Paura di prendere farmaci

Gentili dottori, sono molto confusa e in lotta con me stessa perché voglio farmi aiutare, ma ho anche paura di finire in un circolo vizioso di farmaci ed effetti collaterali.

Ho sempre sofferto di sbalzi d'umore, che spesso mi hanno portato ad abbandonare progetti senza finirli, lasciare l'università, infatuarmi di qualcosa trascurando quello che mi piaceva prima, eccetera. Qualche anno fa mi sono rivolta a uno psichiatra che ha definito la mia condizione "stato misto", ma secondo il suo parere non rispondevo ai criteri del disturbo bipolare (e meno male!). In effetti non ho mai avuto periodi prolungati di sola depressione o di sola ipomania, la mia testa è sempre stata un calderone con tutti gli estremi in continua ebollizione. Ero strana anche da piccola e, senza esagerare, non ricordo un solo momento di umore stabile.

Venendo a ora. Da un paio di anni ho notato un peggioramento progressivo. Non riesco più a concentrarmi, non faccio niente, nemmeno quello che mi piace, sono distratta, le mie capacità si sono ridotte anche nei campi in cui ero bravissima, la mia autostima di conseguenza è colata a picco, così tanto che ogni volta che provo a fare qualcosa vengo assalita da pensieri di odio verso me stessa. Inoltre ho iniziato a soffrire di insonnia e (da qualche mese) stipsi cronica.

Credevo di essere depressa, perciò mi sono rivolta a uno psichiatra. Ancora una volta il verdetto è "stato misto". Non riesco a discordare perché in effetti io sono propositiva, è che mi demoralizzo quando ogni mio tentativo di fare qualcosa finisce o con un nulla di fatto o con un fiasco.

Perciò ho ricevuto questo farmaco, l'Abilify. Ho davvero una paura tremenda di prenderlo, anche perché la prescrizione è frutto di un solo incontro. Ho soprattutto paura di due effetti collaterali:

1) L'aumento di peso o comunque uno squilibrio nel metabolismo. Fino a un anno fa ero molto sottopeso (mangio tantissimo, ho un costante stimolo della fame, ma non ingrasso manco a bere dalla bottiglia dell'olio). L'unico obiettivo che sono riuscita a raggiungere in questo periodo è proprio l'aumento di peso seguendo una dieta bilanciata e soprattutto allenandomi molto. Vedere i progressi allo specchio è davvero l'unica cosa che mi dà coraggio perché ce l'ho fatta, ho ottenuto dei risultati. Mi manca ancora qualche kg, ma sono sulla buona strada. Se improvvisamente mi vedessi ingrassata troppo o il metabolismo mi sfuggisse di mano, mi sentirei a terra. So che l'Abilify è tra gli antipsicotici che incidono meno sul peso, eppure leggo tantissime opinioni che dicono tutt'altro.

2) Il peggioramento dell'insonnia. Da mesi ne sono uscita, ma ho il terrore di ricaderci perché ancora mi capita, qualche volta, di non dormire. Basta una minima interferenza nella mia routine e addio sonno.

Cosa devo fare? Non posso continuare così, ma ho paura di finire peggio. Se non è il farmaco giusto? Se mi ritrovo con le conseguenze degli effetti collaterali e nessun beneficio? Se non ne ho bisogno?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Gentile utente,

Si sta ponendo problemi secondo una modalità che sostanzialmente la spinge a non fare, sulla base di cose che può gestire col medico. La soluzione non sta in una risposta a queste domande, sono domande sul futuro.
La diagnosi è stata fatta dopo un solo incontro, spesso è proprio così.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Forse mi sono espressa male. Lo psichiatra non ha ancora fatto una diagnosi ("stato misto" è la descrizione del sintomo, ma non lo ritiene una diagnosi, dobbiamo ancora capire da cosa è causato). La mia preoccupazione sul farmaco deriva anche da questo.

Inoltre gli effetti collaterali comuni (nausea, aumento di peso, debolezza muscolare, insonnia) mi sembrano troppo deleteri per il mio umore, visto e considerato che, al momento, i miei unici successi sono aver preso peso facendo allenamento e aver sconfitto l'insonnia.

