Alternanza nel voler o non voler fare i compiti

Buonasera sono la mamma di un bambino di 8 anni che frequenta la seconda elementare (essendo nato a febbraio ha perso l anno).
è un bambino sveglio. Intelligente e ancora molto bambino...
va volentieri a scuola e pratica due sport (scelti da lui)anche x problemi di peso.
i compiti sono una vera tragedia...ci sono giorni che li fa tranquillo e in fretta.e giorni che nn ne vuole sentire..
viene "minacciato" di non fare questo o quello sport..a volte funziona a volte no...sono arrivata stasera a mandarlo a letto senza cena e senza aver finito di fare i compiti in modo che domani a scuola possa parlare con la maestra e raccontargli che nn vuole fare i compiti e vedere se almeno così otteniamo qualcosa.
Io e mio marito non sappiamo più cosa fare...lo abbiamo preso con le buone e nn serve a niente....lo puniamo e niente. ..
in casa l ambiente è tranquillo. .il pomeriggio siamo entrambi presenti. .le attività sportive restiamo con lui a vedere l allenamento.e non è quindi un parcheggio ..è stimolato a fare da solo perché capace di portare a termine i compiti ed eventualmente supportato e lodato...cerco di spiegargli i NO e motivarglieli..o spiegare il motivo di un esercizio. ..soprattutto in italiano dove magari il raccontare qualcosa di se può sembrare "stupido" ma serve a imparare a scrivere...
cerco di farlo ragionare quando si intestardisce su un qualcosa palesemente sbagliato. .o non consono..
ieri sera ha chiesto scusa per il sio comportamento. ..qs sera siamo punto e a capo...
aiuto...per favore. ..
Grazie
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Leggendo la sua lettera, lei mi sembra una mamma informata e attenta. Cosa dunque non va? Forse un'attenzione eccessiva sul bambino, che da come ne parla sembra figlio unico. Il voler troppo regolare la vita di qualcun altro, anche se è nostro figlio, anche se ha solo otto anni, a volte, per adottare il linguaggio dello sport, è una "invasione di campo". Lei dice giustamente che lo stimolate a fare i compiti da solo... però sorvegliate che li svolga. Dice che non gli fate mancare le lodi... ma lo punite, anche. E qualche volta in maniera non idonea: saltare la cena, per esempio, potrebbe fargli associare ai compiti un'impressione sgradevole, respingente. Ci sarebbero cose da dire anche sull'osservazione circa il sovrappeso del bambino, giusta cura dei genitori, che però non dovrebbe tradursi in un'attenzione fuori misura, o peggio in punizioni come il fargli saltare i pasti. Mi fermo ad una sua frase: "cerco di spiegargli i NO e motivarglieli..o spiegare il motivo di un esercizio. ..soprattutto in italiano dove magari il raccontare qualcosa di se può sembrare "stupido" ma serve a imparare a scrivere...". A che pro tutte queste spiegazioni? La maestra non basta? Non basta la riflessione autonoma di suo figlio? Se trova "stupido" un racconto su sé stesso, forse ha ragione, oppure esprime in questo modo la sensazione di una violazione di privacy. A volte dimentichiamo che un bambino, come chiunque, ha bisogno di affetto, ma anche di rispetto, e il rispetto si esprime nel lasciare a qualcuno un certo spazio per le sue attività, i suoi pensieri, i suoi giudizi, i suoi errori e le loro conseguenze. Sono certa che saprà al più presto risolvere la situazione che si è creata. Auguri, e ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Ho pensato anche io a un troppo controllo...dopo le parole del bambino stesso. ."mi stai troppo addosso"
..allora parlando con lui abbiamo stabilito che sarebbero cambiate le cosr..ma che ci vuole collaborazione da parte sua..perché se si deve preparare non può metterci 30 minuti per infilarsi una calza....
purtroppo è figlio unico..per tanti motivi..non per volere..lo lodiamo certo ma non crede che vada punitoqquando serve? O sbaglio io?
È seguito da un nutrizionista molto valido dal punto di vista umano...è coscienzioso sa riconoscere le categorie di alimenti..ciò non toglie che è pur sempre un bambino. .
la punizione del senza cena è perché adora mangiare. .ed è un tentativo (a qd punto forse sbagliato) di toccargli qualcosa che ama x spronarlo a nn comportarsi così. ..
spero di risolvere. .grazie per la risposta
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 182
Gentile utente, tutte le sue parole confermano quanto ho già detto. Alla sua eccessiva sollecitudine temo si aggiunga anche qualche fuorviante giudizio esterno. L'ho pensato quando ho letto la sua prima lettera, in cui scrive: "le attività sportive restiamo con lui a vedere l allenamento.e non è quindi un parcheggio ..". Qualcuno attorno a lei, forse lei stessa, critica i genitori che mentre i figli fanno sport o altre attività si occupano di sé stessi? Ma un genitore equilibrato fa proprio questo. Il bambino è lento perché si sente osservato, e sceglie questa strategia per avere i propri tempi. Qualche volta non fategli fretta (il che vuol dire non stare lì a guardarlo e a sollecitarlo mentre si prepara) allorché si tratta di attività sue, e lasciate che perda la possibilità di svolgerle, senza rimproverarlo. Queste cose le spiegava il famoso dottor Spock cinquant'anni fa, e sono più che valide. Si crei lei stessa delle alternative che la occupano, la interessano, la appassionano, e offrirà a suo figlio davvero il meglio. A risentirla.