Deviazione della mandibola

Salve, dopo l'uso di un bite incongruo per un periodo di sole due settimane ho avuto un apertura del morso con perdita dei contatti al punto da toccare sui soli ottavi. Adesso rifacendo il calco la chiusura é una prima classe ma il morso in bocca nonostante sia passato molto tempo e rimasto aperto e i contatti non si sono stabilizzati. In terapia dallo gnatologo mi sono stati limati i denti del giudizio. Sicché apparentemente la mandibola ha recuperato, ma dopo l uso di un bite fatto dallo stesso gnatologo l apertura del morso e aumentata nuovamente. Non sto qui a descrivere i sintomi psichici per cui vi chiedo se esista correlazione con problematiche di sbilanciamento mandibolare (vi faccio solo presente che sono caduto in un vortice ossessivo e depressivo da cui non riesco ad uscire Nonostante il sostegno paichiatrico. Ma mi chiedo come mai il mio morso non coincide piu con quello del calco non essendoci stata quindi una variazione della posizione dei denti che definisce un riposizionamento della mandibola. Puo trattarsi di una sublussazione? É come mai non si è considerata questa ipotesi? Ho avuto come la sensazione che lo gnatologo volesse compensare tramite ortodonzia una problematica di altra origine e questo mi ha lasciato molto perplesso in quanto immagino che l'obbiettivo sia ricreare la condizione precedente se non ci sono stati spostamenti dei denti, e non certo riprogrammare la bocca. Sarebbe scusate l esempio, come riparare lo scafo si una barca piegata senza prima averla raddrizzata, con le immaginabili conseguenze su tutto il sistema muscolare sbilanciatosi.
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Dr. Edoardo Bernkopf Dentista, Gnatologo, Esperto in medicina del sonno 6.5k 211 29
Gentile paziente, non sempre le osservazioni fatte con buon senso corrispondono alle realtà vista da uno specialista.
Via rete, senza poter esaminare il suo caso si può dire ben poco.
Anzitutto: "l'uso di un bite incongruo" a cosa era rivolto? E' da lì che bisogna ripartire.
"mi chiedo come mai il mio morso non coincide piu con quello del calco "
Potrebbe proprio essere lo scopo della terapia con bite.
"Ho avuto come la sensazione che lo gnatologo volesse compensare tramite ortodonzia una problematica di altra origine"
Più che una sensazione potrebbe proprio essere il piano di trattamento previsto. Se il suo problema fosse un disturbo cranio mandibolare e dell'Articolazione Temporo Mandibolafre (ATM) , il bite costituisce una terapia iniziale , una via di mezzo fra la conferma diagnostica e una prima terapia. Successivamente, MA SOLO SUCCESSIVAMENTE AL RAGGIUNGIMENTO DI UN BUON SUCCESSO CLINICO CON IL BITE, si dovrà provvedere ad una riabilitazione ortodontica, protesica o mista che confermi il risultato ottenuto con il bite, oppure proseguire, come compromesso, con il bite a vita.
Questo se la premessa (disfunzione ATM) rispecchiasse il suo problema di origine, che non ha precisato, e che comunque bisognerebbe poter visionare direttamente.
Cordiali saluti ed auguri

Dr. Edoardo Bernkopf-Roma-Vicenza-Parma
Spec. in Odontoiatria, Gnatologo- Ortodontista
edber@studiober.com - www.studiober.com

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dopo
Attivo dal 2018 al 2018
Ex utente
Intanto la ringrazio per la risposta. Sono in vero un ingegnere strutturale che si occupa di ponti e non un dottore, lei può quindi capire quanto io non possa non notare quanto questo sia un problema affine alla meccanica, e quindi non sentirmi direttamente coinvolto nella risoluzione del problema, specialmente se quello che mi viene detto mi suona anomalo. La mia occlusione non è variata per una problematica dentale, come dimostrato dal calco, pertanto ritengo pericoloso agire sui denti per compensare una variazione che seguendo l attuale terapia rischia di rimanere inalterata ma solo "mascherata" mantenendo uno sbilanciamento muscolare e complessivo che mi provoca continui dolori e problemi nella masticazione. Se dovessi correggere l inflessione di una soletta appianando la superficie con del cemento puo stare certo che in poco tempo si arriverebbe al collasso a causa dell'aumento di peso nonostante si abbia inizialmente la parvenza di aver risolto il problema. Mi sembra l'esempio sia molto calzante. Infatti il dottore ha anche limato gli ottavi, ma come supponevo la chiusura non ha certo recuperato i piani di occlusione iniziali, il morso si è apparentemente richiuso (con tutti i contatti alterati) per poi riaprirsi in poco tempo facendo tornare il contatto sugli ottavi, rendendo vana l'operazione di molaggio). Esattamente quello che mi aspettavo. Reputo che qualsiasi terapia sui denti vada condotta successivamente alla riequilibratura della mandibola dopo aver capito cosa impedisce il ritorno ai piani occlusale originali, ovvero quale parametro é variato tanto da creare questa situazione. Se non si capisce dov é il problema ogni soluzione proposta sara un tappa buchi destinato a saltare come gia successo. L'approccio applicato dallo gnatologo in questione, ennesimo luminare della gnatologica, credo possa essere adatto a difetti e problematiche congenite e non a casi come il mio. Sinceramente sono veramente sbigottito da questo modus operandi che mi appare fuori logica. Le chiedo ancora delle correlazioni emotive e psicologiche date dalla problematica. Piu testi scientifici specialmente anglosassoni sembra stiano rivolgendo molta attenzione alle conseguenze sul piano psicologico ipotizzando addirittura correlazioni inconscie. Tuttavia gli psichiatri con cui ho parlato hanno escluso un nesso, nonostante l'ampio materiale rintracciabile in merito. Grazie ancora