so che pensare.Perciò chiedo un consiglio quantomeno su come comportarmi,sparire o no
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, sembrerebbe, dalla sua lettera, che lei non sia abbastanza attento ai sentimenti degli altri. Ha trascurato per mesi la sua ragazza e i suoi genitori perché troppo preso dalla sua passione (la scrittura, a quanto pare... pratica che insieme a molte cose belle, ha proprio questi effetti di estraniamento dalla realtà). Poi, venuto un piccolo successo, anziché condividere, festeggiare, spandere attorno a sé benevolenza e allegria, lei si chiude a contemplare sé stesso... come Narciso? Finisce per perdere la sua ragazza, ma la durata e l'intensità del legame hanno la meglio. Tornate a frequentarvi. Lo scossone dell'addio ha prodotto i suoi effetti: la ragazza non torna con gli stessi sentimenti, sorridente e insensibile come un robotino domestico, bensì ha riflettuto. Lei l'ha lasciata più che sola: ha ignorato i suoi sentimenti, li ha sminuiti, e nella ragazza questo ha risvegliato antiche sofferenze, quelle che una relazione d'amore dovrebbe curare, non accantonare come fatti che non riguardano il partner. La ragazza le dice che "avrebbe voluto scrivermi di vederci ma che non l'ha fatto per paura. Io le rispondo che non ha senso aver paura e le dico:paura di cosa?". Ossia, i sentimenti degli altri non le dicono nulla? Vuol decidere lei se devono provarli, oppure no, come fa coi personaggi di un suo romanzo? Ci rifletta. Sviluppi un po' di più i neuroni-specchio, l'empatia. Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

le aggiungo le mie riflessioni.

*Lei non sa darmi una risposta. le dico di decidere se far vincere l'amore o la paura e ci salutiamo.*

Risposta e decidere sembrano però comportamenti che richiedono l'uso del cervello, della razionalità, non tanto delle emozioni.

*Ora lei è in terapia per cercare di risolvere ciò che non va in lei.io non so che pensare.*

Anche qui come risposta ai problemi della persona in difficoltà preferisce usare il cervello e la razionalità, piuttosto che l'emotività.

*Perciò chiedo un consiglio quantomeno su come comportarmi,sparire o no*
Da quel che scrive chiede una chiaroveggenza più che un consiglio, dato che per consigliare qualcosa a qualcuno bisogna conoscerlo meglio.
E per conoscerlo meglio ci vuole ben altro che le poche parole che finora ha scritto, e forse non basta scrivere ma bisogna seguire l'esempio della ragazza che è alla ricerca della scoperta di sé per conoscersi meglio.

Delle volte poi, dai colloqui con lo psicologo si scopre che non si ha proprio niente di sbagliato e niente da correggere, se non il solo fatto di allontanarsi dalla persona che ci fa sentire sbagliati ed errati. Capita anche questo.

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

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dopo
Utente
Utente
Sono d'accordo...
purtroppo 3000 caratteri sono pochi per riuscire a spiegare la situazione al completo.
preciso che non le ho fatto mai mancare nulla, l'ho sempre corteggiata molto in questi 6 anni, le ho sempre dato la massima attenzione, la massima libertà e la massima comprensione. Le sono stato vicino nei momenti bui che ha avuto. Ho avuto questo periodo di forte stress negativo per il quale "mi sono perso". Nel mio piccolo successo non mi sono chiuso, ma ho allargato, forse troppo coinvolgendo tante persone. E' comunque sempre stata la mia priorità ma non sono stato in grado di dimostralo durante il mio periodo no. Lei stessa mi dice che il problema del suo malessere non sono io, ma dice che io ero l'unico che le dava felicità, cosa che nell'ultimo periodo è mancata ed è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Preciso di essere una persona che da tanto alla partner, che si dedica completamente e sono sempre molto attento ai sentimenti altrui. Non conoscendosi e dalla mia lettera risulto egoista ma anzi, è esattamente il contrario. Io mi sento molto in colpa per non essere stato me stesso in quel periodo, sono molto arrabbiato con me. Abbiamo parlato di questo, ho dato ragione a Lei ovviamente, non per comodità, ma perchè oggettivamente è così. Io stesso se mi guardo indietro non mi riconosco. le ho chiesto scusa, ho spiegato le origini di questo mio malessere ma penso anche che ognuno di noi possa avere un periodo di smarrimento. Per me i suoi sentimenti sono molto importanti, ho profondo rispetto di Lei, dei suoi pensieri e delle sue scelte. Ho sempre cercato di farla sentire bella, nonostante Lei non si piaccia.. insomma Le ho dato sempre il massimo, poi mi sono perso, ho perso Lei, ma ora sono tornato ad essere lo stesso di sempre anzi, credo con una consapevolezza in più.