Si può superare la depersonalizzazione riprendendo la vita a piccoli passi?

Salve Dottori
Ammetto che scrivo soprattutto per sfogarmi e non sentirmi sola...
Sono una ragazza di 27 anni e da due giorni vivo le giornate da spettatrice.
Gli oggetti mi appaiono strani,i movimenti che faccio non sono naturali,le realtà e le persone mi sembrano diversi rispetto a prima,e aggiungiamo qualche attacco di panico notturno che però ho da un pò di tempo..
Su internet ho scritto "sentirsi estraniati" ed ho letto gli articoli sulla depersonalizzazione e derealizzazione e mi ci ritrovo
Ho cercato e sto cercando con tranquillità i motivi di questo evento,un pò come dirsi "ecco perche!",vi chiedo se secondo voi sono sulla strada giusta.....
Da due anni un pò per gioco scrivevo pensieri e domande a cui davo risposte,cercavo di costruirmi un modo di pensare,un essere e una personalità....ed ero stupita di come la mente possa spaziare un pò dove vuole,come se avessi scoperto una nuova capacità!
Solo dopo un pò ho capito che quello che facevo era analisi,sulla vita,le persone,la società eccetera....ma non ne ero spaventata,anzi mi sembrava di riunire i fili ed essere più cosciente....infatti poi mi sono interessata ad argomenti come "l 'io ,il se interiore l ego"e via dicendo.
Volevo solo essere la me migliore,per avere una vita libera da preconcetti e problemi personali ..
Vi domando inoltre se secondo voi è possibile superare da sola questa situazione o disturbo,riprendendo a lavorare,ad uscire a coltivare passioni, tornare dentro la vita e non fuori come prima filosofando continuamente....il quesito è se ci riuscissi ,se non sarebbe un pò come fingere e poi ritrovarmi più in la con gli stessi problemi.
le sedute da uno pscoterapeuta costano,come posso curarmi e allo stesso tempo sostenermi economicamente se un lavoro implica un contatto sociale in cui io mi sento un aliena. è un circolo vizioso.
Per rilassarmi sento la musica,mi aiuto con degli odori e ricordo i momenti del passato,credo lo faccio per sentirmi viva con le emozioni nostalgiche dato che nel presente non ci sono.Avete altri rimedi o tecniche per alleviare questi sintomi?
Inoltre scrivo quello che provo....credete sia utile oppure lo rafforza?non voglio fissarmi,voglio credere sia una cosa da cui possa uscire con più forza.....
Altro dettaglio.....tutto questo pensare ammetto è nato anche con il fumare cannabis,vedevo che ero più aperta e più attiva e ciò mi ha fatto pensare che era una cosa benevola(a scopo culturale) ad oggi mi dico che ne ho abusato e apre troppo la mente....ad ogniuno fa il suo effetto,a mio fratello rilassa,su di me ha attivato il finimondo.
Uno pscoterapeuta contrasta le mie credenze o mi aiuta ad aggiungere nuovi spunti da cui trarre forza?

Grazie per la lettura per chi è riuscito a seguirmi.
Pensate che ci sia qualcuno professionista che ogni tanto aiuta gratuitamente?In cambio posso offrire i miei dipinti e servizi lavorativi...è folle scrivere ciò ma ho sempre pensato che provarci non costa nulla!

grazie a tutti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
quello che descrive sembrerebbe un processo di intellettualizzazione che non va patologizzato a priori.
Tuttavia la ricerca di informazioni in rete alimenta la tendenza ad attribuirsi autodiagnosi fuorvianti quindi è preferibile cercare sempre il riscontro diretto con lo specialista,
L'utilizzo di cannabis infine, anziché "aprire " altera la percezione del proprio vissuto, quindi ostacola qualsiasi processo che consenta di promuovere l'autoconsapevolezza.
A questo punto direi che sarebbe opportuno rivolgersi presso il Consultorio Familiare della sua ASL per un colloquio con lo psicologo con il quale affrontare questi aspetti e valutare la necessità di approfondirli.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Chiara Illiano Psicologo 31
Gentile utente, nessuno di noi può fare una diagnosi e quindi dare indicazioni terapeutiche o consigli su come uscirne per iscritto qui...comprendo il tuo disagio e le tue problematiche economiche che certo non aiutano.
si può uscire da alcuni disagi da soli se si è in una fase iniziale e se si possiedono le strategie giuste, ma in alcuni casi il supporto di una psicoterapia è essenziale.
Ci sono alcuni colleghi che fanno prezzi agevolati a chi non può permetterselo e ci sono terapie, come ad esempio la strategica, che sono brevi e a cadenza bimensile.
Ti consiglio di leggere i testi di Giorgio Nardone che possono aiutarti in prima istanza a comprendere ciò che tanto ti spaventa ora e a conoscere l'approccio di cui ti ho parlato, quello strategico.
se hai altre domande sono a tua disposizione

Dr.ssa Chiara Illiano
Psicoterapeuta breve ad approccio strategico
www.chiarailliano.com

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dopo
Utente
Utente
Salve dottoresse ,scusate la mia tarda risposta!grazie dei consigli...purtroppo ancora non ho potuto contattare uno specialista,tuttavia quei sintomi forti sono passati in breve tempo,adesso rimane una forte ansia nelle decisioni e per il futuro,e ahime chi non ce l ha prima dei trent anni?Sento molto forte la spinta della società e quando mi fermo a pensare è la fine...grazie ancora!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Sento molto forte la spinta della società e quando mi fermo a pensare è la fine.."

La progettualità dovrebbe nascere dal desiderio di realizzare le proprie aspirazioni piuttosto che dall'esigenza di uniformarsi a modelli imposti dall'esterno.
Pensare è l'attività naturale della nostra mente ma affinché non si trasformi in sterile rimuginazione può d'aiuto avere un interlocutore qualificato con il quale confrontarsi.