Iposessualità e disagio esistenziale

Salve Dottori,
mi rendo ormai conto di come sia ciclico il mio disagio.
Da qualche anno si è rinnovata, con il mio “nuovo” partner con cui stiamo insieme da parecchi anni, un mio atteggiamento ipoattivo nei confronti della sessualità ed un disagio crescente nel non riuscire ad avere rapporti in maniera serena e coinvolgente.
Da più di due anni non so cosa voglia dire un coinvolgimento emotivo e Sessuale, un orgasmo, una pulsione ed energia sessuale.
Questa volta però, spinta da un grande amore verso di lui e forse anche verso me stessa ho deciso seriamente di intervenire ed andare a fondo.
Provando dei disagi, su varie direzioni, mi sono rivolta ad uno psicoterapeuta di formazione Reichiana.
Con lui ci sono stati solo due incontri, perché avendo cominciato a leggere e “studiare” questo tipo di approccio terapeutico ho chiesto un po’ di tempo per riflettere coscienziosamente sul tipo di percorso che sarei andata ad intraprendere.

So bene che la mia interiorità è fragile, insicura ed in continua ricerca, sento nel profondo che dentro di me ci sono degli irrisolti, degli stati ansiosi e di cattiva gestione dello stress che riguardano il mio futuro e la mia identità personale e professionale, che qualche anno fa mi hanno portato a stati ansiosi molto forti (con episodi di derealizzazione e depersonalizzaziione, formicolii.. tutto “risolto” da sola). Vivo per questo un grande affanno nella ricerca di me stessa. Ripenso spesso alla mia crescita, al mio modo di stare al mondo.
In più si sono aggiunti negli anni 3 aborti spontanei ed un virus che mi ha portato ad alcuni fastidiosi interventi.

Insomma, tutto in un grande calderone in cui sto coinvolgendo anche il mio partner per non chiudere un dialogo, ma il vero problema è che non so da dove cominciare e da che tipo di terapia sia necessaria.

Mi domando se un terapeuta Reichiano sia adatto, se non debba invece coinvolgere un sessuologo, o un altro tipo di approccio terapeutico più di dialogo, perché non comprendo se tutto possa essere concatenato e questa è una GRANDE difficoltà per me.. perché non so dove mettere le mani per prima cosa.

Vorrei riprendere in mano la mia e la nostra vita, anche con un sacrificio economico, ma senza sbagliare nella scelta da fare. Il campo della terapia è così vasto che mi ci sono persa.

Qualcuno puó darmi un consiglio?
Ve ne sarei enormemente grata.
[#1]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
“Con lui ci sono stati solo due incontri, perché avendo cominciato a leggere e “studiare” questo tipo di approccio terapeutico ho chiesto un po’ di tempo per riflettere coscienziosamente sul tipo di percorso che sarei andata ad intraprendere. ”

Buongiorno,
Prima di pensare a cosa fare, sarebbe utile sapere di cosa soffre.
La diagnosi clinica è di fondamentale importanza per orientare il successivo trattamento.

Non è ben chiamato se lei soffre di:
Un desiderio sessuale ipoattivo
Di un nucleo fobico
Di un’anormasmia coitale
Di una problematica più profonda

Senza diagnosi non si può fare terapia


Nel mio blog. sito personale e canale YouTube troverà tanto materiale da poter consultare.

Nel mio sito pedonale può mettere la parola chiave, o andare nella sessuale sessualità femminile.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
,
Buongiorno Dottoressa,
Non so di cosa soffro.
Ed Il medico incontrato non mi ha chiaramente dato una diagnosi.

È senza dubbio chiaro (per me) che io viva un desiderio sessuale ipoattivo, che non abbia pulsioni sessuali e orgasmiche non riuscendo nemmeno a passare la fase dell’eccitazione, rendendo i rapporti fastidiosi e talvolta dolorosi dal punto di vista fisico e mentale.

Tutto il resto descritto, di cui ho parlato anche con il terapeuta, è un altro (o concatenato) aspetto della mia interiorità e del momento di fragilità che sto vivendo.
Non so se faccio bene a valutare entrambi gli aspetti del disagio che sto vivendo o se questo crea solo confusione in me, e nel terapeuta.

