Sindrome femoro rotulea

Sono 9 mesi che ho di continuo dolore bilaterale alle ginocchia, comparso dopo intensa attivita' sportiva. Il dolore e' localizzato in sede mediale attorno alla rotula, lo avverto soprattutto come bruciore costante e mi tormenta tutto il giorno, anche a riposo. Inoltre, il dolore non e' improvviso con certe attivita', ma aumenta sempre con un certo ritardo temporale (6-24h), per cui e' difficile capire cosa lo peggiora e cosa no.

RM e Rx non evidenziano nessun danno strutturale, solo una lieve condropatia rotulea mediale. Gli ortopedici che ho visto si sono limitati a diagnosticare sindrome femoro-rotulea e a prescrivermi fisioterapia. Dopo ormai 5 mesi che la sto facendo, non vedo miglioramenti. Anzi, il dolore si e' riacutizzato a seguito di alcuni brevi episodi in cui ho caricato le ginocchia piu' del dovuto (corsa in stazione per prendere il treno...trasloco ecc.), tutte attivita' pero' che fanno parte della vita quotidiana.

Ma e' davvero possibile che una sindrome femoro rotulea perduri cosi' a lungo e mi provochi questi bruciori e dolori perenni, che si esacerbano con il minimo sforzo?

Prima che insorgesse, praticavo regolarmente camminate in montagna e corsa. Ora ho abbandonato tutto e questo problema alle ginocchia ha avuto un impatto deleterio non solo sul fisico, ma molto anche sulla mia salute mentale.
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Dr. Gianpaolo Sardo Medico dello sport 246 16 1
Gentile utente, il problema riferito è insorto perchè ha superato i suoi limiti entrando in quella che si definisce "sindrome da sovraccarico funzionale". Cerchiamo di arrivare ad una soluzione con quel poco che ha riferito; la RMN descrive un quadro di condropatia rotulea mediale. Questa è la conseguenza della fisiologica sublussazione esterna creata dall'altrettanto fisiologico angolo tra femore e tibia-perone. La sua conformazione fisica mi dice che il quadricipite non ha la forza di comportarsi da stabilizzatore della rotula per cui non si oppone allo scivolamento esterno della rotula creando un "impingement" faccia interna della rotula-condilo femorale interno.
Non ha descritto, poi, il tipo di fisioterapia alla quale si è sottoposto; applicazioni di laser, ultrasuoni, tecar, diadinamica e quant'altro di strumentale servono a poco se non si attua un giusto programma di rinforzo del quadricipite femorale (con esercizi di squat, leg-extension o leg-press in associazione o meno con elettrostimolazione muscolare). Contemporaneamente l'uso di antinfiammatori e di una ginocchiera con centratore di rotula gradualmente potranno limitare il suo problema. Ricordi sempre che si deve agire sulla causa e non solo sull'effetto. La causa sta nel quadricipite femorale, l'effetto sta nella condropatia. Se non elimina la causa, l'effetto prima o poi ritorna.
Cordiali saluti.

Dr. Gianpaolo Sardo
specialista in Medicina dello Sport - Catania
www.studiomedicostaff.it

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore

come fisioterapia non ho mai fatto terapie strumentali, ma solo esercizi di rinforzo del quadricipite, gli stessi da lei indicati, leg press e extension, isometrie, squat, in piu' anche elettrostimolazione e stretching della catena posteriore.

Purtroppo per una malattia intestinale non posso assumere FANS. Ho provato diverse ginocchiere con centratore di rotula, ma in realta' queste mi vanno ad esacerbare il dolore.

Ho inoltre fatto analisi baropodometrica e biomeccaniche. Non c'e' nessun evidente mallalineamento ne' a livello del piede ne' delle gambe. Il ginocchio e' leggermente varo, ma a livello davvero minimo.

Quello che non capisco e' che gia' prima dell'infortunio avevo quadricipiti discretamente sviluppati, facendo molta attivita' in montagna e corsa. Serve svilupparli ancora di piu? Riguardo agli altri gruppi muscolari (glutei, addominali ecc.), non giocano alcun ruolo nel problema?

