Difficoltà di relazione e angoscia

Salve, mi trovo a chiedere se la mia difficoltà ad esprimere in toto tutte le problematiche psicologiche che sto vivendo sia parte del disturbo (che ancora non ho chiaro).
Mi spiego: in visita psichiatrica o colloqui psicoterapeutici (che svolgo regolarmente) fatico ad essere sincera e volte ho l'impressione di parlare di un "personaggio" e non della mia vita, oppure ometto particolari per poi sentirmi in colpa per non averli esposti.
Oltre a questo mi sta succedendo di "fissarmi" con pensieri ricorrenti o motivetti musicali che disturbano la mia concentrazione e le mie giornate. Attualmente assumo Rivotril (5 gocce 3 volte al dì) .
Ho sempre avuto moltissima ansia, a 18 anni mi diagnosticarono distimia (cura con fluoxetina sospesa perché non riuscivo più a dormire ed ero "iper attiva") trattata poi solo con psicoterapie di vari approcci... l'ultima dura da 4 anni ma ultimamente mi sento come crollata, non riconosco più il funzionamento dei pensieri, mi sento esausta e non vedo nessun senso alla fine del giorno.
Dopo un incidente, causato da un'altra persona, ho iniziato a fantasticare di essere invece io la colpevole, e da lì sono partite fantasie suicidarie, senza mai la concreta volontà di attuarle ma che portavano molto dolore. Ora capita di rado, ma ho delle "fitte" che sento localizzate all'addome, di terrore, in quei momenti rivivo tutte le mie fobie: paura delle persone sfigurate e delle ustioni, paura della morte e paura di impazzire sono le peggiori.
Non so più come muovermi dopo essermi rivolta a tanti specialisti senza essere riuscita mai ad espormi completamente. Ho difficoltà nel parlare, la scrittura mi aiuta ma allo stesso tempo questo mi spaventa, per anni ho nascosto a tutti i miei stato d'animo e adesso non riesco a gestire nessuna emozione, i pensieri è come se mi sfuggissero. Cosa posso fare? Grazie
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Gentile utente,

Nessuno ha mai definito una diagnosi. Da quello che descrive si può ipotizzare che si tratti di un disturbo di tipo ossessivo, ma ovviamente la visita psichiatrica può chiarire questo e anche altri aspetti che magari si capiscono peggio tramite una descrizione indiretta.
Rivotril forse aiuta, ma non è una cura specifica per questo tipo di sintomi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
La ringrazio,
mi è stato riferito in sede di visita che potrebbe trattarsi di esordio di disturbo bipolare con tendenza alla depressione, ma che "etichettare" non aveva alcuna utilità. Questo è corretto o devo rivolgermi ad altri specialisti in psichiatria che possano darmi un quadro più preciso?
Ho anche un altro problema riguardo i farmaci: alcuni mi provocando vero e proprio terrore al pensiero dei possibili effetti avversi (non tutti, in particolare modo effetti legati alle reazioni cutanee od alla vista) che mi hanno impedito di curarmi anche per altre problematiche. Anche questo potrebbe inserirsi nel quadro di disturbo ossessivo insieme alle fobie?
Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Etichettare è l'unico modo di procedere in maniera sensata, senza che questo esaurisca tutti i problemi del caso.
Quindi le hanno proposto una cura, quale era ?
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Utente
Utente
Salve Dottore, la cura inizialmente proposta era: Rivotril (che ho assunto) e Lamictal (che non ho assunto perché ero terrorizzata dai possibili effetti collaterali a livello cutaneo).
In ogni caso non essendosi instaurato un rapporto di fiducia e non essendo riuscita ad essere del tutto sincera, ho provato a rivolgermi ad un altro psichiatra.
Questa volta la diagnosi è stata:
- disturbo dell'adattamento con ansia e umore depresso.
La terapia è:
- rivotril 5 gocce 3 volte al dì + elopram 5 gocce, prima di dormire.
La sto assumendo da poco meno di 2 settimane, con scarsissimi risultati... ho nausea, lieve peggioramento dell'ansia e ho avuto un attacco di panico pesantissimo 2 giorni fa, con vampate di calore, incapacità di rispondere alla persona che avevo vicino, senso di morte imminente, smarrimento, pianto inconsolabile... disperazione.
Questa esperienza mi ha lasciato esausta con dolori articolari e "confusione".
Continuo ad alzarmi e svolgere le attività che devo ma con grande fatica, che cerco di nascondere.
Ci sono stati alcuni episodi isolati di evitamento ed es: guidare se c'è forte maltempo o recarmi in luoghi troppo affollati come concerti.
Crede che dovrei chiedere un ulteriore parere? Sono devastata dai pensieri negativi continui, non so come "spegnere" questo flusso che non riconosco come "normale" o mio. Mi spaventa molto.
Grazie per la disponibilità.
Saluti.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Più che altro ha avuto una proposta di cura e non l'ha seguita, quella che assume non è la cura proposta.
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Utente
Utente
Buongiorno, quella che assumo è la cura proposta dal secondo medico psichiatra, col quale sono riuscita ad essere più esaustiva e l'unico dal quale abbia ricevuto diagnosi. Perché dice che non è la cura proposta?
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Utente
Utente
Buongiorno, forse non mi ero spiegata nel modo dovuto, Rivotril l'ho sempre assunto sotto controllo medico. Lamictal non l'ho assunto perché il pensiero degli effetti avversi mi terrorizzava, non ne sono stata capace.
Rivolgendomi ad un 2° Psichiatra per avere almeno una diagnosi e cercare di spiegare meglio il mio vissuto, mi è stata poi proposta la cura che sto effettivamente seguendo alla lettera.
Lei crede fosse più adatto Lamictal per il "quadro" che ho presentato?
Ovviamente mi rendo conto che ogni variazione o "aggiustamento" di cura vada fatta di persona, e non sto chiedendo questo. Solo un Vostro parere.
Grazie, cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Le avevano proposto rivotril e lamictal, Lei invece prende solo lamictal. Per questo dico che non è la cura proposta.
Il secondo medico ha aggiunto l'elopram (sottodosato), con una diagnosi diversa. La seconda cura l'ha seguita.

La prima diagnosi quale era stata (quella del lamictal per intenderci) ?
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Utente
Utente
Buongiorno,
la prima diagnosi non l'ho mai avuta, avevo avuto solo una proposta di terapia da parte del medico che "non voleva etichettarmi".
Era proprio uno dei punti per il quale avevo chiesto consulto anche a Voi È per il quale avevo perplessità.
Grazie
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Utente
Utente
Preciso che in ogni caso il Lamictal non l'ho mai assunto, forse si è confuso. L'unico farmaco preso dopo la prima visita psichiatrica è stato Rivotril, che ora sto associando ad Elopram.
Che senso può avere dare una terapia sottodosata? In ogni caso a breve farò un controllo con la seconda psichiatra e chiederò chiarimenti. Grazie ancora della disponibilità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Se la terapia era lamictal, è inverosimile che non ci fosse un'idea definita sul piano diagnostico, non sarà stata comunicata per qualche motivo.
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Utente
Utente
Sono d'accordo, ma non mi è stata comunicata nè l'idea diagnostica nè il motivo di non renderla nota, a parte il "non volere etichettarmi o farmi eccessivamente preoccupare." Testuali parole.
Detto questo La ringrazio ed eventualmente in futuro le comunicherò l'evolversi della situazione.
Cordiali saluti
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 993 248
Non farla preoccupare, può essere questo. Non vedo di cosa però.
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