Disturbo fobico ossessivo

Avrei bisogno di un parere psichiatrico. Credo di avere una sindrome ossessivo compulsiva.. ma non ne sono sicura.

Quello che mi succede è che in presenza di pensieri disturbanti (la maggior parte delle volte pensieri di morte o malattia dei miei cari soprattutto genitori e marito) tendo ad esorcizzare questi pensieri negativi ripentendo gli stessi movimenti fino a che non ho cancellato quel pensiero.

Nei momenti di forte stress e preoccupazione questo tipo di comportamento diventa invalidante, provoca dei ritardi di orario (perché fino a che non ho compiuto questi diciamo “rituali” non posso dedicarmi ad altro). Accendo e spengo la luce o mi lavo le mani o il viso in maniera ripetuta oppure ripeto i passi che ho fatto (torno indietro e scambio posto agli oggetti toccati (e per me contaminati da quel pensiero) e li rimetto poi al proprio posto.

Sono ossessionata dall’ordine e il fatto di non lasciare la casa come è di solito e tutti gli oggetti al proprio posto mi scatena una forte frustrazione che tuttavia sparisce se ripeto una serie di parole anche senza senso (come fossero una sorta di incantesimo per purificare il pensiero).

Purtroppo nella mia famiglia ci sono molti casi di disturbi psichiatrici e nel mio albero genealogico hanno tutti come minimo sofferto di ansia e depressione fino a malattie più gravi come casi di schizofrenia.

Io non ho mai preso farmaci e sono contraria ad assumerli, cerco di tirare avanti nascondendo il mio problema anche a mio marito.. lui vede solo alcune delle mie fissazioni come quella di rimettere a posto ..ma le considera una innocua bizzarria.

4 anni fa mi sono dovuta trasferire all’estero per il lavoro di mio marito e la distanza da casa e dalla mia famiglia di origine compreso il licenziamento dal mio lavoro abituale, il fuso orario e il dover gestire due abitazioni distanti non ha fatto che peggiorare la mia ansia e le mie preoccupazioni.

Lavoro da casa come graphic designer, mio marito viaggia molto e non abbiamo figli quindi posso disporre del mio tempo e gestire il mio disturbo senza che questo interferisca nella vita di nessuno.. però sono consapevole di non essere una persona normale. Esco e frequento persone e apparentemente faccio una vita normale ma resta il fatto che devo convivere ogni giorno con queste fissazioni.

Ci sono cure naturali che potrei fare? Non vorrei ricorrere alla psicoterapia perché ho paura di ripercorrere i traumi passati e nemmeno assumere medicinali che potrebbero portarmi alla dipendenza.

In base alla vostra esperienza vorrei sapere (dato che ho notato un peggioramento rispetto agli anni passati) che cosa potrebbe portare questo disturbo se assecondato e non curato e se c’è rischio che possa cronicizzare o evolvere in altre malattie psichiatriche.

Grazie mille per la disponibilità
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Io non ho mai preso farmaci e sono contraria ad assumerli"

Che ovviamente è una frase senza senso, oltre che falso, perché presumo che se sta per morire di un'infezione l'antibiotico lo prenda eccome, così come non se ne avrebbe a male se la curassero in caso di infarto.

Detto questo, è eccezionale l'approccio. Lei ha benissimo visto che cure ci sono, e parte con il presupposto di escluderle, per motivi totalmente campati in aria. La psicoterapia perché rievoca traumi (ma per quale motivo ? Chi ha detto che debba occuparsi dei suoi traumi, ammesso che ce ne siano ?); i farmaci perché inducono dipendenza (certo, notoriamente, come no... qualunque cosa voglia dire con dipendenza, che diventa semplicemente un modo per dire che non vuole un legame).

Il centro di questa questione è che vuole provare a gestire il disturbo, ancora non ha chiaro cosa voglia dire curarlo, per cui non si immagina di prescindere dai meccanismi, ma solo di tenerli a bada.

Oh, naturalmente, tolte le cure efficaci, cosa rimane: il nulla con un nome da dargli, tipo "cure naturali". Perché naturalmente poi, queste cure naturali sarebbero nella sua immaginazione diverse da farmaci, non si sa anche qui perché, in che senso etc.

