Sessualità,depressione e ansia sociale

Egregi dottori, ho per troppo tempo tergiversato sulla mia situazione, probabilmente con la speranza di nasconderla sotto al tappeto. Tuttavia non è servito a nulla, anzi, probabilmente è stato controproducente. La genesi episodica del mio malessere si manifesta nel 2013, durante l'ultimo anno degli studi superiori. Alcuni compagni di classe, con un'insegnate al seguito, supposero la mia omosessualità. Fu facile intuire le allusioni, i sorrisetti, che non si sono concretizzati mai in un'accusa palese soltanto per il mio carattere, estremamente duro e irascibile. A loro intendere ero gay per un rapporto strettissimo con un ragazzo di una classe vicina, peccato che codesto era un mio compaesano, e che avevamo iniziato gli studi scolastici sin dalle elementari, un fratello de facto insomma. Ma non era un unicum, avevo dei rapporti stretti con altre due persone che frequentavano il mio istituto. Presi malissimo questa accusa, e iniziai a pormi in modo sempre più scostante rispetto alla classe, ivi incluso il corpo docente. Addirittura arrivai a prendere a sediate sulla schiena un compagno. Non so ben motivare questa mia irascibilità sull'episodio, anche perchè nacqui eterosessuale, e fino a quel giorno mai si insinuò nella mia mente alcun pensiero omo. Pensate, e qui il fato si dimostra beffardo, che ho sempre deriso a vista gli effeminati, anche se oggi non lo rifarei. Nonostante l'assurdità dell'invettiva, il pensiero iniziò a diventare un dominus nelle mie giornate, fisso, indelebile. In breve tempo la notizia si diffuse nella piccola cittadina in cui ancor oggi vivo, portando ad un isolamento sempre più marcato, dato anche dai miei comportamenti. Ero sempre più arrabbiato, sempre più stanco e sempre più solo. Una sorta di malessere iniziava a crescere, giorno dopo giorno, in modo subdolo, poichè avveniva nel silenzio della mia psiche. Avevo pochi amici ma fidati, che appresero questa novità e che iniziarono con le loro allusioni. Inutile dirvi come si concluse, litigata violenta per futili motivi, che in realtà celavano altre recriminazioni. I mie familiari appresero questa mia presunta omosessualità, creando un vuoto intorno a me. Inizia a essere trattato in modo diverso da tutti, anche dai parenti più prossimi. Un continuum che non si è mai arrestato e che mi ha condotto in una situazione pericolosa: non svolgo più nessuna attività sportiva, nonostante sia un appassionato di arti marziali. Esco sporadicamente da casa,e il più delle volte avviene senza compagnia. Parlo con pochissime persone, e per un tempo brevissimo. Ho un ciclo di sonno irregolare. Non riesco più a discutere in modo sereno con nessuno, ho sempre quel senso di inadeguatezza che mi blocca nei dialoghi. Sono perennemente giù di corda, irascibile, pensieroso e con una visione del mio futuro non tanto rosea. Sono iscritto all'università, ma non frequento da mesi, e ho perso la voglia di studiare. Vorrei un vostro consiglio. Cordiali saluti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

anche ora sta da "troppo tempo tergiversando sulla mia situazione, probabilmente con la speranza di nasconderla sotto al tappeto."
Nel consulto analogo di solo pochi giorni fa Le era stata indicata l'opportunità di un percorso di persona con un nostro collega:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/594025-irascibilita-sessualita-ansia-sociale-difficolta-relazionali.html

Sta a Lei decidere. ora.
Continuare a scrivere qui non Le serve.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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