Osserverò i suoi link,
Grazie
[#3]
dopo
Utente
Utente
Continuo il messaggio precedente specificando che il dottore nel successivo incontro avrebbe voluto cominciare la terapia perché “tutto ci sembrava chiaro”.
Per questo, ho chiesto un po’ di tempo prima di accettare di continuare la terapia, riflessione che ha compreso pienamente.
So che l’approccio terapeutico si costruisce anche insieme, so che ho delle barriere comunicative su un argomento delicato e anche imbarazzante per me e non metto in dubbio la professionalità del medico.
Il mio dubbio però è proprio sulla diagnosi, e quindi su comprendere quale sia realmente la strada giusta da intraprendere.

Grazie.
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Buongiorno,
“tutto gli sembrava chiaro tu sei” equivale ad una diagnosi clinica che il paziente ha il diritto di ricevere prima di firmare il consenso informato e prima di procedere con l’iter terapeutico.

Chieda ragguagli sulla sua diagnosi clinica e chieda come intende curarla.
[#5]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

sono ormai molti gli anni di malessere, vedo che il precedente consulto è del 2010...
Dispiace per Lei!

Riguardo alla psicoterapia, aggiungo un elemento non secondario:
innanzi tutto va detto che solo uno Psicologo che sia anche Psicoterapeuta può effettuare psicoterapia. E dunque ciò va verificato attraverso l'Albo nazionale psicologi.
Uno psicoterapeuta perfezionato un sessuologia potrebbe essere molto adatto, abbinando la possibilità e capacità di curare alla competenza clinica specifica in ambito sessuologico.

Come fare ad informarsi?
digitando
"Albo Nazionale Psicologi"
https://areariservata.psy.it/cgi-bin/areariservata/albo_nazionale.cgi
e inserendo cognome e nome.
Aprendo poi la "pagina personale" potrà accertarsi che sia anche Psicoterapeuta.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie Dottoresse,

Io non ho avuta alcuna diagnosi precisa.
Non so se ho sbagliato io a non chiedere delucidazioni in merito, ma onestamente mi aspetto di essere guidata da un medico anche sull’iter.
Mi rendo conto che, come da mia richiesta su questo forum, le mie informazioni possono apparire confuse e proiettate su più livelli, esistenziale e sessuale.
Oggi però ho la necessità di comprendere e “guarire”.

Non ho ricevuto alcun trattamento da firmare, non sapevo nemmeno che si facesse.
Il dottore è sicuramente un terapeuta iscritto all’albo.
Forse però non è quello giusto per me.

Si, il mio disagio è abbastanza lungo, con alti e bassi ma senza esserne mai uscita completamente.
Cercherò uno psicoterapeuta perfezionato in sessuolgia sperando di intraprendere il giusto percorso.

Grazie
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66

"...sperando di intraprendere il giusto percorso.."

La Sua area geografica è ricca di Psicologi Psicoterapeuti perfezionati in sessuologia (anche in Fissonline); legga con attenzione i curricula .


Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti
[#8]
dopo
Utente
Utente
Dottoressa Brunialti,
Ho aggiornato nel mio profilo la mia nuova residenza.
Tramite ricerca web ho un po’ di difficoltà a trovare queste specialistiche, ha qualche sito da suggerirmi per questa area geografica?
Approfitto della sua gentilezza e disponibilità.
Grazie
[#9]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottori,
Nella mia ricerca di un terapeuta mi sto imbattendo in svariati professionisti, con titoli diversi.
Mi domandavo quale fosse la
Differenza tra psicologo esperto in sessuologia clinica (trattamento con tecniche di ipnosi +pnl) ed uno psicoterapeuta / Psicosessuologo che effettua terapia analitica.
Entrambe le categorie parlano di cure e sostegno per i problemi legati ovviamente alla sfera sessuale ma con approcci forse diversi.
Dalle poche indicazioni che vi ho dato, avete un suggerimento sul tipo di terapeuta e di percorso?
Grazie mille.
[#10]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Mi domandavo quale fosse la
Differenza tra psicologo esperto in sessuologia clinica (trattamento con tecniche di ipnosi +pnl) ed uno psicoterapeuta / Psicosessuologo che effettua terapia analitica. "


Le sessuologia è un perfezionamento post-lauream che non implica la specializzazione in psicoterapia né una formazione in ipnosi o PNL.
Se lo psicologo ha scelto un orientamento psicodinamico come specializzazione e ha un perfezionamento in sessuologia allora può definirsi psicoterapeuta e sessuologo.