Quindi. Se ha intenzione di curarsi si faccia visitare, e segua le prescrizioni, senza dare suggerimenti, che se sono questi sono ovviamente anti-terapeutici in partenza.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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dopo
Utente
Utente
Quindi se ho capito bene lei esclude che un regime alimentare specifico e magari pratiche di rilassamento (esercizi fisici specifici) possano essere di nessun aiuto..

Non sono molto d’accordo sulla sua analogia tra psicofarmaci e altri tipi di farmaci.. la mia riluttanza ad assumere medicinali psichiatrici è legata al fatto che non voglio essere dipendente dai medicinali .. per me psicologicamente è diverso dal prendere un antibiotico per il mal di gola o una tachipirina per la febbre, purtroppo nella mia famiglia sono tutti dipendenti dai farmaci per dormire, farmaci per l’ansia, per gli attacchi di panico, per la depressione ecc.. io non voglio essere dipendente a vita da queste sostanze.

Quello che non capisco è se il mio problema è legato proprio da uno squilibrio biochimico del cervello per cui non ci sono davvero altre soluzioni che assumere medicinali per il resto della vita oppure è possibile cercare soluzioni alternative, come meditazione e pratiche di rilassamento e magari una dieta particolare che possa aiutarmi a contenere i sintomi che variano di intensità a seconda dei periodi.

Visti i risultati delle terapie classiche su molti membri della mia famiglia volevo sapere se secondo lei ci sono altri modi di approcciare il problema. In base alla descrizione dei sintomi lei mi conferma che sono una fobica ossessiva? O una compulsiva.. quale è la differenza? Vorrei capire meglio per studiare il mio problema e documentarmi.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
". la mia riluttanza ad assumere medicinali psichiatrici è legata al fatto che non voglio essere dipendente dai medicinali .. "

Che è un suo modo di dire, non si capisce cosa significhi di preciso. Le ripeto, non significa niente di preciso, semplicemente non credo abbia idea di come funzionano le malattie e i farmaci in questo ambito (funzionano come negli altri ambiti).

Lei intende che queste persone prendono abitualmente medicinali, poi usa il termine dipendente, ma non si capisce con che significato. Stanno bene, stanno male ? Fanno bene a prenderli, non fanno bene ? Dovrebbero non prenderli e stare male per le malattie che hanno ?...

Scusi, ma se parliamo di cervello, quale alternativa ci dovrebbe essere a uno "squilibrio biochimico" ? Detto questo, non è che si sia detto niente. Un problema al cervello, un problema che riguarda il cervello, che lo si voglia chiamare squilibrio biochimico o meno, non è che si dica niente di particolare. Siamo sistemi biochimici, quindi quello è il tipo di squilibrio.

Lei esclude le cure, e va a cercare delle cose scelte a caso tra quelle che si ritiene libera di fare, tipo alimentazione o esercizio fisico. Ma poi, anche fosse così, se la cura consistesse nel fare tot flessioni al giorno tutta la vita, in che senso sarebbe diversa da prendere una medicina ?

Se vuole un parere medico, va dal medico e lo ottiene. Se uno va dal medico dicendo che non vuole le cose che ha letto servono in generale, direi che parte male. Quindi secondo Lei il medico dovrebbe scegliere tra le soluzioni NON comprese tra quelle efficaci, e così sarebbe contenta. Spero si renda conto del non.-senso della cosa.
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dopo
Utente
Utente
Scusi ma come fa lei a paragonare l’esercizio fisico all’assumere farmaci per tutta la vita..

Poi non capisco questa saccenza, Lei non ha risposto in maniera esaustiva alla mia domanda .. quale è la diagnosi clinica in base ai sintomi descritti?

Poi come decideró di curarmi sarà una mia decisione, non esistono solo i farmaci.
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dopo
Utente
Utente
Questo commento relativo al rifiuto dei farmaci me lo deve spiegare perché sinceramente non lo capisco..

“dipendenza” che diventa semplicemente un modo per dire che non vuole un legame ..

Cosa c’entrano i legami mi spieghi.. vorrei capire meglio
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
"Scusi ma come fa lei a paragonare l’esercizio fisico all’assumere farmaci per tutta la vita.. "

Lo faccio come ho fatto sopra. Se non ne ha capito il senso lasciamo perdere questo piano di ragionamento.