Mi domando, è così incomprensibile la mia preoccupazione? Sto cercando di essere razionale, non voglio ostacolare lo psichiatra, ma non lo conosco ancora abbastanza da fidarmi e, soprattutto, lui non conosce me abbastanza da aver inquadrato il problema.

Chiedo sinceramente se le mie reticenze sono esagerate e dovrei prendere il farmaco, oppure aspettare un paio di colloqui.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
No, stato misto è una diagnosi di stato, non è un sintomo.
E corrisponde anche ad una diagnosi di disturbo, al di là dello stato attuale definito appunto "misto".
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Utente
Utente
Grazie del suo tempo, dottor Pacini. Lo psichiatra ha usato il termine per descrivere il mio stato attuale, ma so per certo che non lo intendeva in senso di diagnosi.

Io sento che la mia vita potrebbe ripartire se trovassi di nuovo la concentrazione e la capacità di rendere bene nelle mie attività, come facevo prima. I miei sbalzi d'umore, in questo periodo, derivano proprio da questo. Ho voglia di fare, ma quando faccio mi riesce tutto malissimo, allora riprovo, e riprovo, e riprovo, ma sembra che il mio cervello sia stato sostituito con quello di un altro.

Non ho allucinazioni, non soffro di attacchi di panico, ho pensieri intrusivi che riguardano l'essere incapace, ma diciamo che, purtroppo, non sono deliranti bensì oggettivi. Infatti spariscono nelle rare occasioni in cui mi riesce qualcosa. L'Abilify è raccomandato in questi casi?

E, concludendo, a volte in psichiatria è consigliato fare delle analisi al sangue per valutare carenze o squilibri ormonali?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
"so per certo che non lo intendeva in senso di diagnosi. "


Mi scusi, ma se è un termine che indica una diagnosi, cosa vuol dire che non intendeva una diagnosi e Lei lo sa per certo ?

L'abilify è raccomandato per la diagnosi che le è stata fatta. Mi pare che sia Lei a voler vedere la cosa in maniera vaga.
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Utente
Utente
È stato lo psichiatra a dire che la diagnosi ancora non c'è, e che ci occuperemo di inquadrarla nei prossimi incontri. L'ho chiesto esplicitamente, non avrei motivo di insistere su questo punto altrimenti.

Mi spiace leggere questi toni accaniti. Non ho un pregiudizio verso gli psicofarmaci, sono solo molto cauta e preoccupata di prendere farmaci di cui magari non ho bisogno. In medicina non è mai successo di sbagliarsi? Solo perché ci rivolgiamo a specialisti della salute mentale non significa che il giudizio critico di noi pazienti debba essere automaticamente invalidato.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non è questione di toni accaniti. Lei ha espresso anche nel titolo del consulto la preoccupazione sui farmaci.
Il discorso sulla diagnosi non torna. Stato misto non è un modo di dire o un termine generico come "sindrome ansioso-depressiva", quindi non vedrei motivo di usarlo se non come diagnosi.
Oltretutto, la terapia che è seguita mi pare coerente con lo stato misto come diagnosi.
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Utente
Utente
La ringrazio di essersi spiegato. Sono sicura di non aver frainteso lo psichiatra in questa specifica circostanza, ma il discorso è molto più ampio e non ha senso riproporlo qui.

Già che siamo in tema, ne approfitto per chiedere un chiarimento. Lo stato misto fa parte dei disturbi bipolari? Mi era parso di capire di sì, eppure il mio ex psichiatra-psicoterapeuta ha negato fermamente che fossi bipolare ("al massimo, ciclotimica", ma non sembrava troppo convinto). Anche in quel caso era stato usato il termine "stato misto", da cui la mia confusione.

In aggiunta, si parla di stato misto anche quando si alterna normalità e depressione? In passato ricordo di aver fluttuato molto fra picchi di attività frenetica e cadute vertiginose, ma negli ultimi anni e soprattutto in questo periodo non mi sembra di avere grosse risalite. Passo da sentimenti di vuoto e disperazione, apatia, disinteresse verso tutto, immobilità, a momenti in cui riesco a vedere le cose sotto una luce migliore e provo a darmi da fare (senza eccessi, cose banalissime), ma poi ricado subito nella depressione. La cosa che mi ha spinto ad andare da uno psichiatra è che d'un tratto non mi concentro più neanche nei momenti di normalità, tant'è che pensavo di essere "finalmente" solo depressa.

