Ansia (o depressione) e non mi sento più me stesso...

Salve, sono un ragazzo di 18 anni e da circa 2 mesi la mia vita è cambiata. Premetto che sono sempre stato un ragazzo abbastanza ansioso e ipocondriaco: infatti anche 3 anni ho sofferto di ansia e attacchi di panico, poi scomparsi nel giro di 4-5 mesi e da lì sono stato molto bene. Ma 2 mesi fa circa, verso metà Gennaio, ecco che ebbi il primo attacco di panico dopo quel periodo: non riuscivo a togliermi un’immagine dalla testa e avevo il timore di impazzire(era un forte attacco d’ansia forse, non fui nemmeno costretto ad andare in ospedale). Diciamo che non ho fatto più di tanto caso al significato dell’immagine, perché l’ho visto come la goccia (l’episodio) che ha fatto traboccare il vaso. Io sono un ragazzo che ha molte amicizie, fa sport e ha diverse passioni. Forse il mio piccolo limite è che tendo a tenermi tutto dentro. Dopo questo attacco, diciamo che la mia mente ha cominciato a divagare nel peggiore dei modi: prima avevo paura di fare del male alle persone care, poi che potessi farmi del male da solo, poi che potessi avere la depressione. E diciamo questo circolo di pensieri continua tutt’ora. Anche con questi pensieri la mia vita sociale è rimasta più o meno la stessa. Eccetto che qualche a volta (1-2 forse), a causa di questi attacchi fui costretto a tornare a casa, mentre ero in giro con gli amici. Come se non bastasse, la fissazione che più mi sta facendo dannare in questo momento è la paura di smettere di respirare volontariamente (so che è impossibile, però mi fa paura). Sia chiaro, io non ho mai provato a trattenere il respiro bensì ogni momento della giornata, o quasi, controllo il ritmo della respirazione. Come se respirare sia dovuto solo da me. A volte sono razionale, e riesco a capire che non può succedermi niente, a volte però prevale l’emozione e ho paura di soffocarmi da solo. Concludo dicendo che questa spirale di pensieri negativi mi ha portato anche ad avere una brutta visione (forse momentaneamente, dovuta al momento) della vita. Io?? Io che sono sempre stato un ragazzo spensierato e talvolta dolce. Questi cattivi pensieri mi fanno stare parecchio male. Diciamo che la mia paura è che un giorno possa commettere una di queste cattiverie. E a volte per non soffrire mi metto a dormire. MA NON DEVE ESSERE COSÌ. Io sono sempre stato un carburante, che se non aveva niente da fare andava a farsi una partita a tennis o a calcio. Vi scrivo non solo per chiedere aiuto, ma per sfogarmi un po’ e magari avere dei pareri riguardo la mia situazione. La verità è che queste paure sono parecchio limitanti, vorrei essere ancora il ragazzo che studia, fa sport e si diverte con gli amici senza questi pensieri. Non credo di meritarmi questo inferno... Grazie per l’ascolto, e magari se potete chiaritemi anche riguardo alla paura del respiro. Ho sempre il timore che io possa soffocarmi da solo. Grazie ancora!
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Dr. Cristina Finocchiaro Psicologo, Psicoterapeuta 61 7
Gentile Utente, per quanto riguarda la respirazione è un automatismo per cui bloccarla risulta piuttosto difficile, interessante però che psiche in greco significa respiro..Lei forse vorrebbe bloccare i suoi pensieri?
Io non sottovaluterei le sue angosce e cercherei di dare un senso ai suoi pensieri, se non trova aiuto tra i suoi cari si rivolga ad uno specialista, potrebbe essere arrivato il momento di "dare fiato" all'esperienza negativa (magari anche collegata all'immagine di cui scrive) che forse non le consente di andare oltre come la sua giovane età merita.
Cordiali saluti

Dr. Cristina Finocchiaro
Dottore in Psicologia Clinica, Specializzata in Psicoterapia sistemica e relazionale e psicodiagnostica - Roma

[#2]
dopo
Utente
Utente
Salve dottoressa, la ringrazio per la risposta.
In verità ho già avvitato da 2 settimane e mezzo un percorso di psicoterapia. E devo dire che sono anche abbastanza fiducioso.
Poi, ho anche aumentato il numero di sedute a settimana (adesso ci vediamo 2 volte).
Ho chiesto un consulto anche per sfogarmi un po’, in terapia lo faccio già abbastanza, sì, ma magari volevo avere anche un piccolo parere sui miei sintomi.
Comunque, riguardo al respiro, volevo capire se solo trattenendolo potesse succedere qualcosa. Mi hanno rassicurato più medici sull’impossibilità di questa cosa, però a volte come dico prevale l’emozione e sfocio in piccoli attacchi di ansia.
Anche secondo lei è impossibile che succeda qualcosa?
L’immagine comunque riguardava un cantante che diceva “ricco e depresso”. Allora ho cominciato a fare collegamenti vari... paura che potessi diventarlo anche io insomma. Ma prima di questo episodio stavo benissimo, cioè mi sentivo normale diciamo ahaha

Grazie per l’attenzione
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Attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
Gentile Utente
la sua richiesta di aiuto mi sembra scaturita da una forte preoccupazione riguardo al non poter controllare certi eventi "interni" come quando dice:

"non riuscivo a togliermi un’immagine dalla testa e avevo il timore di impazzire"

oppure

"prima avevo paura di fare del male alle persone care, poi che potessi farmi del male da solo, poi che potessi avere la depressione. E diciamo questo circolo di pensieri continua tutt’ora"

Ai miei occhi arriva la paura di non poter controllare se stesso, mi riferisco sia a quanto virgolettato sia alla tendenza a gestire il proprio respiro.
Chiaramente mi corregga se sbaglio.

Per lei sembra dunque assolutamente necessario controllare il proprio corpo e ciò che accade al suo interno, è cosi?
[#4]
dopo
Utente
Utente
Sì, dice bene. Diciamo che ho sempre paura che questi pensieri possano prendere il sopravvento su di me. Significa qualcosa?
Grazie tante della risposta
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Attivo dal 2018 al 2024
Psicologo
La mia impressione è che questi pensieri lei li percepisca in qualche modo come "esterni" a se, come qualcosa da cui difendersi.
Se da un lato la paura rispecchia una sua reazione interna di protezione di se stesso, dall'altro il rischio è che essa stessa potrebbe alimentare gli stessi pensieri dal quale lei vorrebbe proteggersi creando cosi un circolo vizioso.

Il vissuto che lei racconta è sicuramente indice di come lei funziona e del suo rapporto con se stesso, purtroppo per ovvi motivi questa è una tematica che in questa sede non può essere snocciolata a lungo.

Le consiglio dunque di affrontare questi aspetti di sè nel percorso di psicoterapia che sta affrontando affinchè sia lei il protagonista attivo di una esplorazione del proprio mondo interiore.
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