Ho dolore quotidiano persistente, sia che stia a riposo sia che mi muova. E' un bruciore continuo che, seppur mi permetta di camminare o scendere le scale (non e' acuto nel momento dell'attivita'), aumenta con un ritardo temporale dall'attivita' stessa, per cui mi e' difficile capire cosa evitare.
Per il dolore e l'infiammazione, dato che non posso prendere FANS, ci sono terapie strumentali che possono essere utili (laser, tecar, magneto...)?
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Dr. Gianpaolo Sardo Medico dello sport 246 16 1
gentile utente, visto che da un punto di vista ortopedico-fisiatrico-medico sportivo, non si riesce a venire a capo della sua problematica, e visto che la sua malattia intestinale non le consente di fare uso di Fans, il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un reumatologo e provare a vedere se qualcosa di "autoimmune" contribuisce al quadro descritto.
Per quanto riguarda le terapie strumentali, tecar in modalità resistiva e magnetoterapia possono giovare. Non dimentichi le sedute di ghiaccio di 25-30 minuti ad applicazione.
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Gentile dottore

grazie dei suggerimenti. Infatti ho proprio una malattia autoimmune, la rettocolite ulcerosa (percio' non posso prendere FANS), e penso io stesso che contribuisca al fatto che questa infiammazione persiste. Programmero' una visita da un reumatologo.

Che differenza c'e' tra tecar resistiva e capacitiva per la sindrome femoro-rotulea?
La magneto invece a cosa serve? E' quella che andrebbe fatta a casa per molte ore tutti i giorni?

Quante volte al giorno consiglia di applicare il ghiaccio? Non vorrei esagerare ed andare a danneggiare i nervi o la pelle...

Grazie di nuovo
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Dr. Gianpaolo Sardo Medico dello sport 246 16 1
gentile utente, la differenza tra la tecar resistiva e quella capacitiva è che la prima si applica su quelle strutture che hanno una bassa quantità di acqua come osso, tendini e legamenti e quindi va benissimo per le atricolazioni. La seconda, invece, si usa sul muscolo o su quei tessuti dove c'è una grossa percentuale di acqua. La magnetoterapia (MGT) agisce come un potente analgesico, allevia il dolore, stimola lo scambio cellulare, favorisce l'ossigenazione dei tessuti. Il suo uso preponderante è sui postumi e nella riabilitazione delle fratture ossee. La frequenza della MGT domiciliare dipende essenzialmente dalla potenza dell'apparecchio. In linea di massima uno o due ore al giorno sono più che sufficienti. Le sedute di ghiaccio vanno da due a tre applicazioni al giono per 30 minuti (sulle articolazioni). Per non danneggiare la pelle si usa un panno spugna tra la pelle e la borsa del ghiaccio.
Cordiali saluti.
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dopo
Utente
Utente
Grazie di nuovo dottore.

Ma ha senso fare tecarterapia e applicazioni di ghiaccio? Non sono l'una in contrapposizione all'altra, dato che la tecar genera calore?

Le infiltrazioni di cortisone possono servire? L'articolazione non mi si e' mai gonfiata pero'
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Dr. Gianpaolo Sardo Medico dello sport 246 16 1
gentile utente, tecar e ghiaccio non sono in contrapposizione anzi....
La tecarterapia ha un effetto stimolante sul tessuto che sta trattando, il ghiaccio rappresenta il più immediato, economico antinfiammatorio che esista.
Con quest'ultima si sfrutta l'effetto antinfiammatorio ma anche stimolante dato dalla vasodilatazione compensatoria che si traduce in un maggiore afflusso sanguigno sulla parte trattata.
L'infiltrazione intrarticolare di cortisone può servire certamente ma deve essere gestita in maniera oculata dal medico che la effettua. Nella mia esperienza posso dirle di avere ottenuto ottimi effetti con la associazione intrarticolare di betametasone ed acido ialuronico (nel suo caso a basso peso molecolare in modo da sfruttare anche l'effetto stimolante verso i condrociti.
Cordiali saluti