Tristezza continua senza un motivo apparente

Buonasera dottori,
vorrei descrivervi un po' la situazione che sto passando.
Premetto che ho 18 anni e sono circa due anni che spesso ho delle " cadute " di umore ma il problema è che non credo ci sia un motivo per tutto questo, ho una famiglia che mi vuole bene, un ragazzo e non ho molti problemi a socializzare.
Sottolineo che non succede sempre, è iniziato tutto due anni fa per circa 5 mesi e mi è passato da solo, poi ha ricominciato ad ottobre del 2017 fino a due mesi fa e quando tutto sembra essere passato sento di nuovo una tristezza immensa.
Il problema è che poi ne risento con lo studio, molte volte ho saltato scuola perché non me la sentivo affatto e infatti sono a rischio bocciatura, ho parlato con i miei genitori e mi hanno detto che se ne ho bisogno possono mandarmi da uno psicologo.
Solo che io non me la sento affatto, sia perché non saprei cosa dirgli sia perché non credo di avere il diritto di stare così male.
Ogni volta che sto giù penso che ci sono persone che hanno problemi seri e che non devo sentirmi così per rispettarli, non so se mi spiego.
Forse dovrei spiegare meglio i sintomi che ho esattamente:
Passo molte notti a piangere senza riuscire a dormire successivamente, alcune volte perdo appetito mentre altre il contrario, non riesco a fare nulla di produttivo e preferisco restare rinchiusa in camera a non fare nulla, oltre a piangere di notte alcune volte mi vengono attacchi di pianto anche di pomeriggio.
Cosa dovrei fare? Dovrei lasciare perdere e continuare così finché non passa tutto con il tempo oppure parlarne con qualcuno?
E' solo una tristezza temporanea oppure questi " sintomi " potrebbero portare a qualcosa?
Grazie in anticipo per la risposta.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno a lei,

mi sembra importante che lei ci abbia scritto. Se è vero che non riesce a trovare un motivo che possa spiegare il suo stato d'animo, sente però il desiderio di ricercarlo.
Condivido con lei che è giusto dare un senso ai propri vissuti e cercare di capire che cosa sta accadendo per poter affrontare gli ostacoli e stare meglio.

Non lascerei perdere, perché la tristezza che sente dura alcuni mesi e, anche se può passare come è accaduto finora, coinvolge comunque la sua quotidianità e la porta a chiudersi.

Quando dice di non avere il diritto di stare male, mi sono chiesto se questo potrebbe avere a che fare con la difficoltà a rintracciare dentro di sé i motivi che possono renderla triste.
A volte capita che non non diamo peso a ciò che viviamo dentro di noi. Non gli diamo peso oppure addirittura neanche lo riconosciamo, poiché pensiamo di non averne diritto o magari temiamo che il nostro stato d'animo e i nostri pensieri possano deludere gli altri ad esempio.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta dottore e mi scuso se ho risposto così tardi.
Ho notato che in questi ultimi giorni mi stanno tornando queste crisi di pianto e non so come gestirle, ancora non ho capito il motivo per cui mi vengono.
Lei ha detto di non lasciare perdere, ma cosa dovrei fare esattamente?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Posso immaginare che non sia facile sentire un malessere dentro di sé e non riuscire a comprendere quello che sta accadendo.

Lei dice di non trovare un motivo, ma magari può arrivarci piano piano soffermandosi sulle piccole cose. Potrebbe magari esserci qualche insoddisfazione o delusione nella sua vita, potrebbe avere fatto qualche rinuncia ad esempio, oppure avere trascurato se stessa e non essersi ascoltata, magari facendo anche alcune scelte di cui era poco convinta?

Online non riusciamo ad avere la possibilità di approfondire i suoi vissuti e la sua storia adeguatamente. Mi sento comunque di dirle che forse sarebbe importante che lei potesse fermarsi a pensare a se stessa. Potrebbe essere necessario un aiuto per realizzare questo. Il punto è che magari a volte si danno per scontato tante cose, che però possono avere un peso per il nostro stato d'animo e condizionarci.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buonasera dottore,
volevo aggiornare la situazione.
Purtroppo non sta andando nei migliore dei modi.
Questo " comportamento " si sta presentando di nuovo ogni notte e infatti influisce sulla scuola.
Non riesco a dare il meglio e ho difficoltà di concentrazione.
ad esempio oggi durante un'interrogaziome la professoressa ha iniziato a rimproverarmi perché non le avevo esposto bene l'argomento, ed io ho avuto una crisi di pianto anche lì, davanti a tutta la classe, inutile dire che mi sono davvero vegognata.
È un po' imbarazzante dirlo ma tempo fa avevo il vizio di mordermi forte la mano quando sono in ansia e ora sta tornando anche quello.
Oltre a ciò ho iniziato a lasciare dei segni sulle braccia con le unghie, non c'è la fuoriuscita di sangue, ma mi graffio finché non provo tanto bruciore. Ho davvero paura che la situazione stia peggiorando.
Cosa dovrei fare in momenti come questi?
Dovrei parlarne anche con i miei genitori?
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Nel suo racconto emergono elementi importanti che ci aiutano a fare ulteriori riflessioni. Accanto al malessere di cui mi aveva parlato precedentemente, sembra ci sia anche una tensione che potrebbe essere significativa. Questo condiziona la qualità della sua vita e interferisce sulla sua quotidianità. E i rimproveri a scuola non la fanno stare certamente meglio, aumentando il carico emotivo che sta vivendo.

Il mordersi la mano e i segni sulle braccia, ad esempio, potrebbero essere la manifestazione del suo malesssere e anche della tensione. E forse sono manifestazioni che rappresentano anche il desiderio di esprimere quello che sta vivendo. Mi sono chiesto se in lei c'è il desiderio di essere vista, oltre che di potersi pensare come una persona con i propri diritti.

Vorrei dirle di guardare al suo malessere con comprensione e con un occhio benevolo, non con imbarazzo o rifiuto. Abbiamo tanti modi per esprimere il nostro malessere, non creda che gli altri siano perfetti. Capita a tutti di stare male.

Immagino sia preoccupata, ma approfondendo questi vissuti di cui mi parla, si possono affrontare. È importante che lei possa trovare uno spazio d'ascolto, che possa condividere quello che sta vivendo e ricevere conforto e rassicurazioni. Non si tenga tutto dentro.

Poiché diceva che il rapporto con i suoi genitori è buono, senz'altro può confidarsi con loro per raccontare il suo malessere, il suo stato d'animo e i suoi dubbi, le crisi di pianto e la tristezza, la fatica a dormire e le sue paure.

Vedrà che una soluzione la troverete insieme e, se crede, mi faccia sapere com'è andata.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis