Niente rapporti da quando sono incinta

Buongiorno, vi scrivo nella speranza che possiate darmi un aiuto.
Vi spiego, dopo due anni di convivenza, il 7 aprile io e mio marito ci siamo sposati, ed ero già incinta di quasi cinque mesi, ma ci siamo decisi a a fare il grande passo perché avevamo già rimandato mesi fa.
Quando il 10 gennaio scoprii di essere incinta ero a sei settimane, quindi mi preoccupai subito della questione "visite ed esami in gravidanza"consapevole che in quei tre mesi avrebbe potuto esserci un aborto spontaneo. Con mio marito, in seguito al test positivo ebbi una discussione e ci distaccammo per un po': lui non ci poteva credere che aspettassimo veramente un bambino ed era talmente tanto felice da negare tutta la realtà, ma poi risolvemmo.
Tutte le visite e gli esami sono sempre andati bene quindi la mia ginecologa mi ha detto che io e mio marito avremmo tranquillamente potuto avere rapporti anche in questo periodo. Adesso sono al sesto mese di gravidanza e mio marito esprime spesso il desiderio di concederci "quei momenti" che da quando sono rimasta incinta non abbiamo più , io gli ho spiegato più volte però, che ho paura di creare qualche danno a nostro figlio e ho paura di quello che possa sentire, ma lui continua a dirmi che non succede proprio niente. Io gli credo, ma la paura supera la fiducia. Mi rendo conto che sia una paura principalmente fondata sulla mancanza di esperienza, ma quindi, come potrei concedermi "quei momenti " di cui parla mio marito senza la paura di danneggiare il bambino? Tra me e lui le cose vanno benissimo, ma questa "astinenza" rende nervoso mio marito e in parte anche me essendo abituati da tempo ad avere rapporti ogni mese ed essendo già un periodo di cambiamenti. Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Quale è la cosa che maggiormente teme possa accadere avendo rapporti sessuali con il suo compagno?
Insomma: che cosa la preoccupa di più?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per avermi risposto. La cosa che maggiormente mi preoccupa è che mio marito vada troppo in fondo e danneggi le pareti impedendomi di fare il parto in acqua che per me sarebbe importante
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Cara ragazza,

I rapporti sessuali durante la gravidanza non fanno che bene! Saldano estremamente il legame di coppia, sono molto appaganti e permettono di vivere una sessualità che, dopo il parto, inevitabilmente avrà un decremento in frequenza. Una delle credenze disfunzionali di future mamme vulnerabili all’ansia è proprio il timore di “fare male al bambino nella pancia”. In realtà il piccolo si trova avvolto nel sacco amniotico, contenuto – a sua volta – nell’utero, ben protetto. Ergo: non c’è motivo razionale di temere che eventuali contrazioni uterine possano danneggiare il feto. Certo, durante la gravidanza è sempre consigliabile tenere a bada l’irruenza dell’intimità ma è preferibile che il sesso ci sia, delicato ma passionale, perché permette di scaricare ansia e stress che una gravidanza porta con se e giovare, quindi, al feto stesso.
Un evitamento ansioso dell’intimità in gravidanza:
- non fa bene alla coppia
- non fa bene a lei perché ansia e stress portano l’ipotalamo a secernere cortisolo (l’ormone dello stress). Un eccesso di cortisolo durante la gravidanza bene non fa ne alla madre ne al bambino.

Non le resta che esporre le sue paure sotto le lenzuola con il suo compagno e vedrà che esse, pian piano, andranno a decrementare con grandi benefici per tutti.

Molti auguri!
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio. La paura però è tanta, questo bambino per me ha un grande significato, per me come per mio marito, un significato che va oltre un semplice figlio.
A volte però siamo lì sul punto di riuscirci, ma io mi tiro indietro, ci ho provato ranre volte ad ansare oltre le paure, ma niente. Nemmeno durante la prima notte da sposati e in viaggio di nozze sono riuscita a mettere via le mie paure e questo ha dato origine ad un'ulteriore paura: che magari possa tradirmi. Non è di lui che non mi fido, ma delle altre persone che incontra nel suo lavoro quotidiano. Mi rendo conto che soprattutto la paura di avere rapporti durante questo periodo possa essere una paura ossessiva , ma non so come mi sia venuta. Mi rendo conto che mio marito ci stia male per il fatto che da quando sono incinta non siamo riusciti ad avere alcun rapporto, ma anch'io sto male con questa paura che non so su cosa sia fondata
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Ci credo bene che questo bambino per lei ha un gran significato. Tuttavia c’è l’ansia di mezzo che non le consente di vivere serenamente e che in gravidanza bene non fa. Lei adesso vuole “proteggere” suo figlio da eventuali danni. E quando inizierà a dormire da solo nella culla? Lei si alzerà ogni 10 minuti per paura che non respiri?
Quando sarà più grande, inizierà a sbucciarsi le ginocchia cadendo a terra come ogni bambino al mondo. Lo vuole tenere per sempre in una campana di vetro perché le sue ansie glielo impongono?

Si avvalga della consulenza di un collega psicologo psicoterapeuta per poter iniziare a lavorare su queste paure, proseguire la gravidanza più serenamente e prepararsi al meglio al parto.

Cordiali saluti
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dopo
Utente
Utente
Sono consapevole di quello che succederà una volta nato, so che non potrò correre ogni 10 minuti come dice Lei, a vedere se mio figlio sta bene, so che cadrà e si farà anche male, non voglio tenere mio figlio in una campana di vetro assolutamente, sono contro quei genitori che lo fanno con i loro figli e non voglio essere come loro. La sua nascita però mi tranquillizzerebbe di più. Per il parto in sè sono tranquilla, mi preoccupa solo non riuscire a farlo in acqua senza epidurale e appunto come le dicevo prima, che i rapporti impediscano il parto in acqua e /o che creino qualche danno al bambino. Ne ho provato a parlare con la ginecologa ma sembra non capire e onestamente visto che parla soltanto con mio marito e a me non dice niente, non mi trovo molto a mio agio con lei
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Lei nel consulto precedente ha scritto: sono consapevole di avere questa paura ma non so come mi sia venuta.

Le dico che in questo caso comprendere l’origine della paura le tornerebbe estremamente utile tanto quanto riuscire ad acquisire strategie per non farsi sovrastare dall’ansia.

E questo non è un lavoro che può fare la e con ginecologa. Sono i suoi timori che vanno approfonditi grazie all’aiuto di un collega. La ginecologa guarda e studia l’evoluzione fisica della gravidanza e predilige avvalersi del razionale e non dell’emotivo.
Lei in questo momento ha bisogno però di “mettere” le sue emozioni in gioco se vuole abbassare la sua soglia di ansia! Questo è un lavoro da psicoterapeuta e non da ginecologo.

Lo faccia per lei prima di tutto e anche per il bambino e suo marito. Magari....perché no? Suo marito potrebbe accompagnarla in consulenza specialistica con un/una collega.

Oltretutto oggi, sempre più donne (a prescindere da presenza/assenza di ansie legate al parto) si avvalgono del supporto psicologico durante la gravidanza.
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