Lettura, concentrazione, memoria e ansia.

Salve,
Premetto che sono in cura per un disturbo borderline di personalità e un disturbo depressivo da circa cinque anni ormai. Però, da ormai un anno, sono molto migliorato. Con l'aiuto del mio psichiatra, ho scalato l'antipsicotico (olanzapina) e l'ansiolitico (Prazene) che prendevo prima e ora mi è rimasto solo l'antidepressivo (mirtazapina). Ora vedo il mio psichiatra ogni mese e mezzo e sembrava andare tutto bene fino a due settimane fa, quando ho notato che non riuscivo più a esprimermi come ho sempre fatto. (Un mese fa, poi, mi è comparsa la sensazione di corpo estraneo in gola: lo psichiatra dice che è ansia, per me è reflusso e il pantoprazolo sta aiutando). Leggo molto e scrivo per mestiere, quindi non dovrei avere così difficoltà a esprimermi. Quando parlo con qualcuno, non riesco a trovare dei vocaboli che ho sempre saputo e, tra l'altro, comuni. Quando quel vocabolo mi viene in mente, è scorretto, azzecco solo una o due sillabe. E' un problema che sta affliggendo anche la mia scrittura, non mi è mai successo prima.
Ho notato anche che mi dimentico sempre le cose che devo fare e devo dire. Per esempio sto parlando con qualcuno e mi dimentico di alcuni argomenti di cui volevo parlare. Succede anche con le idee per un romanzo: mentre ne appunto una, perdo tutte le altre. E' frustrante, perché sono costretto a scrivere (o parlare) velocemente per evitare di perdere le idee, oppure devo appuntarmi tutto abbreviando. E succede con le cose che devo fare, piccole cose come scrivere un messaggio o cercare qualcosa su internet. Così, ho trovato un metodo per rimediare: mi ripeto sempre nella testa tutte le cose che devo fare, come se fossero elementi di una lista. Mentre mi lavo o spolvero, ripeto le parole nella testa senza fermarmi. Quando si tratta di cose che non devo sbrigare subito, mi basta appuntarle sul cellulare. (Lo facevo anche alle medie, era quasi un'ossessione e mi appuntavo anche "bere", "fare pipì", cosa che non ho più fatto col tempo).
E oggi, leggendo un libro, ho iniziato a far scorrere lo sguardo sulle parole e pensare che stavo leggendo, pensavo proprio al processo meccanico della lettura, gli occhi che scansionavano le parole che il cervello assimilava. Ovviamente, non capivo più nulla. Ci ho riprovato, ma mi sono ritrovato a far scorrere lo sguardo sulle parole fissando le lettere, la loro forma e come erano composte. Ora mi è salito il panico, perché ho il terrore di avere innescato un meccanismo irreversibile. Non riesco più a leggere perché penso a come sto leggendo, se ha senso, e mi sforzo così tanto che mi viene un forte mal di testa. E ora mi capita anche quando la gente parla, penso alle parole e non capisco il senso delle frasi.
Sto iniziando a preoccuparmi, mi sembra di essere caduto in un vortice senza via d'uscita e l'appuntamento con il mio psichiatra è tra un mese.
So che non potete fare consulti, ma potete darmi un consiglio, una direzione da seguire? Ha un nome ciò che mi succede quando leggo?
Grazie.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 41.1k 1k 63
Potrebbe essere che la attuale terapia non compensi completamente i suoi sintomi.

Dr. F. S. Ruggiero

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dopo
Utente
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Grazie, dottor Ruggiero, per la celere risposta.
Sì, purtroppo ha confermato il mio timore. Ovviamente, ne parlerò con il mio psichiatra.
Leggendo alcuni messaggi e alcune cose che scrivevo qualche mese fa, quando ero ancora in cura con l'olanzapina, ho notato che non avevo la difficoltà che ho ora nel trovare le parole, la mia scrittura era chiara e precisa. Mi chiedevo il motivo di questo fenomeno. Com'è possibile che l'olanzapina mi aiutasse in tal senso?
Ora l'aspetto della lettura sta migliorando. Non sono riuscito a leggere cose impegnative perché, quando lo faccio, mi ricordo del problema che mi autoinfliggo e non riesco più a leggere e concentrarmi. Davvero non riesco a capire il senso di questa mia "istigazione".
Grazie ancora e buona giornata,
Salvatore
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