Incertezze affettive

Provo uno stato di insoddisfazione latente che si è prodotto nel corso della relazione con il mio fidanzato, la quale va avanti dopo 5 anni. Avevo già sperimentato questo stesso malessere nella precedente relazione: dopo 2 anni di una bellissima storia, ho cominciato a chiedermi se non dovessi essere curiosa del mondo, delle altre possibilità, se quel "chiudersi in noi" non significava solamente una "paura di esperire altro": mi annoiavo. Ho deciso poi di lasciare quel partner solo quando un altro (il mio attuale) mi offriva il "diverso" che cercavo. Oggi mi abbatte il riprovare nuovamente quelle stesse sensazioni di incertezza, incapacità di individuare cosa voglio e cosa non, paura di far male lasciando ma al contempo mancanza d'aria nella relazione. Questa mia storia attuale è nata in un momento in cui non avevo la testa per essere quella che il mio partner chiedeva, "la donna della mia vita", ma poi mi sono innamorata di lui e mese dopo mese ho cominciato ad attendere il momento in cui mi sarei chiesta di nuovo se lo volevo ancora, finché poi non è arrivato davvero. Il mio psicologo ritiene che la paura di essere me stessa mi faccia stare male tra le braccia di un uomo, che dovrei dire a chi devo quello che devo, che ho paura di fare male, di non corrispondere alla "normalità", a ciò che ci si aspetta, spesso mi dice che scambio la mia essenza con una figurina erogatrice di amore (che sia nella forma di mamma, di prostituta, di badante...) e che sono troppo rigida e non esistono solo due soluzioni ma molteplici e varie. Dice che il mio problema è che non mollo l'osso, c'è una questione irrisolta. Lui insiste nel farmi trovare il coraggio per dedicarmi a me stessa a prescindere dal lasciare il mio ragazzo attuale: insomma mentre io credo che parte della mia guarigione debba passare dal "saperlo abbandonare"; il mio psicologo non vuole che questa sia una fuga. Ora, con difficoltà ho detto al mio ragazzo dei miei dubbi sulla nostra storia, della poca stima che avverto nei suoi confronti in certi casi. Sentendomi parlare, lui crede che non ci sia modo di rimanere insieme ma io non sono riuscita a lasciarlo, a dire il mio "no, non può continuare", perché non lo so e non voglio correre anche se questo comporta che lui cammini su di un filo. Quando però torno a casa e non ci siamo lasciati io mi sento sconfitta, come se quello sia davvero l'unico modo per mettermi in gioco. Dopo questa discussione pesante e profonda con il mio lui, la notte ho fatto il sogno ricorrente che lo riguarda e che mi capita di sognare in momenti di sconvolgimento emotivo, ovvero la sua ex (con cui non ho mai avuto a che fare se non all'inizio della storia, quando era una fantasia di gelosia per me). Sto allungando i tempi di un'inevitabile rottura, oppure se lo lasciassi starei scappando da un'altra persona valida e positiva a cui non mi sono mai data del tutto?

Ps. questi dubbi portano velocemente ad un completo raffreddamento sessuale ed affettivo. No baci, no sorrisi, tutto mi irrita.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
“Ho deciso poi di lasciare quel partner solo quando un altro (il mio attuale”

Lei sembra essere una “trapezista senfimentale”, lascia il precedente quando trova il successivo.

Se è già un cura da un collega dovrebbe proseguire con lui, senza chiedere altro online.

Così facendo toglie valore al suo percorso e si confonde ancor di più.

Ha mai pensato di stare un po’ da sola?
Con se stessa.
Senza un uomo accanto...

Potrebbe essere ejl primo passo per stare poi, con un partner.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

Lei ci dice che "Il mio psicologo ritiene che la paura di essere me stessa mi faccia stare male tra le braccia di un uomo.."
E dunque è già seguita da uno specialista di persona.

Come mai la necessità di rivolgersi anche a noi,
che nemmeno La conosciamo se non attraverso una manciata di parole che,
a fronte di ore di sedute,
non valgono altrettanto?

Abbia fiducia nel Suo psicologo (è anche psicoterapeuta, cioè autorizzato a curare?),
segua il percorso senza disperdersi in rivoli paralleli.

Saluti cordiali.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie delle risposte. Ho fiducia nel mio psicanalista, sono solo in preda all'ansia, essendo dotata di cuore, del dare una risposta e far stare in pace il mio ragazzo. Non metterei a confronto i due consulti, l'analisi mi accompagna da un anno, qui cercavo aiuto, cercavo di fare chiarezza attendendo il prossimo incontro.
Una trapezista sentimentale forse è il poco che ne esce stando nei 3000 caratteri. Io non vedo chiaro nel mio cuore, cerco di arrivare alla verità solo razionalmente. In ciò che ho scritto si vede che penso in maniera compulsiva alla necessità di stare da sola.