Può aiutarmi a far chiarezza?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Stato misto è una fase dei disturbi bipolari, i quali sono variabili per decorso e intensità dei sintomi.
Quindi non c'è ragione di considerarli più o meno "gravi" di qualsiasi altra diagnosi.
Ragion per cui non è che essendo depressi si è "solo" depressi, non è una malattia meno grave di una sindrome bipolare.
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Utente
Utente
Quando dice che è una fase, intende che gli stati misti sono accompagnati, a un certo punto nella storia del paziente, da fasi maniacali e depressive?
Perché io non ho mai avuto né un giorno di depressione pura, né un giorno di ipomania pura. Il mio umore cambia nell'arco di poche ore.

Scusi se insisto nel farle domande, è che vorrei capire.

Inoltre che differenza c'è tra curare lo stato misto con antipsicotici e curarlo con stabilizzanti?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
No, intendo dire che gli stati misti sono un tipo di fase, come quella maniacale o quella depressiva.
I disturbi bipolari si diagnosticano per la presente di una componente eccitatoria nel corso di episodi maniacali o misti.

Sul piano terapeutico, non c'è differenza sostanziale, sono opzioni possibili da sole o in associazione.
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Utente
Utente
La ringrazio delle delucidazioni. Resto un po' confusa (ma non è colpa sua) dal fatto che lo psichiatra-psicoterapeuta precedente abbia più volte negato la diagnosi di disturbo bipolare. Ricordo perfettamente che mi definiva "al massimo ciclotimica" ma con scetticismo. E parlo di uno specialista con cui sono stata in terapia per due anni, vedendolo una volta a settimana.

Ai tempi mi ero trovata "quasi bene" prendendo uno stabilizzante, poi mi disse lui stesso di sospendere. Dico "quasi bene" perché avevo l'impressione che il farmaco mi mantenesse in una sorta di depressione lieve, senza crolli ma anche senza entusiasmo, però in quel periodo stavo affrontando situazioni molto difficili quindi la leggera depressione poteva essere una risposta fisiologica. Secondo lei potrei chiedere allo psichiatra attuale cosa ne pensa di riprovare con la stessa molecola?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
al massimo ciclotimica, appunto, indica una forma minore di tale tipo di disturbi.
Mi suona un po' strano per così dire che in due anni non si definisca una cosa del genere, visto che di solito è evidente abbastanza subito

Forse l'ha detto come modo di comunicarlo a Lei, ma la diagnosi ce l'aveva se ha prescritto uno stabilizzatore, altrimenti su che base ?
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dopo
Utente
Utente
Scusi se rispondo con un po' di ritardo.

Ho l'impressione che per il mio psichiatra precedente il mio problema fosse soprattutto psicologico, anche se profondo, e che l'aiuto farmacologico fosse solo di supporto. Adesso mi è stato detto qualcosa di simile, anche se io sento che c'è qualcosa "di più", ma mi chiedo anche se non possa avere una causa ormonale. Credo che ne parlerò anche col mio medico di base.

La ringrazio dei chiarimenti e del tempo che mi ha dedicato, dottor Pacini!
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 40.9k 995 63
Praticamente sta facendo di tutto per non assumere la terapia cercando una giustificazione di qualsiasi genere.

Il collega le ha risposto chiaramente ma evidentemente fa finta di non voler comprendere.

Se continua a cercare altre cause in evidenza di una espressa diagnosi ed un trattamento conseguente perderà tempo e rischierà di peggiorare il suo stato psichico.


Dr. F. S. Ruggiero

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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.4k 986 248
Non saprei cosa sia un problema "soprattutto psicologico", e profondo.

Ha una diagnosi e una terapia, non so perché ci debba essere questa riluttanza o titubanza nel chiamare per nome le cose.
Se voglio dire una cosa vaga e indefinita non vado certo a pescare il termine "stato misto".

Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.

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