Decenni di ricerca scientifica sui fattori di efficacia in psicoterapia ci confermano che il fattore che fa la differenza nell'esito del percorso terapeutico è la RELAZIONE TERAPEUTICA, quindi, non è necessario che Lei studi l'orientamento dello specialista che ha scelto o che scelga un orientamento a priori.
Inoltre non bisogna dare per scontato che ci sia un disturbo psicopatologico da curare e, in ogni caso, si dovrebbe individuare chiaramente l'obiettivo terapeutico rispetto al quale periodicamente fare il punto della situazione.

Infine, dato che si tratta di un disagio che riguarda la sessualità, sarebbe indicato un colloquio di coppia con uno psicoterapeuta esperto in tale ambito, al fine identificare le risorse alle quali attingere per promuovere un processo di cambiamento di natura relazionale più che individuale.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

[#11]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta.
Devo dire che da paziente, è molto difficile barcamenarsi in questo mondo così delicato.
“”Inoltre non bisogna dare per scontato che ci sia un disturbo psicopatologico da curare e, in ogni caso, si dovrebbe individuare chiaramente l'obiettivo terapeutico rispetto al quale periodicamente fare il punto della situazione””
Con questo intende che potrebbe non essere di natura psicologica ma “biologica”?

Per RELAZIONE TERAPEUTICA intende di una buona relazione tra terapeuta e paziente a prescindere dal tipo di terapia che attua che non deve essere un “problema del paziente?” (Scusi se dico parole improprie)

Al primo medico che ho incontrato ho chiesto se poteva essere necessario un incontro anche con il mio partner, ma mi ha detto che fondamentalmente in questo caso il problema era il mio, della mia personalità, di un mio momento/disagio.
Ma credo che per il tipo di terapia che esercita lui, non sia proprio previsto il colloquio di coppia.

Forse con questo medico però sono stata troppo un fiume in piena. In due incontri ci ho “buttato di tutto”, perdendo il focus.
Ma D’altronde, è una mia peculiarità da un po’ di tempo.
A lui ho chiesto un po’ di tempo per riflettere, credo che per una terapia reichiana bisogna essere pronti. Io sento di avere dei blocchi anche fisici, sento che il mio corpo mi manda qualche segnale, perché sono una persona che si ascolta molto, ma non credo e non so se sia adesso la strada giusta.
Forse poi con una donna sarebbe meglio.

Perdonami,
Mi sono molto dilungata.
Grazie per questo prezioso servizio.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Con questo intende che potrebbe non essere di natura psicologica ma “biologica”? "

No intendo dire che non bisogna dare per scontato che ci sia una "patologia", ci sono forme di disagio che esulano dalla classificazione diagnostica e che quindi non vanno patologizzate.


Si la qualità della relazione terapeutica è un fattore che in ogni caso fa la differenza a prescindere dall'orientamento dello specialista.

La ricerca scientifica ha mostrato che ha in caso di disagio individuale la possibilità di avviare un percorso di coppia ottimizza l'efficacia dello stesso.
A questo punto però la scelta deve essere la sua ma non dovrebbe riguardare il sesso o l'orientamento dello specialista.
Infine ha detto che si tratta di un medico non di uno psicologo quindi è un medico specializzato in psicoterapia?
[#13]
dopo
Utente
Utente
No, mi sono sbagliata a scrivere. È uno psicologo/psicoterapeuta.
Io in realtà, nonostante il mio partner abbia dato la massima disponibilità, avrei preferito per lo meno iniziare un percorso prima da sola.
Forse per una chiusura, forse per sondare “il mio terreno”, non so.
Ma so che devo essere pronta ed affidarmi.
Grazie