Disturbo dell'adattamento con ansia e umore depresso misti

Buonasera, sono sotto psicofarmaci da un anno esatto per via di mobbing sul posto di lavoro molto violento. Da un anno appunto a questa parte mi sottopongo regolarmente a visite psichiatriche di controllo, sono finito alla guardia medica con crisi d'ansia, tachicardia ed ipertensione (fino a 2 anni fa donavo il sangue quindi il mio stato di salute è sempre stato perfetto), visita neurologica risultata nella norma con "irrequietezza, marcato stato ansioso, focalizzazione negativa del pensiero sulle problematiche lavorative", sedute di psicoterapia. Mi sono sottoposto ad una perizia medico-legale redatta da uno specialista altamente specializzato in mobbing che opera come C.T.U. presso il tribunale di Roma che ha diagnosticato un "disturbo dell'adattamento con stato ansioso e umore depresso misti", rilevando un danno biologico permanente del 20% destinato ad aggravarsi negli anni a venire e altre menomazioni. Io non lavoro più, sono stato licenziato per asserito superamento del periodo di comporto alla fine dello scorso anno e ho impugnato il licenziamento denunciando in tribunale la mia ormai ex azienda per licenziamento illegittimo e per risarcimento danni da mobbing.
Questo preambolo per sapere perchè, nonostante non lavori da un pezzo, le mie condizioni psicofisiche non migliorano quasi per nulla: pensavo che una volta abbandonate le cause che mi hanno fatto ammalare sarei riuscito a tirarmi fuori in fretta, invece continuo a stare male e ad essere sotto pressione, vuoi per lo stress della causa, vuoi per le diffamazioni di controparte nelle memorie difensive, insomma che cosa devo fare? Non posso e non voglio continuare ad imbottirmi di farmaci, mi hanno già aumentato le dosi parecchio tempo fa, non ce la faccio più. Grazie.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

"sotto psicofarmaci" non ci dice granché. La diagnosi è chiara, però deriva da una causa. Il suo significato è che la reazione al mobbing (anche se questo è stato appunto così definito) deriva da un assetto neuropsichico favorente.
Il decorso è variabile, non si capisce per quale motivo si dica che è "destinato ad aggravarsi", considerato anche che lo sta curando.
Che tipo di cura sta facendo ?

Dr.Matteo Pacini
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Utente
Buonasera dott. Pacini e grazie per la risposta celerissima, considerando anche la festività della data odierna. Circa i suoi quesiti: "destinato ad aggravarsi" lo ha riportato il perito medico-legale nella sua relazione psichiatrica, mi viene da pensare che, poichè ai tempi della perizia ero ancora in servizio, il suo collega abbia ipotizzato un aggravamento del danno se fossi rimasto ancora al lavoro in quelle condizioni. Assetto neuropsichico favorente non saprei, non ho mai sofferto prima di questa situazione di alcun tipo di disturbo psichiatrico nè ho parenti che ne hanno sofferto/ne soffrono, questo mi rendo conto non voglia dire granchè. La cura me l'hanno modificata, quella attuale prevede 1 compressa e 1/2 di paroxetina 20 mg al mattino, 25 gocce di trittico 60 mg/ml la sera, 15 gocce di alprazolam al bisogno massimo 2 volte al dì. recentemente è stata introdotta una compressa di zolpeduar da 10 mg quando ho serie difficoltà ad addormentarmi (presa pochissime volte però).
Ad oggi ad esmpio ho paura di avere sempre qualcuno alle spalle, un mobber si piazzava a braccia conserte dietro di me continuando a offendere e tirando calci alle cose che avevo facendomele cadere a terra
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Quindi fa riferimento non a una perizia, ma ad una consulenza di parte.
La diagnosi che le hanno fatto invece i medici che le seguono, lasciando stare la causa di mobbing, le è stata comunicata. Ripeto, non quella scritta per essere usata nella causa, ma quella medica generale.
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Utente
Utente
E' esatto, la perizia medico-legale è di parte. La diagnosi medica generale è "sindrome ansioso-depressiva reattiva", confermata poi dalle varie sedute di controllo alle quali mi sto sottoponendo. "Disturbo dell'adattamento con ansia e umore depresso" è invece ciò che ha riscontrato il perito. Lo psichiatra che ha redatto la perizia si è limitato a quella, non ha in alcun modo modificato/confermato medicinali, dosi o quant'altro.
Chi mi ha in cura mi diceva, sin dal primo consulto, che in genere questi disturbi scompaiono nel giro di qualche mese dal momento in cui cessano le cause che li hanno generati; io il lavoro l'ho perso già da un pò, pensavo di essermi lasciato il peggio alle spalle ed invece in tutto questo tempo non ho visto chissà quali miglioramenti, vado a momenti alterni. Inoltre il pensiero della causa che all'inizio mi dava slancio emozionale, adesso mi rende nervoso e preoccupato. Cosa devo fare secondo lei? Psicoterapia già fatta, potrei riprenderla?
Grazie di cuore
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Dunque, la diagnosi individua semplicemente un tipo di sintomi, più che un disturbo con una prognosi definita e una categoria precisa. La diagnosi medico-legale introduce un concetto che è quello di "disturbo dell'adattamento", che non significa disturbo di origine ambientale, ma significa per intenderci che in risposta ad una situazione, al 50% si sviluppa un disturbo sulla base di caratteristiche psichiche pre-esistenti, e per il 50% a causa dello stress subito.

La cura corrisponde alla diagnosi, mentre la prognosi sostanzialmente è da vedere, perché non è detto che estinguendosi la causa si estinguano i sintomi (che poi il lavoro si può interrompere, ma sta di fatto che non è automatico che uno ne trovi uno nuovo senza problemi).
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Gentile dottore, ha centrato in pieno uno dei miei problemi, ossia la paura di essere vittima di violenze, umiliazioni ecc ecc anche con un altro lavoro. Questa paura era peraltro paradossalmente più radicata quando ero ancora sotto contratto con questa azienda piuttosto che dopo il licenziamento, consideri che la psicoterapeuta da cui andavo ha lavorato moltissimo proprio su questa fobia che avevo maturato.
Temo che dovrò abituarmi all'idea di vivere perennemente con gli psicofarmaci a questo punto.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non è detto, semplicemente andrebbe a questo punto affinata la diagnosi, in maniera da sapere che tipo di disturbo ha avuto. Faccio un parallelo: uno lavora in un posto e si prende una polmonite, ma può essere da silice, asmatica, o infettiva, e il decorso allora cambia.
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La prossima settimana ho la visita di controllo, proverò a sentire lo psichiatra.
Grazie infinite
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