Calvizie e bassezza

Purtroppo sono basso e col tempo avendone la genetica diventerò calvo, già i miei capelli sono piuttosto radi. Oltre al fatto di avere un pene piccolo e visto che sto invecchiando mi sto rassegnando all'idea di non riuscire a provare mai una storia di amore vera e piena con una ragazza giovane e che mi piace davvero. Questa cosa mi crea immensa sofferenza che nonostante gli anni non cessa mai, anzi si può dire che il tempo impietosamente non la amplifica.
Come può una persona pelata e bassa piacere alle donne?
Osservando mi rendo conto che molte persone si mettono con delle donne solo perché non sono riusciti e non potevano trovare altro, cosa che del resto mi è stata confermata anche dallo psicologo. E' giusto che una persona si trovi a vivere così?
Eppure ho sempre vissuto nel rispetto altrui e ho sempre evitato di nuocere agli altri, eppure oggi mi rendo conto che la vita premia i migliori (per famiglia, genetica, ecc.) e basta.
[#1]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
ho letto i suoi predenti consulti e la invito a guardare questo video, è in inglese ma può impostare i sottotitoli in italiano.
Credo che possa offrirle uno spunto significativo e spero possa aiutarla ad orientarsi in un momento così delicato:



https://www.youtube.com/watch?v=7CIq4mtiamY
[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa. Ho guardato il video ma in ogni caso avrei gradito una risposta nel merito del mio consulto.

Non c'è bisogno di leggere i miei precedenti consulti, peraltro alcuni abbastanza vecchi. Alcune cose col tempo si risolvono ecc. ma se c'è una cosa che da anni ad oggi non si è risolta è l'essere pelato, e basso, e col pene piccolo. E cosa le donne pensano al riguardo.

Devo però anche ammettere che purtroppo la sua non risposta nel merito una risposta la da. Ovvero che probabilmente io ho ragionissima nelle mie paure e lei, in quanto donna sa bene cosa pensa di un uomo calvo e basso. E siccome non vuol ferirmi non dice nulla al riguardo.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Scrivo di nuovo perché questa notte mi è sorto il dubbio che probabilmente non ricevo una risposta nel merito per il fatto che tale risposta sia vergognosa da dare.
Mi spiego meglio, affermare che magari è vero che la calvizie rende più brutti ecc. può essere visto, specie se affermato da uno psicologo, come un affermazione cinica e orribile. Io però vorrei solo far notare che non è per affermare un precetto che sono qui a scrivere ma per raccontare il mio disagio e ricevere magari qualche indicazione su come affrontarlo e soprattutto cosa fare con le donne.
Non so perché ma il male che vivo io sembra terribilmente diverso dagli altri. Se uno ad esempio perde l'uso delle gambe o altre cose del genere riceve un certo grado di empatia e rispetto per ciò che gli succede.
Se sei basso invece ricevi battutine. Se sei calvo ricevi battutine.
Esiste un motivo per cui certe cose, esempio anche l'obesità, possono essere schernite, mentre per altre vi è una sorta di empatia sociale?
E comunque ciò che conta non è l'accettazione ma più importante è capire pragmaticamente cosa fare. Perché avere un amore è un emozione bellissima e sarebbe bello che anche io la provi, ma non con la prima che capita giusto per sfogarsi, ma almeno con una di cui ne sia innamorato.
Vi prego. Datemi una risposta nel merito. Grazie
[#4]
dopo
Utente
Utente
Voglio solo aggiungere una cosa sul video postato dalla dottoressa Camplone, sperando sia utile a voi psicologi per aiutare le persone che vogliono suicidarsi.
La persona nel video dice una cosa importantissima quando afferma cosa succede alle persone che si buttano dal Golden Gate, ovvero che raggiungono una velocità tale che l'impatto con l'acqua gli frantuma le ossa e poi muoiono affogati.
Questa è una cosa importante che gli addetti all'intervento dicono alle persone che stanno per buttarsi, perché non c'è niente che puoi dire al momento a uno che vuole morire tranne: fargli capire che la morte che sta cercando non è facile ma dolorosissima e passerà il momento più brutto della sua vita morendo.
Questo perché la paura del vivere può essere sconfitta in quel momento solo da una paura più grossa e immediata.
Insomma se avete pazienti che possono arrivare al suicidio non ditegli le solite menate melassose buoniste sulla vita, cercate per evitare che il suidicio avvenga di puntualizzare sul fatto che morire probabilmente non è bello ma doloroso, che la morte che cercano (facendosi spiegare come avrebbero intenzione di morire) è dolorosissimo.
Questa cosa non risolverà i loro problemi, ma eviterà che si uccidano causando la sofferenza anche delle loro persone care.
E sia chiaro che evitare che una persona si uccida è solo il primo passo che non può essere considerato un successo finché non ritrova la piena felicità.
[#5]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Utente,
potrei risponderle che il mondo è pieno di persone con le sue caratteristiche o quelle opposto ma farei torto alla sua intelligenza se le dicessi che esso sono la discriminate per vivere una vita piena e gratificante.
Ciò che le crea disagio è l'atteggiamento giudicante che rivolge verso se stesso e poi attribuisce agli altri.
La vergogna c'è ma di nuovo viene proiettata sull'altro anziché identificata.
Le risposte che cerca può trovarle se inizia ad affrontare questi aspetti in psicoterapia in modo adeguato, altrimenti continua a disperdere energie in direzioni fuorvianti.

"E comunque ciò che conta non è l'accettazione ma più importante è capire pragmaticamente cosa fare. "

L'accettazione è l'anticamera di qualsiasi processo di cambiamento ed è un processo esperienziale che si realizza nella relazione terapeutica, ovvero sentirsi accettato dallo psicoterapeuta le consentirà di interiorizzare un approccio diverso verso se stesso.