La saccenza è sua, quando pretende di presentarsi da un medico e di rifiutare le cure per proporre Lei presunti metodi, che tanto poi il discorso è sempre quello: farmaci no, cure no, ma invece sì a cose naturali, stile di vita etc.

Lasci perdere questo approccio, questo è il consiglio.

"Quale è la diagnosi clinica in base ai sintomi descritti?"

Questa gliel fa il medico quando ci va, per quanto riguarda qui si può avere un'impressione, ma il discorso è uguale per qualsiasi diagnosi.

"Poi come decideró di curarmi sarà una mia decisione, non esistono solo i farmaci."

Non è questione di quello che esiste, ma di quello che sappiamo essere utile.

Lei al momento pretende di curarsi (o meglio non-curarsi), come se i suoi sintomi (diffidenza, fobie sui farmaci) dovessero essere un criterio di scelta. Per fortuna il medico propone le cure secondo quel che lui sa, non è un tramite che gliele sceglie in base a pregiudizi, paure e false idee che gli espone.

"Poi come decideró di curarmi sarà una mia decisione, non esistono solo i farmaci."

I legami, i vincoli con una cura, con una terapia... non li vuole anche perché mette questo tipo di problemi su un altro piano, non quello medico. Da lì il timore arcano verso il farmaci, che ovviamente non ci sarebbe se stessimo a parlare d'altro.
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dopo
Utente
Utente
È grazie a persone come lei che tanta gente rinuncia a farsi vedere da uno specialista.

I pazienti non sono numeri, non sono topi di laboratorio a cui somministrare medicinali e basta, il paziente non è solo una somma di sintomi da curare, in particolar modo il soggetto psichiatrico perché ha un vissuto particolare e bisogna avere un quadro complessivo.

Invece di rispondermi come se fossi un imbecille forse sarebbe stato meglio non rispondermi affatto e far rispondere un suo collega (dato che il mio atteggiamento di chiusura la irrita tanto)

Strumenti come questo sito web “medicitalia” rappresentano uno spazio virtuale dove le persone come me cercano di rompere il ghiaccio e acquisire fiducia a poco a poco.. trattare una persona da menomata solo perché ha paura degli effetti secondari degli psicofarmaci non è un modo intelligente di approcciare un paziente in particolar modo quello psichiatrico.. strano che queste cose lei non le prenda in considerazione ..

Io ho solo chiesto una ipotesi di diagnosi sulla base dei disturbi che ho elencato quindi non capisco questa polemica su come devo curarmi se ancora non ho nemmeno preso la decisione di farmi vedere.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
No, Lei ha chiesto una diagnosi !

Rilegga.

Il resto non lo capisce perché parte col piede sbagliato, prende le cure che ha visto esistere, le scarta e poi vuole procedere.

In realtà qui il piglio che non va è il suo, di partenza, che va censurato in quanto anti-terapeutico, qualunque diagnosi Lei abbia.

Se vuole obbligare poi il sottoscritto a argomentare ciò che ritengo un insieme di luoghi comuni e sciocchezze, non può farlo.

Se ancora non va da uno specialista è perché vuole rifuggire valutazioni che abbiano come esito terapie standard, a prescindere. E questo è dis-utile.

Per il resto, ha espresso le sue posizioni aggiungendo la maleducazione nei miei confronti.
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dopo
Utente
Utente
E la diagnosi quale sarebbe? Lei non ha dato alcuna diagnosi

Il maleducato è lei e dalle sue risposte credo abbia lei più bisogno di uno psichiatra che io.
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dopo
Utente
Utente
E le ricordo che in questo sito è vietato argomentare su trattamenti sanitari, lei non ha dato nessuna diagnosi sulla base della mia descrizione dei sintomi ha solo fatto polemica circa la mia avversione all’uso di psicofarmaci cosa che non dovrebbe interessarla dato che ho chiesto UNA DIAGNOSI! NON UNA TERAPIA!
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 43.5k 990 248
Allora Lei forse non si è letto le regole del sito, lo faccia.

Nessuno le ha dato né diagnosi, né terapie, ci mancherebbe altro.

Le si dice che le argomentazioni sue sono totalmente sballate sul piano della terapia (di qualsiasi cosa).
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