Vivo nel rimpianto, nel rimorso e nella tristezza

Gentili signori psicologi,
Come vedrete dal mio profilo sono una "giovane" di 32 anni.Vi scrivo perché da mesi (o forse anni?) ormai vivo in un perenne stato di tristezza, insoddisfazione, talvolta rabbia.Mi sento vecchia, stanca, delusa da tutto e da tutti, ma in primo luogo da me stessa.Nel momento in cui vedo ragazzi molto più giovani di me, di 15,18,20 anni...mi vengono le lacrime agli occhi, talvolta mi fanno proprio invidia perché loro hanno ancora tutte le possibilità davanti, tutta la vita di fronte, mille opzioni tutte papabili e realizzabili, mentre io...che cosa facevo alla loro età e che cos'ho ottenuto?Ho passato la vita sui libri privandomi di TUTTO (amicizie, feste, vacanze,ecc) e ora non posso più scegliere nulla e mi ritrovo ad essere vittima di una situazione insoddisfacente ma che non posso cambiare: vorrei un lavoro migliore, ma non lo trovo; vorrei trovare il coraggio di iscrivermi di nuovo all'università per completare gli studi, ma non ce la faccio e ho paura di un altro fallimento (l'ho già fatto in passato e ho abbandonato); vorrei trovare il coraggio (forse) addirittura di lasciare il mio "ragazzo"(ha quasi 40 anni, dovrebbe essere un uomo), ma ahimè non ci riesco e mi ritrovo infelice, triste, svuotata, arrabbiata, delusa, invidiosa non solo di chi è più giovane, ma anche di chi ha la mia età ma vive in un modo appagante.Io alle spalle ho solo dei libri, rinunce e solitudine; nel presente ansia, tristezza, dolore e privazioni; nel futuro...il nulla.E' una situazione frustrante non solo professionalmente, ma anche dal punto di vista sentimentale perché, come accennavo, il mio "ragazzo" non vuole né convivere né sposarsi né altro (mentre non passa giorno che una qualche mese a conoscente, ex amica, ex compagna di classe, parente,vicina non si sposi, non sia incinta o non vada a convivere). Intanto la mia vita scorre, passa e se ne va e io ne spreco anni preziosi.
Ci sono momenti in cui vorrei davvero lasciare lui, lasciare il mio lavoro da sfruttamento, iscrivermi all'università, prendere anche la laurea magistrale e trovarmi un lavoro migliore, divertirmi, uscire, farmi delle amiche...poi mi "sveglio" e dico a me stessa"non hai più 15 anni, non puoi fare un colpo di testa così,ormai il treno è passato"...ma no. Mi rassegno, è come se qualcosa dentro di me mi dicesse"non è vero, non è finita"... grazie a tutti voi per i consigli, spero la mia richiesta di consulto sia comprensibile.Grazie e buona serata!
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66
Gentile utente,

ho riletto tutti i Suoi consulti,
e credo di capire che da sola non ce la fa;
ma nel frattempo vive "nel rimpianto, nel rimorso e nella tristezza".

Noi certamente mettiamo a disposizione ascolto e competenza professionale,
ma talvolta un consulto online non basta per ri-avviarsi, per riprendere il percorso della vita con un nuovo slancio.

Chi scrive si contraria quando noi consigliamo un percorso con un nostro Collega, ma di persona",
lo considera forse uno "scaricabarile",
ma in molti casi è il modo di indicare la via d'uscita corretta
per quella specifica problematica.

E proprio verso questo La oriento.

Psicologi ne esistono non solo privatamente a pagamento,
ma anche presso l'Azienda Sanitaria.

Perchè accontentarsi di vivere "nel rimpianto, nel rimorso e nella tristezza" quando potrebbe esserci la soluzione?


Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Attivo dal 2017 al 2020
Ex utente
Grazie di cuore dottoressa Brunialti per avermi risposto anche questa volta; le dirò che non mi sento affatto risentita, ma compresa.
Riconosco quindi che lei ha ragione: da sola non ce la faccio, o meglio, non ce la faccio più, riesco a mantenere lo status quo, ma non ad uscirne.Avevo già chiesto consiglio al mio medico di base su una brava psicoterapeuta da cui farmi seguire e me ne sono fatta lasciare il numero di telefono, ho quindi preso appuntamento, ma nell'attesa di iniziare (il 26 giugno) mi sono rivolta a voi in preda allo sconforto più totale.Mi sembra di dover aspettare un'eternità, vorrei potermi preparare al meglio, arrivare dalla dottoressa che mi seguirà con le idee chiare su che cosa dirle...e invece non vengo a capo di nulla.
Che cosa mi consiglia di fare in questi, per me infiniti, 12 giorni d'attesa? Negli ultimi giorni mi sono resa conto di parlare veramente poco, o comunque molto meno del solito: passo il tempo a deprimermi (sono in ferie dall' 8 giugno, ultimo giorno di scuola, sto seguendo le maturità ma ho davvero poco da lavorare e mi sembra di impazzire), pensare, rimuginare, leggere vecchi appunti, sfogliare libri...
La ringrazio di cuore dottoressa, non posso che esserle grata per il suo prezioso aiuto.
Grazie, Ele
[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.6k 572 66

Gentile Ele,

risposta:
nel frattempo metta a riposo la mente:
cosa facile a dire e difficilissima a fare.

Vorrebbe dire di attendere serena la prima seduta, senza prepararsi come fosse un esame.
Quello che ha più urgenza,
uscirà per primo da solo!

NB. Grazie dell'apprezzamento.

Saluti cordiali.
Carlamaria Brunialti