La mia psicologa vuole concludere la terapia ed io non so cosa fare?

Salve, sono una ragazza di 22 anni, sin da piccola non sono mai stata capace di socializzare con la gente a causa della timidezza, crescendo si è poi trasformata in ansia che tendo a somatizzare tutt'ora. Ho cambiato 3 psicologi nel corso degli anni fin quando a Luglio del 2016 conosco la mia attuale psicologa-psicoterapeuta, persona davvero professionale ed empatica, sin da subito ho capito che di lei potevo fidarmi.
Comunque all'inizio l'appuntamento era due volte a settimana, poi una, fino ad ora in cui siamo arrivate ad incontrarci ogni due settimane, abbiamo scelto insieme questa modalità.
Grazie a lei sono riuscita a dire tutto ciò che per anni era rinchiuso dentro di me, ho terminato la scuola che avevo lasciato in sospeso, ho affrontato per forza di cose alcune sfide, un esempio: stare una settimana insieme ad alcuni amici di mia cugina, era una vacanza anche se io l'ho vissuta male a causa appunto della mia ansia e dei sintomi. Mi sono iscritta alla patente che sto finendo di prendere. Esco di casa da sola solo per comprare qualcosa al supermercato o al panificio. Non ho amici, ne avevo una in passato con cui poi ho chiuso i rapporti perchè le nostre strade erano destinate a dividersi, modi di pensare e di vivere diversi.
Arriviamo al punto, più di una volta la mia psicologa mi ha dato dei compiti da fare come quello di fare uno sport per "sfogare" tutta la tensione accumulata, a me piacerebbe provare ad andare a correre oppure fare delle passeggiate in bici, ma il problema è sempre lo stesso, l'ansia, la paura del giudizio altrui, la paura d'incontrare qualcuno che conosco e di dare spiegazioni, la paura di sembrare ridicola e così fino all'infinito.. poi c'è da dire che sono un tipo di persona molto pigra e lo sport non mi è mai piaciuto. Mi aveva detto di iniziare ad uscire da sola per fare lunghe passeggiate, guardando la gente negli occhi (cosa che difficilmente riesco a fare), salutando (anche qui tendo a far finta di non vedere piuttosto che salutare qualcuno che conosco).
Ultimamente mi ha messo "con le spalle al muro", nel senso che se non provo a far qualcosa per iniziare a socializzare con le persone, lei sarà costretta a chiudere la terapia, mi ha dato due settimane di tempo ed io non ho fatto ancora nulla, esco solo insieme ai miei genitori, ma per comunicare non mi viene spontaneo, agli occhi degli altri tendo ad essere fredda, distaccata, come se avessi un muro tra me ed il resto delle persone, fatta eccezione con la mia psicologa e i miei parenti. Ho paura di rovinare questo legame, perchè alla fine io mi sono affezionata alla mia psicologa, so che ha ragione e che la terapia non può funzionare se non c'è collaborazione da parte del paziente. Mi sento davvero una brutta persona, immatura, irresponsabile, codarda. Sono consapevole di avere ancora delle resistenze e che per superarle ci vuole la mia volontà, ma sono bloccata dalla paura. Temo che una volta terminata la terapia la mia situazione possa peggiorare.
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Dr.ssa Delia Guagnano Psicoterapeuta, Psicologo 35 3
Gentile Utente Medicitalia,
se la sua psicoterapeuta le da "dei compiti da fare" è perché attuandoli, lei potrà fare ulteriori passi avanti nella sua crescita personale. Perché non continua a seguirli?
Se la sua psicoterapeuta l'ha messa con le spalle al muro, non è perché vuole allontanarsi da lei ma perché sa che se non "si sforza" di attuarli lei non potrà fare passi avanti. Perché continuare allora? La reazione della sua psicoterapeuta mi sembra sensata e del tutto corretta nei suoi confronti!
Lo psicoterapeuta non è un mago, non può risolverle i problemi se lei "non si tira su le maniche"!
Continui ad ascoltarla e soprattutto ci provi! ;-)
Delia Guagnano

Dr.ssa Delia Guagnano, Ph.D.