Attacchi di ansia e rapporto materno

Salve , sono una giovane ragazza che soffre da 10 anni di attacchi di ansia /panico . Vivo sempre con il terrore di avere degli attacchi, non sono sicura di me stessa e mi sento in gabbia perché vorrei tanto vivere come tutti gli altri. Negli ultimi anni poi sono diventata claustrofobica , non riesco nemmeno a chiudermi in bagno. Ho il costante timore di non avere vie d'uscita e allo stesso tempo di non poter contare su nessuno che mi protegga. I miei genitori sono separati e la mia infanzia non è stata tranquilla . Ho assistito alle loro liti , spesso anche violente fisicamente , e sono stata messa sempre in mezzo da mia madre . Lei si confidava con me nonostante fossi una bambina . Ricordo che le volte in cui mio padre la minacciava o le faceva male ( anche se non ricordo in modo nitido scene di violenza fisica ) lei mi diceva sempre di stare attenta perché se lei fosse morta avrei dovuto vendicarlo e raccontare tutto al giudice. Insomma sono stata sempre strumentalizzata . Dopo la separazione io ho preferito distaccarmi da mio padre per proteggere mia madre e per non deluderla. Solo ultimamente sto riallacciando i rapporti con mio padre e ne sono felice . Lui è cambiato , è una persona calma e serena e si interessa tanto a me ,cosa che lei non fa mai . Mi sento costretta a nasconderle la mia felicità per il riavvicinamento a mio padre perché non ne sarebbe felice. In ogni caso lei ha una malattia autoimmune , ha sofferto tanto e lo capisco e ci sto male. Adesso però è troppo presa dal vivere la sua vita , si dedica solo alle relazioni sociali dimenticandosi dei suoi figli a cui racconta solo lamentele . Nonostante io stia palesemente passando un brutto periodo ( a volte la notte ho la terrificante paura che l'angoscia mi porti a impazzire e suicidarmi )lei non mi ha mai chiesto come stessi . È troppo egoista e non sa ammetterlo. Io provo astio nei suoi confronti, perché io per 20 anni mi sono sacrificata per proteggerla e adesso non sto ricevendo lo stesso trattamento . Io non voglio più vivere con lei , ma non voglio nemmeno più vivere di rancore. Resterà sempre mia madre, ma io credo di poter superare tutto solo distaccandomi. Credete sia la soluzione ? E se sì , come si fa a continuare ad amare pur sapendo che vivere con una persona ti rovina la vita ? E ancora , credete che questa forte e limitante claustrofobia sia dovuta al mio vivere una vita che non accetto oppure potrebbe esserci altro ?
P.s. vi prego non ditemi di iniziare una terapia con un esperto , perché l'ho già fatto più volte e senza risultati .
Grazie mille per la disponibilità
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
quella che racconta è una storia piena di ferite emotive e di traumi che molto probabilmente non sono stati adeguatamente elaborati.
La consulenza on line non può sostituire una relazione d'aiuto che implica l'incontro diretto con lo psicoterapeuta.
Sarebbe anche da valutare la possibilità di un'integrazione con la terapia farmacologica previa visita psichiatrica.
Esistono delle tecniche mirate per elaborare in modo efficace le esperienze traumatiche come l'EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari)
per maggiori informazioni legga qui:

http://emdr.it/index.php/emdr/

Le consiglio di individuare uno psicologo-psicoterapeuta perfezionato in EMDR in modo da inserire l'intervento all'interno di un percorso terapeutico.
Se finora non ha incontrato lo specialista giusto non significa che deve rinunciare alla possibilità di ricevere un aiuto qualificato.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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