Problemi d’identità

Buonasera, mi rivolgo a voi perché da una settimana a questa parte vivo nell’ansia e nella confusione che stanno seriamente compromettendo il mio umore e la mia voglia di avere una vita sociale.
Sono un ragazzo gay di 19 anni.
Da bambino, verso la quinta elementare cominciai a provare attrazione verso i maschi, ma senza capire a fondo.
Negli anni delle medie l’attrazione si fece sempre più forte, fino ad arrivare alla prima esperienza (solo preliminari) con un ragazzo alla fine della seconda liceo.
Da lì accettai la mia omosessualità e nell’anno successivo cominciai a confidarmi con i miei amici, sentendomi meglio.
Non sono mai stato effemminato, nè nei modi, nè nella voce o nel vestiario.
Non sono neanche mai stato un ragazzo gay a cui piacciono il gay pride o le esagerazioni di “effeminatezza”.
Mi hanno sempre quasi dato “fastidio”, non nel senso che io discrimini queste persone, semplicemente le sentivo molto distanti da me.
Pochi giorni fa, andando ad un evento elegante dove tutte le ragazze indossavano vestiti e tacchi cominciai a pensare che fossero molto più belli rispetto ai completi maschili e da lì è partito un calvario che mi affligge sempre, da quando mi sveglio a quando vado a dormire.
Non so se io mi metterei mai quei vestiti o quelle scarpe,penso che mi vergognerei da morire. Però in quel momento mi piacevano.
Ho iniziato a riflettere, pensando che questo exploit fosse un campanello inconscio che in realtà volesse comunicarmi che io sono una donna, che mi sento tale e che reprimo questo lato di me.
Ho iniziato a pensare che probabilmente il motivo per il quale non mi piacciono i ragazzi gay effeminati e per cui io non lo sono mai stato fosse in realtà una sorta di meccanismo inconscio secondo il quale io sono una donna ma non lo voglio ammettere.
Da qui ho iniziato a pensare a questo fatto, quindi il primo pensiero che mi è venuto in mente è quello di “diventare” una persona transessuale.
Ho iniziato a cercare su internet storie di persone transessuali, sintomatologie varie della disforia di genere, casi di riassegnazione chirurgica e così via.
Tutto questo ormai mi crea molta ansia e non riesco più a stare tranquillo.
Premetto che esco da una relazione con un ragazzo durata 3 mesi.
Lui mi sempre trattato come la “parte femminile”della coppia, anche quando si scherzava a sfondo sessuale, e questo non mi piaceva, mi dava una sensazione di “debolezza e passività” che non mi entusiasmava. (Non abbiamo mai avuto rapporti)
Non so cosa questo significhi, se sia solo una questione di “orgoglio personale” o altro.
Preciso che non mi ha mai dato fastidio essere chiamato con pronomi maschili e non mi sono mai sentito “imprigionato” in un corpo sbagliato, anche se riconosco di avere “metodi di pensiero” femminili, come l’essere molto riflessivo, essere emotivo, cose tipicamente femminili.
Non riesco più a vivere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ho iniziato a cercare su internet storie di persone transessuali, sintomatologie varie della disforia di genere, casi di riassegnazione chirurgica e così via.
Tutto questo ormai mi crea molta ansia e non riesco più a stare tranquillo."


Gentile ragazzo,
tu stesso dici che la situazione ti mette molta ansia e questa era la sensazione che anche io avevo avuto leggendo la Tua richiesta.

In altre parole, è come se, a partire dalla serata in cui hai per puro caso notato che alcuni abiti femminili erano dal tuo punto di vista belli ed eleganti, tu avessi iniziato a rimuginare sulla questione, dicendoti: "Ecco, se ho notato proprio gli abiti femminili, vuol dire che sono in realtà un transessuale", oppure "Se non sono un transessuale, come mai mi sono piaciuti i vestiti femminili più di quelli maschili?"

Tutto ciò è una dinamica ossessiva che deve essere diagnosticata e trattata dallo psicologo psicoterapeuta di persona.

Non ci vedo quindi -pur con i limiti del consulto on line- nessun problema di identità sessuale, ma di ansia.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille dottoressa per la sua risposta.
Nè discuterò con il mio terapeuta al più presto.
Un saluto.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Benissimo!
Ti invito a discutere molto apertamente di qualunque dubbio e questione con il tuo terapeuta, ma non perchè io non voglia risponderti, soltanto perchè è giusto così. Soltanto il terapeuta che già ti conosce può davvero esserti di aiuto; io da qui posso soltanto darti un parere con i limiti del consulto on line.

Buona giornata,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Comprendo Dott.ssa, la ringrazio ancora.
Il punto è che vedo il terapeuta una volta a settimana e nei giorni in mezzo sto abbastanza male.
In questi giorni non ho fatto altro che leggere su internet di come ci si accorga di sentirsi sbagliati nel proprio corpo, di fastidio nell’essere chiamati “lui o lei” e dopo aver letto queste informazioni io mi chiedo: “E io?” Cioè come se mi facessi dei “test” che mi confondono, in quanto la risposta è: “Non ci ho mai pensato, perché ora si?”